Banche: tasse “light” per Mps, Unicredit e Bper
Redazione FR
23-02-2024 — 09:10
Per gli istituti un fardello complessivo di 7 miliardi, ma alcune alleggerisce il carico grazie ai crediti di imposta
Le banche italiane si sono rifiutate di pagare la tassa sugli extra-profitti, peraltro avvalendosi di questa possibilità offerta loro dal governo, ma il fardello di imposte per gli istituti di credito ammonta comunque a 7 miliardi. Solo che per le diverse banche l’impatto di queste tasse, a valere su 25 miliardi di utili messi a segno nel 2023, è ben diversificato.
Quanto pagheranno dunque le banche italiane di tasse dopo i risultati record del 2023? In attesa dei bilanci, secondo quanto ricostruisce oggi il quotidiano La Repubblica, si può già stimare che la stagione dei maxi profitti lascerà una decina di miliardi al fisco italiano, tra imposte sui redditi, indirette, e ritenute sui dividendi. Quasi il doppio dell’anno prima. Le imposte sugli utili sono di quasi 7 miliardi (contro 4 miliardi pagati sul 2022), pari a un’aliquota media del 20% circa.
Quanto alle singole banche, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Popolare di Sondrio, Credem verseranno aliquote “normali”, attorno al 30%, Mps non pagherà nulla, altri come Unicredit e Bper poco, grazie ai crediti d’imposta frutto di passate perdite o svalutazioni.
Più in dettaglio, il “tax rate” è così diversificato: Intesa Sanpaolo pagherà il 29%, Banco Bpm e Sondrio il 30%, Credem il 32%. Fisco più morbido, invece, per Bper (10% di aliquota), Unicredit (17%) e Mps, con 345 milioni di imposte positive. Le differenze sono legate alle “Dta”, attività fiscali differite che possono diventare crediti d’imposta.