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Lun 12 Maggio 2025 — 22:46

Siti di gaming: il regolamento italiano



Il nostro Paese nell’ormai lontano 2006 è stato il primo nella Ue a legalizzare e regolamentare il settore, ma gli aggiornamenti sono all’ordine del giorno

gaming regole

L’Italia, nell’ormai lontano 2006, è stata il primo Paese UE a legalizzare e regolamentare il gaming online. Da quella data storica si è susseguita una serie di norme e regolamenti, non sempre senza polemiche e cambiamenti in corso d’opera, che hanno fatto sì che oggi chi si iscrive a una piattaforma autorizzata sia ampiamente tutelato, sia dal punto di vista della privacy che da quello economico. È il momento di ripercorrere le tappe di questo lungo percorso e di conoscere l’attuale normativa che regola i principali siti di gioco.

La prima cosa da sapere è che i casinò online devono rispettare alcune norme specifiche per operare nel nostro Paese. Norme la cui applicazione viene supervisionata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) che rilascia ai portali che adempiono alla legislazione vigente la cosiddetta licenza ADM, ben visibile in homepage. La licenza viene rilasciata soltanto a quei siti che rispettano le linee guida relative alla protezione dei giocatori e alle misure di gioco responsabile e gioco leale. Ciò sta a significare che chi si iscrive avrà garantita la massima sicurezza nel trattamento dei dati personali e finanziari.

Uno degli aspetti che rendono affidabile un casino online è quindi la presenza dei regolamenti relativi al gioco responsabile che comprendono norme di comportamento che i giocatori dovrebbero seguire. Tra queste ci sono l’auto esclusione, ovvero la possibilità di chiedere direttamente all’operatore la sospensione dalla piattaforma o la limitazione degli accessi in caso di eccesso nelle puntate o nella frequenza di gioco.

Le piattaforme, per essere autorizzate hanno anche altri tre obblighi: quello di pubblicare il regolamento di ogni singolo gioco, quello di fornire le informazioni complete sull’RPT (Return To Player), ovvero la percentuale di ritorno al giocatore delle vincite e quello di avere un customer service attivo 24 ore al giorno e capace di fornire ai giocatori informazioni sempre chiare e puntuali.

In Italia vigono leggi ferree anche per quanto riguarda la regolamentazione delle vincite. La legge relativa prevede che tutti i pagamenti siano effettuati con metodi completamente tracciabili. Le vincite sui siti, inoltre, in quanto date al netto delle tasse non devono essere dichiarate. Questo perché sarà compito dell’operatore di gioco versare le imposte al posto del giocatore.

Tornando al percorso cronologico della legislazione possiamo affermare che uno dei punti di svolta si è avuto nel 2012, anno dell’introduzione del decreto legge n.158, noto come Decreto Balduzzi. Tra i vari punti salienti del provvedimento ci furono il divieto di pubblicità di vincite di gioco con soldi reali all’interno di trasmissioni radio e TV, nelle riviste, nei quotidiani e in tutti gli spettacoli pubblici, l’introduzione dell’obbligatorietà per i siti di ricordare che il gioco è vietato ai minorenni e che può causare dipendenza patologica e un notevole irrigidimento dei criteri da soddisfare per ottenere la licenza ADM.

Diretta prosecuzione del Decreto Balduzzi il “famoso” Decreto Dignità del 2018 in cui venne vietato ogni tipo di sponsorizzazione dei portali di gaming online su qualsiasi tipo di piattaforma, social network compresi.

Pochi giorni fa, a metà marzo 2024, Il Consiglio dei Ministri italiano un nuovo decreto legislativo che va a cambiare ulteriormente la rigida legislazione vigente. Un testo composto da 26 punti che va a toccare alcuni dei settori cruciali del comparto come ad esempio la limitazione all’uso del contante (da ora in poi chi vorrà ricaricare con più di 100 euro potrà utilizzare soltanto strumenti elettronici di pagamento completamente tracciabili), gli importi richiesti ai concessionari per operare (viene istituito un canone una tantum di 7 milioni di euro contro i precedenti 250mila, un canone annuale pari al 3% del netto dei ricavi e un ulteriore canone dello 0,2% del netto che verrà reinvestito in campagne per il gioco responsabile) e i meccanismi di autoesclusione che vengono ulteriormente rafforzati. E a questi si aggiunge un inasprimento dei requisiti di trasparenza richiesti ai soggetti delle società che gestiscono le piattaforme di gioco.

Un testo che, come detto, rende più stringente le normative che dovranno rispettare i nuovi soggetti concessionari. Da qui al 31 dicembre 2024 scadranno infatti le concessioni attuali e arriverà un bando per l’assegnazione di 50 nuove concessioni.

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