Banche schivano la tassa sugli extraprofitti per 1,8 miliardi
Ste. Ne.
08-11-2023 — 20:36
Per l’erario un maxi “buco” che dovrebbe raggiungere i 2 miliardi se anche le non quotate sceglieranno di mettere a riserva l’imposta straordinaria
Le grandi banche quotate italiane dribblano la tassa sugli extraprofitti e si salvano in corner avvalendosi della facoltà, prevista dalla stessa imposta, di destinare a riserva non distribuibile un valore pari a 2,5 volte il suo ammontare.
L’ultimo istituto di credito a comunicare la decisione è stata questa sera Bper, che destinerà a riserva un importo di 315,4 milioni di euro a livello di gruppo.
La stessa Mps ha comunicato stamattina di avere messo a riserva 312,7 milioni: anche la banca controllata dal Mef quindi non pagherà l’imposta straordinaria.
In precedenza erano state le big Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mediobanca, ma anche Popolare di Sondrio e Credem a ricorrere allo stesso stratagemma, inserito nel dispositivo di legge dopo il pressing degli istituti e della Bce, privando l’erario di un gettito stimato a circa 1,8 miliardi.
I mancati pagamenti delle banche italiane alle prese con la tassa sugli extraprofitti potrebbero superare di slancio i 2 miliardi, secondo i calcoli, se come pare anche il Crédit Agricole Italia, Bnl e il sistema del credito cooperativo decideranno di mettere a riserva e schivare l’imposta.