Poste Italiane, primo passo del governo verso privatizzazione di una quota

Primo passo del governo verso la vendita di una quota di Poste Italiane.

Il Consiglio dei Ministri nella serata di ieri ha approvato, in esame preliminare, un provvedimento che regolamenta la cessione di una quota della partecipazione detenuta dal Mef nel capitale del gruppo, tale da mantenere una partecipazione dello Stato, anche indiretta, che assicuri il controllo pubblico.

A oggi il Mef detiene una quota del 29,26% in Poste Italiane, mentre Cdp ha una quota del 35% (totale controllo diretto e indiretto 64,26%). “Le modalità di alienazione tenderanno anche a favorire la tutela dell’azionariato diffuso e la stabilità dell’assetto proprietario. Non è quindi ancora definita la quota oggetto di cessione”, commentano gli analisti di Equita Sim.

A metà mattina Poste tratta in rialzo di mezzo punto percentuale sopra 10,32 euro; Equita conferma la raccomandazione buy con un prezzo obiettivo di 12 euro.

Il broker cita una ricostruzione di stampa secondo cui rimangono aperte le possibilità che il governo scenda al 51% oppure al 30% del gruppo guidato da Matteo Del Fante, “visto che anche in questa situazione avrebbe il controllo di fatto”. Il ministro Giancarlo Giorgetti, interpellato oggi dai cronisti sulle indiscrezioni, ha commentato: “Abbiamo detto che dobbiamo tenere il controllo, quindi non possiamo scendere sotto il 35%”.

Inoltre, stando ai rumors riportati, l’operazione di privatizzazione, che avverrebbe tramite Opv, dovrebbe partire dopo la presentazione del piano del 20 marzo con un roadshow ad aprile e l’offerta vera e propria a maggio, che durerà un paio di settimane.