Unicredit: per Mazzucco (Cariverona) guarda a fusione in Europa

Si riapre il tema di una possibile fusione cross-border per Unicredit, da anni indiziata di un possibile matrimonio con la francese Société Générale, oltre ad altre voci che tuttavia non hanno trovato conferma. A parlarne oggi è stato Alessandro Mazzucco, presidente della Fondazione CariVerona, azionista della banca guidata da Jean Pierre Mustier.

Opinioni personali, quelle espresse da Mazzucco, ha poi precisato in un una nota la stessa Fondazione, non essendoci state “comunicazioni tra la Fondazione e UniCredit” mentre “la Fondazione non possiede alcuna informazione non di dominio pubblico”.

Mazzucco si è detto “abbastanza convinto che Mustier voglia fare con il nuovo piano operazioni internazionali”.

Secondo il presidente della Fondazione Cassa di Verona, che ha parlato con i cronisti a margine della Giornata della Compagnia di San Paolo, “dobbiamo muoverci in un sistema in cui le relazioni che il governo sta costruendo con la Francia non aiutano, ma sono convinto che voglia fare qualche operazione. Non solo in Francia, potrebbe essere anche in Inghilterra e in Spagna. Insomma qualche cosa Mustier farà”.

Sui tempi di un’eventuale operazione transfrontaliera, per Unicredit, “vi do una risposta che si dà sempre, dopo le elezioni europee, ma non credo che questo sia un vincolo fondamentale, c’entra ma fino a un certo punto – ha commentato Mazzucco -. Io credo che si potrà fare solo quando si realizzano condizioni che possano consentire una iniziativa di questo genere”.

Del resto era stato lo stesso Mustier ieri a manifestare scetticismo su possibili operazioni cross-border, spiegando in un intervento a Bruxelles che in caso di fusione di banche “tra due Paesi” i politici “potrebbero non essere supercontenti” di perdere i rispettivi “campioni nazionali”.

Venendo invece allo scenario italiano, Mazzucco ha parlato del frequente accostamento di Unicredit al salvataggio di Carige. Mustier, ha detto, avrebbe voluto probabilmente ottenere le stesse condizioni accordate a Intesa Sanpaolo per le ex banche venete, ma il governo ha detto no. “La sua idea, che era anche legittima, mi pare che nel governo non abbia trovato grande sponda”.