Sanzioni alla Russia: balza prezzo alluminio
Ste. Ne.
15-04-2024 — 15:55
Alcuni dei principali metalli industriali in rally dopo il nuovo giro di vite deciso da Usa e Uk. Gli aumenti potrebbero andare a gonfiare l’inflazione
I mercati oggi temono più le nuove sanzioni alla Russia, varate quasi in sordina venerdì scorso, che l’escalation in Medio Oriente, dove l’Iran ha colpito Israele con un raid. Il petrolio cala, mentre aumentano diversi metalli industriali colpiti da sanzioni decise da Usa e Gran Bretagna.
Sanzioni Russia, volano i metalli
Il raid iraniano, ampiamente anticipato e senza danni, non sembra infatti turbare più di tanto i mercati, che già incorporano scenari di tensione in Medio Oriente. L’elemento di incertezza ovviamente non viene rimosso e continuerà a pesare. “Il mondo è ora alle prese con il potenziale di un’ulteriore escalation o di un’eventuale de-escalation, con ogni percorso che comporta implicazioni significative per i mercati globali”, commenta in una nota Hakan Kaya, gestore del fondo Neuberger Berman Commodities.
Intanto per i mercati finanziari si riapre un fronte russo, che fra l’altro potrebbe spingere nuovamente l’inflazione al rialzo, come accaduto per i prezzi all’energia in concomitanza con la guerra in Ucraina e il giro di vite occidentale contro Mosca.
Il London Metal Exchange (LME) ha vietato la consegna di alluminio, nichel e rame prodotti dopo il 13 aprile 2024 a seguito delle sanzioni imposte venerdì scorso da Stati Uniti e Regno Unito alla Russia. Discorso che vale anche per il Chicago Mercantile Exchange (CME). I prezzi di questi due mercati rappresentano un punto di riferimento internazionale per i contratti. La Russia vanta circa il 6% della produzione mondiale di nichel, il 5% di alluminio e il 4% di rame.
“Cambiamenti geopolitici”
A metà giornata le quotazioni dell’alluminio segnano +4%; nickel +3%; rame +1%.
Queste sanzioni “mirano a limitare la presenza di questi metalli sui mercati occidentali, generando un effetto scarsità e influenzando i prezzi spot. Ciò potrebbe portare a una recrudescenza del rincaro di queste materie prime. La risposta del London Metal Exchange (Lme), che ha classificato il metallo russo in base alle date di produzione e ha reso non consegnabile il metallo successivo alle sanzioni, evidenzia il rapido adattamento del mercato a questi cambiamenti geopolitici”, spiega ancora il gestore di Neuberger Berman. “La concomitante escalation Iran-Israele e le sanzioni sui metalli russi segnalano un’evoluzione più ampia verso un regime dominato dal rischio geopolitico, che mette in discussione i paradigmi di investimento tradizionali. Questo contesto sottolinea la necessità cruciale di una diversificazione dal punto di vista geopolitico sulle materie prime sensibili. Investire in materie prime come petrolio, alluminio, nichel, rame e oro – che di recente hanno fatto registrare un prezzo per questi rischi – diventa essenziale, non solo come strategia di copertura contro le pressioni inflazionistiche, ma anche come salvaguardia vitale contro le fragilità dell’offerta che potrebbero minare gli asset tradizionali come le azioni e le obbligazioni”.