Finanzareport.it | Arbitro Consob (Acf), nel 2020 crescono ricorsi - Finanza Report

Ven 26 Aprile 2024 — 04:55

Arbitro Consob (Acf), nel 2020 crescono ricorsi



Nuovo aumento dei ricorsi (+5,6% a 1.772), tendenza peraltro proseguita nel primo trimestre di quest’anno

consob

L’Arbitro Consob (Acf) ha registrato nel 2020 un nuovo dei ricorsi (+5,6% a 1.772), tendenza peraltro proseguita nel primo trimestre 2021 (450), superando così la soglia dei 7.500 ricorsi dall’inizio dell’operatività.

L’Arbitro Consob per le Controversie Finanziarie, ricordiamo, è un organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie tra risparmiatori e intermediari, istituito presso l’ente di vigilanza dei mercati nel gennaio 2017.

Fra gli altri numeri del 2020, è quasi raddoppiato (+81,5% rispetto al 2019) il valore complessivo dei risarcimenti riconosciuti ai risparmiatori, passati dai 15,7 milioni di euro del 2019 ai 28,5 milioni del 2020, con una media pro-capite di circa 40.000 euro. Sfiora così gli 85 milioni di euro il totale dei risarcimenti riconosciuti nel quadriennio 2017/2020.

Le richieste risarcitorie hanno sfiorato i 100 milioni di euro complessivi, portando a 400 milioni di euro il totale dei risarcimenti richiesti nel quadriennio 2017/2020. Nel range tra 10.000 e 30.000 euro si sono collocati 414 ricorsi, 286 sono state le richieste di risarcimento di valore superiore ai 100.000 euro e non rare, viene segnalato, quelle attestatesi alla soglia massima di competenza (500.000 euro).

Il consuntivo dell’Arbitro Consob 2020 conferma e consolida alcuni trend. Come nel 2019, il Sud è stata l’area di provenienza del maggior numero di ricorsi (45%) all’Arbitro per le Controversie Finanziarie, seguita dalle regioni del Nord (37%) e del Centro (18%) del Paese. Quanto alla ripartizione per genere, la percentuale di ricorsi presentati da uomini è scesa dal 70% del 2019 al 64,3% del 2020, colmando così in parte il gap di genere. L’età media dei risparmiatori che si rivolgono all’Acf continua ad essere elevata, con gli over 55 che hanno cumulato quasi il 70% del monte ricorsi 2020.

Tra i motivi di contenzioso più frequenti, quelli che riguardano la redazione del questionario di profilatura e la valutazione di adeguatezza/appropriatezza.

In aumento anche il contenzioso relativo alla prestazione di servizi di trading online, di pari passo con l’utilizzo sempre più diffuso dei sistemi di home banking, indotto anche dai periodi di lockdown imposti dall’emergenza sanitaria.

Alcune controversie portate all’attenzione dell’Arbitro Consob nel 2020 sono poi incentrate su un’operatività online reiterata e compulsiva da parte di alcuni investitori retail, che hanno poi addebitato all’intermediario la responsabilità per le non trascurabili perdite sofferte, ritenendo che tra gli obblighi dell’intermediario vi sia anche quello di evitare che un cliente operi a suo danno sulla spinta di impulsi non autocontrollabili.

L’organo della Consob rileva tuttavia che l ‘operatività online può effettivamente favorire processi degenerativi ma rientra però tra i doveri dell’intermediario quello di svolgere una funzione ‘tutorià, mentre è esigibile da parte sua un comportamento attivo di segnalazione e inoltro di warning al cliente, laddove rilevi un’operatività reiterata e a volumi crescenti, con un’esposizione complessiva al rischio abnorme e non compatibile con il profilo dell’investitore.

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