Borsa italiana oggi: Generali, Mps

L’apertura delle Borse europee è attesa oggi nuovamente positiva, all’indomani di una seduta di acquisti che ha visto Piazza Affari chiudere a sua volta in deciso rialzo (Ftse Mib +2,12% a 20.113 punti). La Borsa italiana, come gli altri listini internazionali, ha beneficiato di un miglioramento del sentiment sul decorso della pandemia di coronavirus, approfittandone per recuperare le perdite della scorsa settimana.

A Wall Street nuovi record per S&P 500 e Nasdaq, mentre si parla di una possibile accelerazione delle procedure per l’approvazione di un vaccino (quello sviluppato da AstraZeneca con l’Università di Oxford), che l’amministrazione Trump spera di rendere disponibile prima delle elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre.

A Tokyo intanto il Nikkei ha chiuso con un +1,32% a 23.296 punti.

Sul forex, l’euro/dollaro scambia poco mosso a 1,18 contro il dollaro; il petrolio è stabile con il Brent a 45 dollari e il Wti a 42 dollari al barile.

Wall Street ha chiuso ieri sera nuovamente in rialzo: Dow Jones +1,35% a 28.308 punti, S&P 500 +1,00% a 3.431 punti, Nasdaq +0,60% a 11.379 punti.

Borsa italiana oggi: le azioni in primo piano

Sulla Borsa di Milano, fra le raccomandazioni dei broker, gli analisti di Bank of America hanno alzato il rating su Generali da neutral a buy con un target price di 15,80 euro.

Fra i pochi spunti societari e volumi ancora tipicamente estivi, da seguire le banche dopo le indiscrezioni di stampa sui passi avanti per la creazione di una bad bank europea. Il tema sarà al centro di una tavola rotonda organizzata dalla Commissione europea il prossimo 25 settembre, secondo quanto scrive il Sole 24 Ore. Il meccanismo consentirebbe di fissare regole comuni su pricing e classificazione dei crediti deteriorati, riducendo le potenziali perdite per le banche.

Sempre in tema di derisking, Mps tratta a oltranza con la Bce sulla maxi scissione di 8,1 miliardi di Npl ad Amco. Il via libera all’operazione, secondo quanto scrive oggi il quotidiano MF, è atteso entro la metà o al più tardi la fine di settembre. L’entità del fabbisogno patrimoniale necessario per ristabilire i coefficienti dopo la scissione potrebbe arrivare fino a 1-1,2 miliardi di euro, da colmare l’emissione di più bond subordinati, fra cui Tier 2 e Additional Tier 1.

Intanto è scattata ieri l’offerta di Intesa Sanpaolo sulle azioni residue di Ubi che non hanno aderito all’opas, operazione che si è conclusa con successo il mese scorso con oltre il 90% delle adesioni. Le azioni che la banca è obbligata a riacquistare sono circa 111 milioni e rappresentano il 9,8164% del capitale della banca: nel primo giorno del sell out, le richieste di vendita hanno riguardato lo 0,426% di Ubi.