Unicredit stile Mps, spunta ipotesi ticket Morelli-Padoan

Azioni Unicredit in forte calo dopo che i rumors sull’uscita del ceo Jean Pierre Mustier sono divenuti realtà, con l’annuncio arrivato ieri sera dal manager francese. L’avvicendamento sembra spianare la strada all’acquisizione di Mps da parte di Unicredit, anche se le ultime indiscrezioni sembrano semmai prefigurare una sorta di impronta senese sulla banca di Piazza Gae Aulenti.

Unicredit stile Mps con Morelli e Padoan

Il toto-nomi per la successione a Mustier vedrebbe infatti come favorito Marco Morelli, già amministratore delegato di Mps a partire da settembre 2016, almeno secondo quanto riporta oggi il quotidiano Il Messaggero.

Marco Morelli (nella foto sopra) fu arruolato proprio dall’allora ministro Pier Carlo Padoan, che ora è il presidente in pectore di Unicredit.

Nei mesi successivi Mps fu nazionalizzata e il Tesoro (azionista di Rocca Salimbeni con oltre il 68%) affidò a Morelli l’esecuzione del piano di ristrutturazione concordato da Roma con Bruxelles. Lo stesso piano che prevede l’uscita dell’azionista pubblico entro il 2021, possibilmente tramite una fusione. Alle elezioni politiche Padoan fu poi candidato dal Pd a Siena.

Pier Carlo Padoan

Morelli, romano classe 1961, ha lasciato il board quest’anno decidendo di non ricandidarsi. Dallo scorso ottobre è presidente esecutivo di Axa Investment Management.

Gli altri nomi per dopo Mustier: da Alberto Nagel a Marina Natale

Di certo la scelta del nuovo amministratore delegato dovrà riscuotere l’apprezzamento degli azionisti internazionali e degli investitori istituzionali nonché rassicurare le autorità di vigilanza vista l’importanza e la dimensione internazionale di Unicredit (presente soprattutto in Germania e Austria, oltre che nell’Europa dell’Est) e il momento non favorevole legato al Covid.

Unicredit peraltro dopo la combinazione con Mps vedrebbe una partecipazione residua in mano al Tesoro, di entità ancora da definire, fatto insolito per una public company.

Il presidente designato Pier Carlo Padoan sarebbe già al lavoro con il Comitato nomine assistito da Spencer Stuart. Fra gli altri nomi che circolano vengono citati l’interno Carlo Vivaldi; il membro del cda Diego De Giorgi; e anche Alberto Nagel, ad di Mediobanca.

E ancora: l’ex ad di Ubi, Victor Massiah; il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna; e Marina Natale, numero uno di Amco. Smentita invece ieri da Poste una candidatura del suo ad Matteo Del Fante.

Unicredit, analisti rivedono raccomandazioni e target price

Intanto le banche d’affari rivedono raccomandazioni e target price sulle azioni Unicredit. Fra i broker, Mediobanca Securities ha tagliato il rating da neutral a underperform con prezzo obiettivo di 8 euro.

Citigroup ha tagliato il giudizio da buy a neutral, ritenendo che il passo indietro di Mustier “potrebbe aumentare l’incertezza sulla strategia del gruppo”. Inoltre il manager è stato “uno strenuo sostenitore della strategia di restituzione del capitale rispetto all’M&A” e il mercato potrebbe vedere nella sua partenza il principale rischio per il ruolo di Unicredit nel consolidamento italiano, a scapito del rendimento del capitale.

Gli analisti di Fidentiis, tagliando a neutral, parlano di un lungo periodo di transizione, definito un “limbo”, in quanto tra avvicendamento e nuovo piano industriale potrebbero trascorrere almeno 3 o 4 trimestri.

Quanto alla possibile fusione con Mps, secondo Oddo Bhf l’opportunità di una simile operazione per Unicredit “dipenderà in gran parte dal grado in cui lo Stato italiano sarà pronto ad essere accomodante nel quadro dell’accordo”. Il broker conferma la raccomandazione neutral e il target di 8,60 euro.

In Borsa alle ore 14,29 Unicredit -8,60% a 7,90 euro dopo il -5% di ieri; Mps +3,7% a 1,205 euro.