Mps, spunta una dote di 3 miliardi in Legge di bilancio
Stefano Neri
13-11-2020 — 11:01
La misura punta a convincere un potenziale compratore a farsi avanti, fra questi secondo le ultime indiscrezioni ancora Unicredit (che ha smentito ripetutamente) e Crédit Agricole

Mps potrebbe beneficiare di una dote di 3 miliardi prevista dalla bozza della Legge di Bilancio. Lo scrivono oggi i quotidiani La Repubblica e MF.
Mps, in Legge di bilancio una dote di 3 miliardi per facilitare una fusione
La norma, scrive Repubblica, rientra nell’articolo 29 della manovra intitolato “Incentivi alle fusioni aziendali”. Ma “nei palazzi romani c’è chi più prosaicamente ne parla come di regalo da 3 miliardi di euro a chi comprerà Monte dei Paschi” di Siena.
La dote consiste nella conversione in crediti d’imposta delle Dta (attività fiscali differite). A patto che, come recita il comma 1 della legge, “dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021” compia “operazioni di aggregazione aziendale attraverso fusione, scissione o conferimento d’azienda”, che consentirebbero “al soggetto rispettivamente, risultante dalla fusione o incorporante, beneficiario e conferitario”, di accrescersi il capitale usando certe perdite fiscali della società target dell’acquisizione.
Norma salva-Mps
La misura, spiega ancora la relazione tecnica, è rivolta a “tutto il sistema produttivo italiano, caratterizzato da una ridotta dimensione delle imprese, il 99% delle quali ha meno di 50 addetti”. Tuttavia, scrive il giornale romano, “per come congegnata e per analoghe agevolazioni fatte e tentate sui crediti differiti bancari dal 2017, pare scritta apposta per rendere meno amaro l’acquisto della banca più antica del mondo, che il Tesoro è impegnato con l’Ue a riprivatizzare entro fine 2021: ma che non trova investitori né compratori dal 2016”.

Il ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri
La norma punta quindi a convincere un potenziale compratore a farsi avanti. Fra questi secondo le ultime indiscrezioni ancora Unicredit, che tuttavia ha smentito ripetutamente, l’ultima volta una settimana fa quando il ceo Jean Pierre Mustier ha illustrato la trimestrale.
Inoltre viene citato il Crédit Agricole, quest’ultimo associato invece più volte a una possibile fusione con Banco Bpm.
Sindacati in allerta
I sindacati intanto continuano il pressing affinché sia mantenuto il controllo pubblico. Intervistato dal Sole 24 Ore, il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, è tornato sull’ipotesi di una vendita di Mps a Unicredit.
Per il sindacalista “Unicredit vuole farsi pagare dallo Stato tutti i costi di una eventuale aggregazione che produrrebbe migliaia di esuberi. Se il governo lo permette sarà complice di una macelleria sociale che contrasteremo. Siamo a fianco del presidente della Toscana, Eugenio Giani, che la pensa esattamente come noi”.
In Borsa il titolo non sembra beneficiare pkiù di tanto delle ultime indiscrezioni: alle ore 10,57 le azioni Mps avanzano di un +0,61% a 1,147 euro, con il Ftse Italia Banche a +1,34%.