Finanzareport.it | Credit Suisse vende Hotel Savoy, "ultimo gioiello di famiglia" - Finanza Report

Sab 27 Aprile 2024 — 03:29

Credit Suisse vende Hotel Savoy, “ultimo gioiello di famiglia”



Attesa per il piano di ristrutturazione della banca svizzera che sarà presentato il prossimo 27 ottobre

credit suisse savoy

Credit Suisse vuole vendere il Savoy Baur Hotel, un albergo di lusso situato accanto alla sede centrale della banca, sulla Paradeplatz di Zurigo.

Secondo il portale Inside Paradeplatz, che ha anticipato la notizia, si tratta dell’ultimo grande immobile ancora di proprietà dell’istituto, fatta eccezione per la sede.

“Credit Suisse valuta regolarmente il proprio portafoglio immobiliare nell’ambito della propria strategia complessiva e, in tale contesto, la banca si è impegnata ad avviare il processo di vendita” dell’Hotel Savoy, ha confermato alla stampa elvetica una portavoce del gruppo. “Valuteremo attentamente tutte le offerte e i possibili acquirenti”.

Il Savoy, albergo a cinque stelle in gestione a Mandarin Oriental, è attualmente chiuso per ristrutturazione: dovrebbe riaprire i battenti nel 2024.

Stando a Inside Paradeplatz la banca avrebbe proposto l’affare al miliardario Gotz Bechtolsheimer, che gestisce anche il gruppo di hotel di lusso Tschuggen. La vendita potrebbe fruttare 400 milioni di franchi.

Sempre secondo Inside Paradeplatz la cessione confermerebbe la situazione di difficoltà del Credit Suisse. Se dovesse andare in porto l’operazione l’istituto avrebbe praticamente venduto tutti i suoi gioielli di famiglia.

La banca svizzera nei giorni scorsi ha rassicurato i propri clienti e il mercato sulla propria solidità in vista di un maxi piano di ristrutturazione.

Il piano sarà presentato il prossimo 27 ottobre e secondo quanto scrive oggi Bloomberg il Credit Suisse starebbe cercando un investitore a cui cedere una quota dello spin-off di alcune attività di investment banking, tra cui quelle di advisory. Le risorse, secondo indiscrezioni raccolte dall’agenzia Bloomberg, dovrebbero servire a fornire capitale, finanziare le assunzioni ed evitare una fuga dei talenti.

Per la nuova società, i cui ricavi arrivano principalmente dagli Usa, Credit Suisse sta valutando di riproporre il nome First Boston, la banca d’affari americana che gli svizzeri rilevarono tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90. Lo scorporo delle attività di advisory, dealmaking e underwriting porterebbe a uno spacchettamento in tre della acciaccata divisione di investment banking del Credit Suisse, che manterrebbe una divisione di trading rimpicciolita e cederebbe le attività di cartolarizzazione e altri asset.

“E’ necessario intraprendere una radicale ristrutturazione delle attività di investment banking anziché una graduale ristrutturazione simile a quelle che abbiamo visto fare molte volte nell’ultimo decennio”, hanno commentato gli analisti di Jp Morgan che attribuiscono ancora al colosso elvetico, provato dagli scandali e dalle perdite, un valore di almeno di 15 miliardi di dollari, ben superiore agli 11 miliardi che capitalizza ora.

Intanto a Zurigo alle ore 15,55 le azioni Credit Suisse segnano +2,38% a 4,208 franchi svizzeri.

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