Finanzareport.it | Banco Bpm: altro no a Mps e gela anche gli analisti di Deutsche Bank - Finanza Report

Dom 12 Maggio 2024 — 14:23

Banco Bpm: altro no a Mps e gela anche gli analisti di Deutsche Bank



Ennesima smentita dopo le ipotesi su una fusione rilanciate dal broker

mps dividendo

Banco Bpm ha rilasciato stamani una smentita dopo le nuove ipotesi di fusione con Mps citate questa volta da un broker e riprese con dovizia di particolari dalla stampa.

La banca di Piazza Meda e il suo amministratore delegato Giuseppe Castagna hanno smentito numerose volte in questi anni i rumors su una possibile fusione Banco Bpm Mps. L’ipotesi peraltro si è rafforzata negli ultimi mesi ed è tornata a fare capolino in un report degli analisti di Deutsche Bank.

“Banco Bpm non è interessata a operazioni di M&A e ribadisce la strategia stand alone, già più volte comunicata e che sarà il presupposto del piano industriale di fine anno”, ha spiegato in mattinata un portavoce di Piazza Meda.

Come detto, all’origine della precisazione ci sono i ragionamenti degli analisti di Deutsche Bank riportati in particolare dal quotidiano Milano Finanza. Per il broker fra l’altro “l’attivismo del governo nel settore bancario” potrebbe essere “un segnale del suo interesse a completare la strategia di uscita da Banca Monte dei Paschi di Siena il prima possibile: uno scenario che potrebbe avere implicazioni positive anche per le valutazioni di Banco Bpm”.

Mps capitalizza 3,2 miliardi di euro e la quota del Mef è pari al 64,2%. Dopo il salvataggio nel 2017, la banca si è impegnata con Bruxelles a uscire dal controllo pubblico entro il 2024 (data ufficiosa in quanto non è mai stata comunicata ufficialmente). Le operazioni di M&A potrebbero “iniziare prima piuttosto che dopo, con Mps come primo e principale candidato coinvolto in un deal”, ipotizza Deutsche Bank. In realtà, precisa, “questa conclusione potrebbe sembrare paradossale: è controintuitivo presumere che un governo che “penalizza” il settore bancario trovi facilmente un acquirente per la sua quota del 64% in Mps. Ma noi riteniamo che il Mef completerà relativamente presto la sua uscita dal Monte, innescando così un effetto a catena su tutte le altre banche, con Banco Bpm in prima posizione per incorporare un maggior appeal speculativo”.

Con il prezzo del titolo Mps del 31% circa sopra il livello dell’aumento di capitale dell’anno scorso (2 euro per azione) e il governo che potrebbe incassare una plusvalenza di 400 milioni circa in caso di uscita tramite un merger, “c’è una chiara finestra di opportunità per accelerare la cessione della quota. Tale incentivo è ancora più forte, considerando che il governo si è impegnato con l’Ue in una strategia di exit: anche se la data limite non è stata divulgata, riteniamo che prima verrà specificata, meglio sarà”. Inoltre la possibile conclusione di alcune indagini che coinvolgono ex dirigenti di Mps alla fine dell’anno può facilitare l’uscita dello Stato, grazie a un contesto più chiaro sui rischi legali per la banca senese: 4,1 miliardi di euro alla fine del secondo trimestre del 2023.

E ancora, dopo lo strappo per la tassa sugli extraprofitti, Deutsche Bank sostiene che l’esecutivo dovrebbe ora mostrare una certa “buona volontà” nei confronti delle banche. Ed eseguire rapidamente l’uscita da Rocca Salimbeni “sarebbe un buon modo per garantirla: un’opzione per favorire tale esito potrebbe essere rappresentata dalla reintroduzione della possibilità di convertire le imposte anticipate, le cosiddette Dta, fuori bilancio in capitale regolamentare in caso di fusione, il che potrebbe ulteriormente aumentare il coefficiente patrimoniale Cet1 di Mps di 1,5-3 miliardi di euro”. In quest’ottica, Banco Bpm rimane la scelta di investimento preferita di Deutsche Bank. Sul titolo la banca tedesca ha infatti rating buy e target price a 5,4 euro. “Banco Bpm offre anche un valore opzionale dovuto al miglioramento della politica di remunerazione ai soci”, spiega il report. Invece, la raccomandazione di Deutsche Bank su Mps è hold con un prezzo obiettivo a 3 euro.

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