Finanzareport.it | Banche, nei 9 mesi più svalutazioni che utili - Finanza Report

Lun 29 Aprile 2024 — 06:10

Banche, nei 9 mesi più svalutazioni che utili



L’analisi della First Cisl Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Banco Bpm e Ubi Banca. Il segretario Romani: “A pesare non è costo del lavoro ma pretese della Bce”

Il lavoro apporta 15 miliardi alle prime cinque banche italiane, mentre le rettifiche sui crediti bruciano redditività per complessivi 10 miliardi. La tendenza emerge dall’analisi reddituale delle “big five” italiane (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Banco Bpm e Ubi Banca) effettuata dall’Ufficio Studi della First Cisl sulla base dei bilanci al 30 settembre, al netto delle operazioni riferite alle bridge bank incorporate da Ubi ed alle ex venete assorbite da Intesa.

“Agli 8 miliardi di utile realizzati dai cinque maggiori gruppi bancari italiani dei primi nove mesi del 2017 – spiega Riccardo Colombani, responsabile dell’Ufficio Studi di First Cisl – hanno dato un enorme contributo i 14,4 miliardi di commissione nette, che sono strettamente correlate al fattore lavoro. Il risultato beneficia poi dei 527 milioni di calo del costo del personale a fronte di una riduzione di ben 7.786 addetti nelle sole big five, senza contare i tagli nelle banche acquisite da Ubi e da Intesa. Insieme, le commissioni nette e il minor costo del personale cubano 15 miliardi, una cifra vicinissima ai 15,7 miliardi complessivi del risultato lordo di gestione. Quanto al costo del lavoro, il dato dei primi cinque gruppi è di 12,6 miliardi, che si confrontano con un margine di intermediazione di 36,3 miliardi”.

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A bruciare redditività nelle banche sono i 10,1 miliardi di rettifiche su crediti, non molto sotto ai 10,5 miliardi dei primi 9 mesi del 2016. Da soli, gli accantonamenti su crediti si mangiano una cifra superiore all’utile netto e che equivale al 70% delle commissioni nette e al 59% dei 17 miliardi di interessi netti raccolti dalle banche. “Se gli npl fossero destinati alla gestione in house da parte di personale specializzato, invece che alla vendita più o meno obbligata, e gli accantonamenti potessero essere effettuati tenendo conto dei recuperi realizzati – sottolinea Colombani -, gli utili tornerebbero a crescere, generando occupazione e sviluppo economico”.

“Finiamola, una volta per tutte, di dire che il costo del lavoro è un peso per il sistema bancario – è il commento del segretario generale di First Cisl, Giulio Romani -. Insieme, le commissioni nette che provengono dall’attività quotidiana dei lavoratori e i minori costi derivanti dal taglio di posti di lavoro ammontano a quasi il doppio dell’utile netto delle prime cinque banche. Il vero peso sono le enormi svalutazioni pretese dai regolatori europei, col risultato che continuiamo a svendere npl che potrebbero invece essere recuperati attraverso una loro gestione paziente, ritornando a dare reddito”.

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