Wall Street al salvataggio di First Republic
Ste. Ne.
17-03-2023 — 09:30
Operazione di sistema da parte di 11 grandi banche che hanno accettato di depositare 30 miliardi di dollari

Banche ancora sorvegliate speciali: dopo la decisione della Banca Nazionale Svizzera di sostenere Credit Suisse con un maxi prestito, negli Stati Uniti è scattata nelle ultime ore un’operazione di sistema per mettere in sicurezza First Republic Bank.
In particolare, 11 grandi banche di Wall Street, fra cui la numero uno Jp Morgan, hanno accettato di iniettare 30 miliardi di dollari nelle casse di First Republic Bank per evitare un effetto domino dopo il fallimento di Silicon Valley Bank, Silvergate e Signature.
Il gruppo di istituzioni finanziarie ha accettato di depositare 30 miliardi di dollari in First Republic per lanciare un segnale di fiducia nel sistema bancario, secondo quanto hanno annunciato le banche nella serata di giovedì.
Bank of America, Wells Fargo, Citigroup e Jp Morgan Chase contribuiranno con circa 5 miliardi di dollari ciascuno, mentre Goldman Sachs e Morgan Stanley depositeranno circa 2,5 miliardi di dollari, hanno detto le banche in un comunicato stampa. Truist, PNC, Us Bancorp, State Street e Bank of New York Mellon depositeranno circa 1 miliardo di dollari ciascuno.
“Questa azione delle più grandi banche americane riflette la loro fiducia nella First Republic e nelle banche di tutte le dimensioni, e dimostra il loro impegno generale nell’aiutare le banche a servire i propri clienti e le comunità”, ha affermato il gruppo di banche in una nota.
I depositi dovranno rimanere in banca per almeno 120 giorni.
La notizia arriva dopo che il titolo di First Republic è finito sotto pressione nei giorni scorsi, in scia ai casi della Silicon Valley Bank e Signature.
Entrambe queste banche avevano un numero elevato di depositi non assicurati, così come First Republic, il che faceva temere che i clienti avrebbero ritirato i loro soldi.
Le azioni First Republic, che hanno chiuso a 115 dollari per azione l′8 marzo, ieri sono arrivate a scendere sotto i 20 dollari. Il titolo è stato fermato ripetutamente durante la sessione ma ha poi recuperato circa il 10% nel corso della giornata, in scia ai primi rumors sull’operazione di sistema, chiudendo a 34,27 dollari per azione.
A Piazza Affari prosegue il recupero del comparto, con l’indice Ftse Italia Banche che a mezz’ora dall’avvio delle contrattazioni segna un +2,2%, 8n linea con la performance delle big Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bper, Banco Bpm, la stessa Mps.