Tim, il Tesoro arruola advisor Ubs

Il Mef ha scelto l’advisor che affiancherà il potenziale socio pubblico nell’offerta congiunta con Kkr sulla rete Tim: si tratta di Ubs, secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera.

L’obiettivo del Tesoro è dare vita a una cordata italiana per la Netco, assieme a F2i e Cdp, che raggiunga una minoranza di blocco di circa il 35% in modo da stoppare potenziali operazioni contrarie agli interessi nazionali e arginare così i timori legati al golden power.

Per tornare a investire direttamente.in un’azienda dopo anni, il Ministero dell’Economia dovrà reperire fra i 2 e i 3 miliardi. Non sarà un’impresa semplice trovarli nelle pieghe di un bilancio che non presenta un eccesso di cassa, come avrebbe fatto notare anche la Ragioneria dello Stato, scrive il
giornale di via Solferino.

Per quanto riguarda il perimetro, fra gli addetti ai lavori si ipotizza che Sparkle, strategica società dei cavi sottomarini, possa finire sotto il controllo di Cdp. La sua valutazione oscilla fra i 500 milioni e gli 1,5 miliardi a seconda delle prospettive. Sparkle è attiva nel florido mercato dei dati, ma dovrà procedere a investimenti e magari ad aggregazioni per affrontare la concorrenza delle big tech che stanno posando nei mari cavi in quantità.

Ma se la maggiore incognita sulla rete Tim è la posizione di Vivendi, primo socio della compagnia telefonica con il 24% circa del capitale, la cordata Kkr-Mef dovrà superare il duplice vaglio delle autorità europee, aggiunge il Corriere. Da un lato, il Tesoro controlla l’83% di Cdp che a sua volta è socia al 60% della rete rivale di Tim, Open Fiber. Un intreccio azionario che potrebbe esigere l’adozione di rimedi antitrust: vengono ipotizzate limitazioni nell’accesso da parte del Mef ad alcune informazioni industriali. L’altro rischio è che l’investimento del Mef possa incorrere nel divieto di aiuti di Stato, anche se la circostanza che sia effettuato a condizioni di mercato potrebbe scongiurare problemi.

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