Telecom (Tim), in arrivo le offerte dei fondi

Telecom (Tim) sotto i riflettori mentre sono confermate in arrivo entro oggi, almeno secondo le ultime indiscrezioni, le offerte dei fondi sugli asset combinati che dovrebbero dare vita alla rete unica con Open Fiber. Intanto in un’intervista al Sole 24 Ore il ceo Luigi Gubitosi difende il modello integrato dell’ex monopolista che sarebbe invece al centro dei timori degli stessi fondi in ottica antitrust.

Tim, si schierano i fondi

I fondi sono stati invitati a farsi avanti per affiancare Telecom nell’operazione d’integrazione con Open Fiber, la joint venture
50-50 tra Enel e Cdp (a sua volta azionista di Tim con circa il 10%).

Le offerte non vincolanti dei fondi infrastrutturali riguardano l’acquisizione congiunta di Open Fiber e degli asset Ftth di Telecom.

In campo, secondo quanto scrive sempre il Sole 24 Ore, ci sono oltre una decina di grandi fondi, fra cui l’unico italiano è F2i.
Vengono inoltre citati Brookfield, Ardian, Antin, Macquarie, fondi pensione come i canadesi Psp e The Canada Pension Plan Investment Board e anche fondi sovrani come Adia (Abu Dhabi), Gic (Singapore) e il colosso cinese China Investment Corp.

In una fase successiva potrebbero prendere forma eventuali consorzi. A quel punto F2i potrebbe allearsi con i canadesi di Psp e il gruppo di Singapore Gic, già sottoscrittori del fondo italiano.

Gubitosi difende il modello integrato

Intanto, come detto, Gubitosi difende il modello integrato di Tim dopo le perplessità espresse da alcuni fondi Usa, e l’ipotesi lanciata da Franco Bassanini, presidente del centro studi Astrid (ma anche di Open Fiber), di una rete unica non controllata da Telecom.

“Mi limito a dire che in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Corea fino alla Germania e al Brasile, il modello di riferimento è quello di un operatore integrato, che in Italia significa Tim. Anche perché le tecnologie sono numerose, evolvono rapidamente, vanno integrate, hanno bisogno di economie di scala e competenze. Le reti devono soddisfare le esigenze dei clienti e solo un operatore integrato può conoscere veramente di cosa ha bisogno il cliente finale. Basta vedere che dove non c’è Tim le diseguaglianze nell’accesso alla rete si riducono più lentamente rispetto alle aree dove Tim può operare liberamente. Eliminare gli squilibri è l’obiettivo più importante da raggiungere e preferisco un approccio al tema pragmatico e fattivo piuttosto che ideologico”.

Ieri a sostenere la tesi di Gubitosi era stata l’Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Tim in uno dei suoi accorati appelli.

Intanto le azioni Telecom scambiano positive: alle ore 11,36 il titolo segna +1,16% a 0,5511 euro.