Sab 30 Settembre 2023 — 18:30

Tassi, Fed si prende una pausa ma prevede nuovi rialzi



Inoltre il costo del denaro secondo le stime è destinato a scendere nel 2024, ma meno di quanto previsto a marzo. Wall Street accelera al ribasso

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Sui tassi la Fed fa la colomba ma non troppo. Come ampiamente atteso, il comitato di politica monetaria (Fomc) ha lasciato oggi il tasso principale invariato in un intervallo obiettivo compreso tra il 5% e il 5,25%. Ma dalle previsioni dei singoli esponenti del Committee, contenute nella cosiddetta “dot plot” (il grafico a punti), emerge che la Fed potrebbe alzare i tassi altre due volte quest’anno. Non solo: il costo del denaro è destinato a scendere nel 2024, ma meno di quanto previsto a marzo (le stime hanno cadenza trimestrale). Wall Street accelera al ribasso.

La pausa arriva dopo ben 10 rialzi dei tassi consecutivi da parte della Fed: ora la banca centrale avrà altre sei settimane per monitorare l’impatto della stretta.

Mantenere i tassi invariati in questa riunione “consente al Comitato di valutare ulteriori informazioni e le sue implicazioni per la politica monetaria”, afferma lo statement diffuso al termine della riunione. La prossima riunione della Fed si terrà il 25-26 luglio.

L’aspetto sorprendente della decisione è arrivato con la “dot plot” in cui i singoli membri del Federal Open Market Committee indicano le loro aspettative sui tassi. I punti si sono spostati decisamente verso l’alto, spingendo l’aspettativa mediana sui tassi 5,6% entro la fine del 2023. Supponendo che il comitato si muova con incrementi di un quarto di punto, ciò implicherebbe altri due aumenti nei restanti quattro meeting in calendario quest’anno.

Due membri non prevedono aumenti quest’anno, mentre quattro ritengono che sarà solo uno; e nove esponenti, o metà del comitato, ne prevedono due. Altri due membri hanno aggiunto un terzo rialzo mentre uno ne ha visti altri quattro, sempre ipotizzando movimenti di un quarto di punto.

I membri hanno anche rivisto le loro previsioni per gli anni futuri, anticipando ora un tasso sui Fed Funds del 4,6% nel 2024 e del 3,4% nel 2025, da 4,3% e 3,1% rispettivamente.

Tuttavia l’inflazione (PCE) è vista calare a 3,2% quest’anno da +3,3%, mentre il dato core viene invece alzato a 3,9% da 3,6%. Cresce anche l’economia, stando alle stime aggiornate, che vedono il Pil Usa a +1% nel 2023 dalla stima precedente di +0,4%. Il tasso di disoccupazione è visto al 4,1% dal 4,5% stimato a marzo.

Il presidente della Fed Jerome Powell ha dato il via alla sua conferenza stampa osservando che più di un anno di aumenti dei tassi di interesse non hanno ancora dispiegato i propri effetti nell’economia. “Abbiamo assistito agli effetti dell’inasprimento della nostra politica e della domanda nei settori più sensibili ai tassi di interesse dell’economia, in particolare l’edilizia abitativa e gli investimenti”, ha aggiunto. “Ci vorrà tempo, tuttavia, perché si realizzino tutti gli effetti della stretta monetaria, in particolare sull’inflazione”.

A Wall Street gli indici, inizialmente deboli poco sotto la parità, accelerano al ribasso, con perdite più marcate sul Dow Jones in calo di oltre 1 punto percentuale. L’eurodollaro frena ma si mantiene sopra 1,08, in previsione del meeting Bce di domani che dovrebbe alzare i tassi di 25 punti base (questo, nonostante l’Eurozona si trovi ufficialmente in recessione). Sull’obbligazionario corrono i rendimenti del treasury a 2 anni, mentre sono poco mossi sul decennale.

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