Previsioni FED, quando saranno tagliati i tassi?
Stefano Neri
19-09-2023 — 15:46
Il comitato di politica monetaria (Fomc) secondo le previsioni dovrebbe restare fermo, ma potrebbe ancora tenere il mercato sulle spine

Dopo le manovre della Bce, occhi puntati domani sui verdetti sulla Fed, la banca centrale più importante del mondo. Il comitato di politica monetaria (Fomc) secondo le previsioni dovrebbe restare fermo, ma potrebbe ancora tenere il mercato sulle spine, in vista dei meeting di novembre e dicembre, probabilmente alludendo a un possibile ultimo rialzo dei tassi nei mesi a venire. Cresce dunque anche l’attesa per le stime trimestrali aggiornate su inflazione, crescita e futuro andamento dei tassi (la “dot plot” che riassume le posizioni dei vari esponenti del Fomc).
Previsioni Fed
Gli analisti della banca britannica Barclays stimano che la Fed “alzerà i tassi di 25 punti base a novembre e manterrà i tassi su questo livello fino a settembre 2024″, si legge in una nota pubblicata lunedì.
Il mercato dei future scommette invece che i tassi resteranno sugli attuali livelli (ossia nella forchetta 5,25-5,50%) fino a giugno 2024, quando saranno tagliati di 25 punti.
In ogni caso si può ipotizzare una sorta di allineamento fra le maggiori banche centrali occidentali. La settimana scorsa infatti la Bce ha alzato il costo del denaro di un altro quarto di punto, portandolo al nuovo massimo storico del 4,5% e mettendo nero su bianco che il picco dovrebbe essere stato raggiunto, anche se continuerà a monitorare i dati. Stesso discorso per la Bank of England, che secondo le previsioni potrebbe aumentare il costo del denaro di altri 25 punti base al 5,5% nel meeting in calendario domani, e poi fermarsi.
L’aumento del prezzo del petrolio verso i 100 dollari rappresenta un altro grattacapo per la politica monetaria e questo potrebbe giustificare un approccio sempre più vigile sul fronte dell’inflazione.
I tassi d’interesse resteranno dunque elevati a lungo. Ma quanto?
“Dopo il rialzo dovish ben congegnato della scorsa settimana, riteniamo che la Bce, come la Fed, abbia ormai raggiunto il “picco dei tassi” e ci aspettiamo che questa settimana anche la Bank of England si unirà al club con un ultimo rialzo di 25 punti base”, commenta in una nota Gilles Moëc, AXA Group Chief Economist and Head of AXA IM Research. “Tuttavia, tutte e tre le banche centrali ribadiranno di essere dipendenti dai dati e non esiteranno a ricorrere a nuovi rialzi se necessario. Anche negli Stati Uniti, dove la decelerazione dell’inflazione core è più avanzata, la Fed non può ignorare alcuni deboli ma scomodi segnali che indicano che la pressione sui prezzi rimane troppo forte”. Jay Powell “dovrà ‘fare un discorso da falco’ pur restando sulle sue posizioni, e ci aspettiamo che il Fomc lasci aperta la possibilità di un ulteriore rialzo per il 2023, anche se non riteniamo che sarà necessario agire in tal senso, data la nostra previsione di una fine d’anno piuttosto mediocre per la crescita degli Stati Uniti. Potrebbero inoltre verificarsi interessanti cambiamenti nella valutazione del Fomc sul tasso di policy di “lungo periodo”. Tutto ciò prolungherebbe il recente andamento dei mercati, che prezzano meno tagli per il 2024”. Quanto alle previsioni sulle mosse della Banca centrale europea, “il mercato non ha modificato il suo giudizio sulla Bce per la fine del prossimo anno, e riteniamo abbastanza azzardato il 50% di probabilità di un taglio dei tassi già a marzo 2024. Secondo le nostre stime il primo taglio dei tassi non dovrebbe avvenire prima di giugno 2024 (quindi con una probabilità molto inferiore al 100%)”.
Bank of England
Secondo Steven Bell, Chief Economist Emea di Columbia Threadneedle Investments, “può sembrare una domanda strana da porsi subito dopo l’ultimo aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea e in vista delle riunioni della Fed e della Banca d’Inghilterra di questa settimana. Quest’ultima aumenterà probabilmente i tassi, mentre la Federal Reserve statunitense si appresta a mantenerli fermi, confermando però la volontà di ulteriori possibili aumenti. Anche la Banca del Giappone, dopo aver mantenuto i tassi ufficiali in territorio negativo per molti anni, prevede ora un aumento, sebbene non prima della fine dell’anno. È naturale, dunque, chiedersi quando i tassi potrebbero scendere. Nel Regno Unito, Stati Uniti ed Eurozona questi hanno raggiunto, o quasi, il loro picco e le rispettive banche centrali hanno dichiarato che i tagli dei tassi avverranno quando si sentiranno sicure che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il target del 2%”.
Quando avverranno i primi tagli? “Prevediamo che gli Stati Uniti ridurranno i tassi di interesse all’inizio del 2024 e che Regno Unito ed Eurozona seguiranno subito dopo. Se così fosse, sarebbe una piacevole sorpresa per il mercato, che stima oggi un mantenimento dei tassi ai livelli attuali, o al di sopra, fino al 2024 inoltrato. Abbiamo, infatti, chiaro che la politica monetaria opera con ritardi lunghi e variabili. Le banche centrali cercano di guardare avanti, inasprendo la politica prima che l’inflazione decolli e allentandola prima che la recessione colpisca”.
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