Finanzareport.it | Popolare Bari, la Ue cambia rotta: nessun aiuto di Stato nell'acquisto di Tercas - Finanza Report

Ven 19 Aprile 2024 — 21:33

Popolare Bari, la Ue cambia rotta: nessun aiuto di Stato nell’acquisto di Tercas



La Corte di giustizia della Ue boccia la decisione della Commissione Europea che ha accusato il Fondo Interbancario di aver concesso un aiuto pubblico alla popolare pugliese. L’Abi chiede rimborsi

sciopero popolare bari

La Banca Popolare di Bari non ha goduto di alcun aiuto di Stato nell’acquisizione di Banca Tercas. Lo ha stabilito Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che, nell’accogliere il ricorso dell’Italia e della banca pugliese (sostenuto dalla Banca d’Italia) ha così annullato la decisione della Commissione Ue di bocciare nel 2014 l’intervento di salvataggio dell’istituto teramano a causa dei fondi concessi dal Fondo Interbancario (Fitd) alla stessa Popolare di Bari.

Popolare Bari, la sentenza Ue su Tercas

Per la corte la Commissione Ue “non ha dimostrato che i fondi concessi a Tercas a titolo di sostegno del Fitd fossero controllati dalle autorità pubbliche italiane”.

Invece “spettava alla Commissione disporre d’indizi sufficienti per affermare che tale intervento è stato adottato sotto l’influenza o il controllo effettivo delle autorità pubbliche e che, di conseguenza, esso era, in realtà, imputabile allo Stato. Nel caso di specie, la Commissione non disponeva d’indizi sufficienti per una tale affermazione. Al contrario, esistono nel fascicolo numerosi elementi che indicano” che il fondo interbancario “ha agito in modo autonomo al momento dell’adozione dell’intervento a favore di Tercas”.

L’Europa e il ruolo del Fitd

La corte ritiene inoltre che “il mandato conferito al FITD dalla legge italiana consista unicamente nel rimborsare i depositanti (entro il limite di 100.000 euro per depositante), in quanto sistema di garanzia dei depositi, quando una banca membro di tale consorzio è oggetto di una liquidazione coatta amministrativa. Al di fuori di tale ambito, il Fitd non agisce in esecuzione di un mandato pubblico imposto dalla normativa italiana. Gli interventi di sostegno a favore di Tercas hanno quindi una finalità diversa da quella derivante da detto sistema di garanzia dei depositi in caso di liquidazione coatta amministrativa e non costituiscono l’esecuzione di un mandato pubblico”.

L’autorizzazione della Banca d’Italia per l’intervento a favore di Tercas non costituisce quindi un indizio di un aiuto di Stato. Del resto i funzionari della Banca d’Italia che assistevano alle riunioni degli organi direttivi del fondo hanno avuto solo un ruolo passivo di osservatori. Inoltre, l’intervento di Palazzo Koch nei negoziati tra il fondo, la popolare barese e il commissario straordinario di Tercas “è solo espressione di un dialogo legittimo e regolare con l’autorità di vigilanza, senza che quest’ultimo abbia avuto un impatto sulla decisione del Fitd d’intervenire a favore” dell’istituto teramano.

L’Abi chiede rimborsi

“Grande soddisfazione” è stata espressa da parte dell’Abi. Ora, affermano il presidente Patuelli e il dg Sabatini, la “Commissione Europea rimborsi i risparmiatori e le banche concorrenti danneggiate dalle conseguenze delle sue non corrette decisioni che hanno imposto nel 2015 la risoluzione delle »quattro banche” e altri interventi di salvataggio bancario più onerosi delle preventive iniziative del Fitd che “trae nuova legittimità per recuperare in pieno le sue funzioni statutarie”.

Da registrare il commento della Popolare di Bari, che apprende “con viva soddisfazione, il pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha accolto le ragioni del ricorso avanzate dalla Banca contro la decisione della Commissione Europea di considerare “aiuto di Stato” l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (costituito da soli fondi privati) per il salvataggio di Tercas”.

Questa decisione assunta nel dicembre del 2015 “ha causato ingenti danni alla Banca, ai suoi soci e a tutti gli altri stakeholder – prosegue la popolare pugliese -, anche per i notevoli ritardi provocati nella programmata azione di crescita e sviluppo del Gruppo Banca Popolare di Bari. Ciò indurrà gli organi aziendali ad assumere determinazioni su eventuali azioni di rivalsa e di richiesta di risarcimenti nei confronti della Comunità Europea”.

“Questa pronuncia – ha dichiarato il Presidente Marco Jacobini – ci ripaga di anni di amarezze e di difficoltà che abbiamo dovuto affrontare per proseguire l’azione di salvataggio di Tercas, alla quale la Banca ha lungamente lavorato nell’interesse dei risparmiatori”.

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