Oliveti (Enpam): scommetto su Italia con Tim e banche
Redazione FR
04-01-2024 — 12:25
Il presidente della cassa dei medici spiega il senso dei numerosi investimenti messi a segno negli ultimi mesi

Da Banco Bpm a Tim passando per Mediobanca: in un’intervista Alberto Oliveti, presidente Enpam, ha spiegato il senso dei numerosi investimenti messi a segno negli ultimi mesi dalla cassa di previdenza dei medici e degli odontoiatri.
Un ente con due anime, ha spiegato il manager al quotidiano La Stampa: “La prima è quella caratteristica: pagare le pensioni“. La seconda, cosiddetta “strumentale” è quella che ha portato agli investimenti nelle banche e recentemente in Telecom.
Come ricorda Oliveti, Enpam è tra i sottoscrittori del fondo promosso da F2i che investirà nella rete Tim. Sempre in F2i, Enpam fa anche parte degli azionisti che hanno scelto di non rinnovare il patto di sindacato.
“Crediamo in F2i, altrimenti non avremmo investito mezzo miliardo nei veicoli promossi dalla società. Abbiamo investito nel fondo Ania, in quello di private debt e ora nel fondo digitale, quello dedicato alla rete di Tim”.
Il patto in F2i, prosegue, “risale al marzo 2019, quando entrammo avevamo condiviso le finalità. Se a ottobre non avessimo disdettato, il patto si sarebbe rinnovato in automatico per altri 5 anni. Il punto è che tra 2019 e 2024 nel mondo sono cambiate molte cose. E la stessa F2i progetta di cambiare”. Il fondo guidato da Renato Ravanelli “ora punta a una visione paneuropea sostenendo che in Italia ci siano meno opportunità di investimento, valutazione che non condividiamo del tutto. E comunque nell’ipotesi di virare verso un approccio paneuropeo allora va cambiato il profilo dell’investimento e se non avessimo disdettato non ci sarebbero state valutazioni per altri cinque anni. Crediamo che sia un’attività legittima da parte dell’azionista mettere in discussione le linee industriali del management”.
C’è stata anche l’ipotesi che il management rilevasse quote della società, che posizione ha l’Enpam a riguardo? “Nulla osta che il management possa compartecipare all’azionariato. Ma questo non può avvenire attraverso aumento di capitale riservato diluendo le partecipazioni degli altri soci”, la risposta di Oliveti. “Se qualcuno compra è perché qualcuno vende. Resta che crediamo molto in F2i, tanto è vero che siamo stati i primi a investire nell’operazione Tim”.
E a proposito della rete Tim, “l’investimento sul 5G è fondamentale per il Paese e quindi anche per l’area medica, il cui futuro va dalla telemedicina a una digitalizzazione sempre più accentuata. Noi abbiamo fatto la nostra parte puntando 100 milioni e ne aggiungeremo altri 23”.
Enpam in occasione della re ente assemblea Mediobanca ha appoggiato la lista di minoranza di Caltagirone. “Abbiamo investito 110 milioni per costruire nell’arco di più di 12 mesi una posizione
dell’1,17%. Arrivati al momento delle consultazioni e constatando che in ogni caso l’ad di Mediobanca, ossia uno dei motivi per cui abbiamo investito quei soldi, non sarebbe stato messo in discussione, abbiamo evidenziato un problema nel sistema di rappresentanza dei soci. Sapevamo che la nostra posizione non avrebbe cambiato la governancee ci siamo sentiti liberi di pensare che avrebbe fatto bene dare una spinta verso una maggiore compliance. Del nostro investimento in Mediobanca siamo soddisfatti, ma una maggiore apertura farebbe bene all’istituto”.
Fra gli altri istituti di credito, “abbiamo il 2% di Banco Bpm ma anche lo 0,62% di Intesa Sanpaolo“. Di recente Enpam è entrata nel capitale della Banca del Fucino. Sulle assicurazioni “non abbiamo deciso. Di sicuro il mondo assicurativo ha molte connessioni con il sistema sanitario”.
Ma quanto pesano gli investimenti sul bilancio di Enpam? “Il patrimonio totale sfiora i 26 miliardi. Più del 47% è investito in obbligazioni, tra titoli di Stato e corporate. I beni reali (tra immobili e infrastrutture) pesano per oltre il 23% con 6 miliardi. Alle azioni abbiamo riservato 3,4 miliardi, il
13,2% del totale”. Per statuto l’obiettivo di Enpam è garantire un rendimento dell’1% netto, “ora registriamo un 3,5% netto”.