Finanzareport.it | Mediaset su in Borsa, per giustizia Ue Vivendi può detenere il 28,8% - Finanza Report

Gio 28 Marzo 2024 — 21:03

Mediaset su in Borsa, per giustizia Ue Vivendi può detenere il 28,8%



Fronte aperto da fine 2016 con la scalata dei francesi. La norma italiana “è contraria al diritto dell’Unione”. Il Biscione si dice pronto a diversificare nella rete delle tlc

mediaset vivendi

(Articolo aggiornato dopo la chiusura di Borsa) – Mediaset brillante in Borsa dopo la decisione della Corte Ue che ha dato ragione a Vivendi sulla norma della legge Gasparri che “impedisce a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset”, un fronte caldo aperto dal 2016 con la scalata dei francesi al gruppo del Biscione.

Mediaset, Vivendi per la Ue può avere il 28,8%

La Corte di Giustizia europea in particolare ha accolto il ricorso di Vivendi sul Tusmar della legge Gasparri, sostenendo che la norma italiana che “è contraria al diritto dell’Unione”.

Dopo la scalata di Vivendi nel capitale di Mediaset a fine 2016, che aveva portato il gruppo francese al 28,8% del capitale sociale del gruppo italiano, Mediaset si era rivolta all’Agcom sostenendo che la posizione di Vivendi fosse in violazione delle norme italiane a difesa del pluralismo dell’informazione a causa della partecipazione rilevante già detenuta dai francesi in Telecom Italia.

L’Agcom, con delibera dell’aprile 2017, aveva imposto a Vivendi di scegliere se congelare sotto il 10% in Tim o in Mediaset e i francesi avevano ottemperato alla disposizione trasferendo a Simon Fiduciaria il 19,19% di Mediaset e mantenendo dunque una posizione inferiore al 10%.

Vivendi aveva però impugnato la delibera Agcom al Tar del Lazio che si era rivolto alla Corte di Giustizia Ue per verificare la compatibilità delle norme italiane con l’articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea relativo alla libertà di stabilimento.

Le quote Vivendi in Mediaset e Tim

Vivendi è il principale azionista di Telecom con una quota del 23,9%. Tuttavia secondo la sentenza odierna della Corte, la norma italiana al centro del ricorso “costituisce un ostacolo vietato alla libertà di stabilimento, in quanto non è idonea a conseguire l’obiettivo della tutela del pluralismo dell’informazione”. La Corte ricorda, innanzitutto, che l’articolo 49 del Trattato Ue impedisce qualsiasi provvedimento nazionale che possa ostacolare o scoraggiare l’esercizio, da parte dei cittadini dell’Unione, della libertà di stabilimento. Come appunto, ricordano gli stessi giudici europei, è il caso della normativa italiana che vieta a Vivendi di mantenere le partecipazioni che essa aveva acquisito in Mediaset o che deteneva in Telecom Italia, obbligandola quindi a porre fine a tali partecipazioni, nell’una o nell’altra di tali imprese, nella misura in cui esse eccedevano le soglie previste.

La Corte osserva inoltre che, “anche se una restrizione alla libertà di stabilimento può, in linea di principio, essere giustificata da un obiettivo di interesse generale, quale la tutela del pluralismo dell’informazione e dei media, ciò non avviene nel caso della disposizione in questione, non essendo quest’ultima idonea a conseguire tale obiettivo”.

Il Biscione potrebbe diversificare sulla rete

In un comunicato diffuso nel pomeriggio, Mediaset ha preso atto della sentenza, approfittandone per sparigliare le carte.

“Se, al contrario di quanto prevede oggi la legge italiana, si aprissero possibilità di convergenza tra i leader delle Tlc e dell’editoria televisiva, Mediaset che in tutti questi anni è stata vincolata e penalizzata dal divieto valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia di business Tlc già a partire dai recenti sviluppi di sistema sulla Rete unica nazionale in fibra”, spiega la nota.

Mediaset Espana

A Piazza Affari la notizia ha riportato sotto i riflettori il titolo Mediaset, partito peraltro questa mattina in alatalena dopo la semestrale diffusa da Mediaset Espana.

La controllata iberica del Biscione ha archiviato i primi sei mesi dell’anno con un utile di 70 milioni (-45,1%) su ricavi totali netti per 375,1 milioni (-22,3%); i ricavi pubblicitari netti, impattati dal Covid, sono scesi del 30% nel periodo a 314 milioni.

In Borsa le azioni Mediaset segnano in chiusura +5,18% a 1,583 euro; a Parigi Vivendi cede lo 0,7%.

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