Iccrea, si apre uno scontro legale con Cassa Centrale Banca
Rosario Murgida
30-01-2019 — 16:20
Il polo trentino impugna le modifiche statutarie e lancia strali contro il nuovo limite all’esercizio dei diritti di voto. Al centro della contesa c’è sempre la valorizzazione del 22% di Iccrea in mano a Ccb e alle sue affiliate
Cassa Centrale Banca decide di adire alle vie legali per risolvere la disputa sul 22% detenuto nel capitale di Iccrea.
La banca trentina, secondo quanto emerge da una lettera inviata al polo romano e alla Banca d’Italia, ha deciso di impugnare le modifiche statutarie approvate recentemente dagli azionisti di Iccrea per trasformare la holding nella capogruppo del nuovo polo di istituti cooperativi. Nel mirino è finita soprattutto la nuova soglia del 10% per l’esercizio dei diritti di voto.
Ccb ha definito le modifiche apportate allo Statuto “assai pregiudizievoli” per i suoi interessi e per quelli delle banche sue affiliate titolari di azioni Iccrea. I trentini ritengono di aver subito un danno patrimoniale con l’inserimento del nuovo limite statutario “senza introdurre forme di compensazione” e l’esercizio del diritto di recesso.
La nuova soglia, definita come “ingiustificata” e “arbitrariamente indicata”, non è funzionale al progetto di trasformazione di Iccrea in gruppo bancario e pertanto deve essere modificata per includere il diritto al recesso.
Cassa Centrale Banca, da sempre intenzionata a farsi riconoscere i 52,8 euro del valore di carico delle azioni in mano sua e delle affiliate, potrebbe ora chiedere l’invalidazione dell’assemblea ma un accordo in extremis non è del tutto escluso dopo i mesi di dialogo intercorsi tra le parti pur di risolvere la questione. Del resto Iccrea si è sempre detta disponibile ad aprire una trattativa per raggiungere un compromesso prima dell’assemblea dello scorso 10 gennaio. Tuttavia da Trento la risposta è stata inequivocabile: l’assenza in assemblea.