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Mer 04 Dicembre 2024 — 23:39

Effetto Trump: chi vince in Borsa, da Tenaris a Leonardo



Favorite le società più esposte negli Usa a investimenti in infrastrutture, a deregolamentazioni, a minori sussidi e al calo delle tasse

dazi usa lista trump

Effetto Trump già a pieni giri oggi in Borsa dopo il voto, con rialzi che premiano alcuni dei titoli esposti al mercato americano e alle politiche del candidato repubblicano che torna alla presidenza degli Stati Uniti.

Secondo gli analisti di Intermonte, nell’azionario le implicazioni positive riguarderanno le società più esposte negli Usa a investimenti in infrastrutture, a deregolamentazioni, a minori sussidi e al calo delle tasse e i gruppi che producono direttamente negli Stati Uniti (tra le italiane Tenaris, Prysmian, Buzzi, Diasorin) mentre possibili penalizzazioni riguarderanno società esposte ai dazi come Stellantis o titoli del lusso che esportano al di là dell’Atlantico.

L’impatto delle politiche di Trump in Borsa dovrebbe poi riguardare la difesa. Con un possibile minore impegno di Washington a livello internazionale e nella Nato, diversi operatori si aspettano che l’Europa debba aumentare ulteriormente il proprio focus sul rafforzamento della difesa e questo dovrebbe favorire le aziende del comparto come Leonardo.

Luigi de Bellis, co-head dell’ufficio studi Equita, si aspetta “un rimbalzo immediato delle borse soprattutto americane, meno invece di quelle europee e un rafforzamento del dollaro. L’aumento dei rendimenti obbligazionari sarà leggero (+15/+20 punti base) perché erano già saliti di recente, mentre sull’azionario gli impatti più positivi dovrebbero riguardare i comparti value/ciclici tradizionali e le small cap”. Le altre asset class che dovrebbero trarre benefici da Trump alla Casa Bianca sono le criptovalute e “l’oro nel medio termine per politiche fiscali piu’ aggressive che necessiteranno di maggior liquidità da parte del governo Usa”, secondo de Bellis che, per quanto riguarda i comparti economici, si aspetta una deregulation a favore dei servizi finanziari, dell’energia e della sanità mentre le tensioni commerciali prevedibili tra gli Stati Uniti e l’Europa potrebbero aumentare ulteriormente la pressione sui costruttori auto del Vecchio Continente.

In generale Le politiche annunciate dal tycoon in campagna elettorale – tariffe all’import su molti beni, riduzione delle tasse, nuovo giro di vite sull’immigrazione e deregulation su oil&gas – dovrebbero spingere l’inflazione e la crescita economica degli Usa nei prossimi due anni, scrivono gli analisti di Unicredit, ma la Federal Reserve potrebbe mettere in stand by il taglio dei tassi (dopo quello scontato di domani e un altro previsto a dicembre): “E’ probabile che la Fed entri in una fase di attesa vista l’incertezza sui tempi e sulla portata delle misure che Trump vorrà mettere in atto”.

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