Finanzareport.it | Consob: società quotate in mano a famiglie e Stato, si rafforzano soci esteri - Finanza Report

Sab 20 Aprile 2024 — 03:03

Consob: società quotate in mano a famiglie e Stato, si rafforzano soci esteri



I numeri del Rapporto annuale sulla corporate governance

consob quotate

Elevata concentrazione e limitata contendibilitá del controllo continuano a connotare gli assetti proprietari delle societá quotate italiane. E’ quanto evidenzia la Consob nel Rapporto annuale sulla corporate governance delle societá italiane quotate in Borsa.

Il modello di controllo prevalente infatti continua ad essere quello familiare (145 societá che pesano per il 25,6% della capitalizzazione di mercato; le imprese a controllo pubblico pesano per il 39,7%). A fine 2019 il 15,8% delle societá (35% della capitalizzazione di mercato) appartiene a strutture orizzontali, piramidali o miste (44% nel 1998).

Le societá controllate, di diritto ovvero da un azionista con una quota di capitale inferiore al 50% ovvero attraverso patti parasociali, sono nel complesso 196 (203 nel 2018) e pesano sul listino e sulla capitalizzazione di mercato rispettivamente per l’86% e il 72% (88% e circa 77% nell’anno precedente).

Consob evidenzia poi che le societá quotate a proprietá dispersa sono 19 e rappresentano circa un quarto della capitalizzazione di mercato, raggiungendo i valori piú alti dal 2010 (quando si contavano 11 emittenti rappresentativi di poco piú del 20% del valore totale del listino).

In linea con gli anni precedenti, il controllo è riferibile in prevalenza alle famiglie, seguite da Stato ed enti locali, anche in termini di capitalizzazione complessiva pesano meno delle imprese pubbliche e degli emittenti in cui non è possibile individuare un ultimate controlling agent.

A fine 2019, prosegue Consob, le societá italiane quotate sull’Mta di Borsa Italiana sono 228, con una capitalizzazione complessiva che supera i 537 miliardi di euro. La presenza di investitori istituzionali nell’azionariato rilevante delle societá tricolori a fine 2019 mostra un incremento sia nel numero di imprese in cui essi detengono partecipazioni superiori alla soglia di trasparenza proprietaria (67 societá, 5 in piú rispetto al 2018) sia nel numero complessivo di partecipazioni in capo ad azionisti istituzionali (pari a 90, 11 in piú rispetto al 2018).

Gli investitori istituzionali italiani sono con maggior frequenza azionisti rilevanti di imprese di piccole dimensioni e sembrano non privilegiare uno specifico settore di attivitá, mentre quelli esteri sono
presenti nel capitale di societá la cui dimensione è piú diversificata (con una frequenza piú elevata tra quelle del Ftse Mib) e nelle imprese industriali.

E’ inoltre aumentata la presenza di investitori esteri (complessivamente 75 partecipazioni rilevanti, 10 in piú rispetto al 2018), soprattutto asset manager, mentre si è interrotta la tendenza alla riduzione del numero di partecipazioni di investitori italiani osservata nell’ultimo decennio (in totale 15, rispetto al valore minimo di 13 nel 2017).

A fine 2020 il modello tradizionale di governance si conferma il piú adottato dalle societá quotate italiane, essendo solo tre le imprese che hanno scelto il modello monistico e solo una il dualistico. In
particolare, a fine 2020, 220 societá quotate italiane su 224 hanno adottato il modello tradizionale di governance, pari al 92% della capitalizzazione di mercato, mentre 3 imprese preferiscono il monistico (8% del valore del listino).

Il dualistico è stato gradualmente abbandonato: a fine anno è scelto da una sola societá, che rappresenta meno dell’1% del mercato (7 societá nel 2009, pari al 12% della capitalizzazione totale).

Come negli anni precedenti, i consigli di amministrazione sono composti in media da 10 membri, metá dei quali indipendenti ai sensi del Codice di Autodisciplina o del Testo Unico della Finanza (TUF). Gli amministratori di minoranza, presenti in media in oltre il 51% degli emittenti quotati, sono piú frequenti tra le societá del Ftse Mib (73,5% dei casi) e del Mid Cap (83,3%).

Nel 2020 si conferma estremamente contenuta la frequenza delle donne ai vertici delle quotate in Borsa poichè ricoprono il ruolo di amministratore delegato in 15 societá, rappresentative di poco piú del 2% del valore totale di mercato e di presidente dell’organo amministrativo in 26 emittenti, pari al 18% della capitalizzazione complessiva, quasi la metá del dato per il 2019.

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