Finanzareport.it | Cimolai presenta proposta di concordato, la famiglia avanti da sola? - Finanza Report

Sab 20 Aprile 2024 — 04:12

Cimolai presenta proposta di concordato, la famiglia avanti da sola?



Il gruppo è anche finito nel mirino di diversi pretendenti fra cui il colosso Webuild, Pizzarotti e Rizzani

cimolai

Cimolai ha presentato richiesta di concordato davanti al Tribunale di Trieste e a quello di Londra, dove la società di Pordenone è stata chiamata in causa da banche e intermediari finanziari.

La famiglia Cimolai, secondo quanto ricostruiscono fonti di stampa, vorrebbe provare ad andare avanti da sola nel salvataggio del colosso dell’acciaio.

Nelle scorse settimane erano invece circolate voci di un interessamento da parte di alcune pretendenti per Cimolai fra cui il colosso Webuild, Pizzarotti e Rizzani.

Dopo aver cercato per diversi mesi soci industriali pronti a condividere il rilancio dell’impresa messa in difficoltà da una serie di derivati sul dollaro, scrive oghi MF-Milano Finanza, il desiderio della famiglia e del presidente Luigi Cimolai è di proseguire la strada da sola, senza per ora farsi accompagnare da partner finanziari. Il giornale tuttavia non esclude che sia “una mossa per prendere tempo” e ricorda che sul tavolo dell’advisor Lazard (al lavoro anche per tracciare tutte le sofferenze) sono arrivate quasi 10 manifestazioni di interesse.

Il gruppo internazionale di engeneering, solido dal punto di vista industriale e con oltre mille addetti, è stato messo in forte difficoltà da una serie di contratti su derivati di tipo Tarf (Targeted accrual redemption forward) con scadenze fino a novembre 2023 e fondati sulla scommessa di un cambio sul dollaro fino a 1,15. Nel 2022 l’euro è stato a lungo sono la parità e questo ha innescato le prime perdite.

Cimolai ha presentato una proposta di concordato che, alla luce di una prima stima del valore di liquidazione di 150-170 milioni, prevede il pieno riconoscimento dei crediti privilegiati (il cui valore si aggira intorno ai 230 milioni) e una quota di circa il 15% per i creditori chirografari. Stando alle linee presenti nel fascicolo presentato al tribunale, il progetto ruoterebbe attorno ad una cosiddetta good company, la parte della società dove vengono fatte confluire le commesse (circa 800 milioni di euro alla fine del 2022) e una bad company, che raggrupperebbe le sofferenze.

Adesso la parola passa ai tribunali, che entro una decina di giorni potrebbero decidere se accettare o meno la proposta di concordato targata Cimolai.

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