Finanzareport.it | Carige: nuova offerta di Apollo. Le banche chiamano lo Stato - Finanza Report

Ven 19 Aprile 2024 — 04:23

Carige: nuova offerta di Apollo. Le banche chiamano lo Stato



L’aumento di capitale potrebbe avere dimensioni maggiori di quello fissato dai commissari: rispetto ai 630 milioni ipotizzati, si salirebbe a 800 milioni

carige tribunale di genova

Il fondo Usa Apollo ha presentato una nuova proposta non vincolante per il salvataggio di Carige. A renderlo noto nella tarda serata di ieri è stata la stessa banca ligure in un comunicato di poche righe, che nel titolo sottolinea come si tratti di un “aggiornamento” sulla “ricerca di una soluzione privata”. Questo mentre nel pomeriggio di ieri, respingendo come ampiamente previsto la prima proposta di Apollo, le banche del Fitd hanno aperto a un proprio intervento nella ricapitalizzazione di Carige, ma senza escludere la partecipazione di “partner pubblici”, cioè del Tesoro, non è chiaro in quale forma. Tutto ciò mentre sale l’attesa per la riunione di domani della Vigilanza Bce con all’ordine del giorno il caso Carige.

Carige: nuova proposta di Apollo

Proprio l’incombere dell’appuntamento con la Bce avrebbero convinto il Fondo interbancario a scendere in campo, quanto meno per non correre il rischio di presentarsi “a mani vuote” domani all’appuntamento con la Vigilanza europea. In sostanza, per prendere tempo. I commissari di Carige intanto hanno inoltrato allo stesso Fitd e agli azionisti di riferimento (Malacalza) la nuova proposta ricevuta da Apollo. Questo il comunicato diffuso ieri verso le ore 23: “Carige comunica che nella serata i Commissari hanno ricevuto da Apollo Global management una proposta di intervento a supporto della Banca. La proposta, che prevede la partecipazione del Fitd (il Fondo interbancario appunto, ndr) e degli attuali azionisti di riferimento, è stata agli stessi prontamente inoltrata per le valutazioni del caso”.

Le banche pronte a salvare Carige

Ieri, respingendo la prima propsota del fondo Apollo, il fitd ha espresso “un fermo intendimento di intervenire, anche in tempi ristretti, nella soluzione della crisi della banca, con la disponibilità a valutare – nell’ambito dei propri organi e in coerenza con le disposizioni statutarie – proposte di intervento che prevedano la partecipazione degli attuali azionisti e di partners pubblici o privati”.

Le banche hanno aggiunto che da oggi sarebbe stata in sostanza avviata una due diligence su Carige: “Lo Schema volontario avvierà un’analisi approfondita degli assetti tecnici e organizzativi della banca per definire il fabbisogno di capitale e le connesse proiezioni economiche-pluriennali, idonee a sostenere un piano industriale efficace e credibile”.

Carige, quale ruolo per il Tesoro

Ma quali potrebbero essere questi partner pubblici? Secondo quanto scrive oggi il Messaggero potrebbe trattarsi del Mediocredito Centrale, di proprietà del Tesoro tramite Invitalia.

Da parte sua il Fitd dovrebbe acquistare dallo Schema volontario dello stesso fondo il bond subordinato per 313 milioni e potrebbe anche rilevare la tranche di 1,8 milioni da Banco Desio. Il prestito obbligazionario verrebbe convertito in un aumento di capitale Carige che sarebbero però di dimensioni maggiori di quello fissato dai commissari: rispetto ai 630 milioni ipotizzati, si potrebbe salire a 800 milioni.

Per quanto riguarda un eventuale impegno aggiuntivo, il Fitd dispone di 1,5 miliardi di cassa. Dovrebbe essere esclusa la ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato.

Ubi Banca prende le distanze da Carige

Soddisfazione per le mosse del fitd è stata espressa dal segretario generale della First Cisl, Riccardo Colombani, secondo il quale la decisione assunta va “nella direzione da noi auspicata”.

Ubi Banca ha invece smentito una ricostruzione di Repubblica che indicava la banca lombarda fra le pretendenti. L’ad Victor Massiah, a margine della Ceo conference di Mediobanca, ha poi aggiunto: “Non sono a conoscenza di una ipotesi di salvataggio di Banca Carige con lo stesso sistema delle ex Venete. Non mi sembra ci siano le condizioni per farlo ma questo bisogna chiederlo al governo”.

L’ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha così commentato le iniziative del Fitd: “Il fondo c’è per evitare che ci siano operazioni troppo speculative. Se si può intervenire si interviene”.

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