Finanzareport.it | Banche italiane verso la cessione di 40 miliardi di Npl nel 2021: previsioni Banca Ifis - Finanza Report

Ven 19 Aprile 2024 — 21:58

Banche italiane verso la cessione di 40 miliardi di Npl nel 2021: previsioni Banca Ifis



Lo stock complessivo di Npe (che comprende i non performing loans, gli Utp e gli scaduti) in Italia potrebbe salire a 389 miliardi e toccare il record storico di 441 miliardi nel 2022

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Banche italiane verso la cessione di Npl per 40 miliardi nel 2021. La stima è di Banca Ifis secondo cui il sistema bancario sta accelerando nella dimissione dei crediti deteriorati per alleggerire i propri bilanci.

Il trend, già delineato a fine settembre nel corso dell’Npl Meeting a Cernobbio, ha subìto nell’ultimo trimestre e in particolare nel mese di dicembre, un nuovo sprint che ha portato a chiudere l’anno a quota 38 miliardi di euro di Npl ceduti nel 2020.

In particolare nel corso del 2021, secondo la tredicesima edizione del report Market Watch Npl di Banca Ifis, sul mercato
potrebbero essere venduti dalle banche italiane altri 40 miliardi di Non Performing Loans. Di questi, ben 30
miliardi, sono già stati annunciati come prossime dimissioni quindi, sono già in pipeline.

La stima è che nel 2022, per effetto della crisi Covid-19 oltre che per la necessità di allineamento al target europeo (Npe ratio al 5%) i flussi in cessione si manterranno elevati.

In crescita anche le operazioni su portafogli di crediti Utp (inadempienze probabili) con circa 24 miliardi di cessioni stimate: 12 miliardi nel 2021 e altrettanti nel 2022.

Il mercato secondario, spiega il report, “confermerà la sua maturità contribuendo
per il 29% nel corso del 2021 al totale delle transazioni (23% la quota scambiata nel secondario nel 2020)”.

In generale le stime contenute nel report di Banca Ifis indicano un deciso incremento del deteriorato nei
bilanci delle banche italiane con un tasso di deterioramento o default rate, cioè i crediti performing che passano a non performing, in crescita al 2,6% nel 2021 e al 3% nel 2022, prevalentemente per effetto del default dei crediti relativi al comparto Imprese, con circa 80 miliardi di euro di nuovi flussi attesi nel biennio 2021-2022.

“Le previsioni tuttavia ci dicono che non dovrebbe essere raggiunto il picco registrato nel 2013 (4,5%); nel corso
2020, il default rate è rimasto invariato rispetto al 2019 (1,1%) soprattutto per effetto degli interventi pubblici (moratorie, decreti etc)”.

Lo stock complessivo di Npe (che comprende i non performing loans, gli UTP e gli scaduti) in Italia, nel 2020, si stima abbia raggiunto i 340 miliardi, mentre nel 2021 potrebbe salire a 389 miliardi e toccare il record storico di 441 miliardi di euro nel 2022.

Previsto in crescita del 40%, dopo anni di costante riduzione, fino a 700 miliardi di euro nel 2021 anche
l’ammontare del deteriorato nei bilanci delle banche Ue.

Il report evidenzia come dal 2015, l’Npe ratio italiano, si è ridotto in misura maggiore rispetto alla media europea, passando dal 17% al 6%. I crediti non performing italiani costituiscono il 21% del totale europeo (dati al 30 giugno 2020), contro il 34% del 2015.

Quanto al mercato Npl, dal 2017 al 2020 si calcola siano stati investiti oltre 50 miliardi di euro per acquisire circa 214 miliardi di portafogli Npl. Stabile il prezzo medio di cessione di portafoglio Unsecured, le valorizzazioni dei portafogli Misti, Secured e Utp sono invece condizionate da Gacs e big deal.

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