Finanzareport.it | Banche italiane, utili reggono alla guerra ma è allarme spread (First Cisl) - Finanza Report

Sab 20 Aprile 2024 — 16:06

Banche italiane, utili reggono alla guerra ma è allarme spread (First Cisl)



Analisi condotta dall’Ufficio studi del sindacato bancario sui bilanci del primo trimestre 2022

banche

Le banche italiane resistono all’urto della guerra, mentre si riapre invece il fronte dello spread. E’ quanto emerge dall’analisi condotta dall’Ufficio studi di First Cisl sui bilanci delle banche italiane del primo trimestre 2022.

Nonostante Intesa Sanpaolo e Unicredit siano state costrette dalle svalutazioni delle attività russe ad aumentare in misura sensibile le rettifiche sui crediti, l’andamento dei conti dei primi cinque gruppi del Paese (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps, Bper) denota una “notevole” resilienza. Preoccupa invece la rapida risalita dello spread sui titoli di Stato per l’impatto sul patrimonio, nota la First Cisl.

Le rettifiche sui crediti sono aumentate dell’82,6%. Senza le svalutazioni delle attività russe di Unicredit e Intesa, il trend sarebbe addirittura opposto, con una forte riduzione delle rettifiche ed una loro incidenza ridotta (2,4%) sui ricavi operativi. Di conseguenza l’utile netto, sceso del 47%, vedrebbe un incremento del 5,6% rispetto al primo trimestre del 2021.

Il primo trimestre per le banche italiane registra una flessione del Cet1 ratio, che scende di quasi un punto percentuale rispetto al dato di fine anno. E’ l’effetto combinato di una serie di fattori, tra cui pesano negativamente la rischiosità delle attività verso la Russia e la riduzione, tra le poste di patrimonio netto, delle riserve da valutazione, che incorporano l’effetto del deprezzamento di quella parte del portafoglio titoli di proprietà, le cui variazioni di valore incidono direttamente sul patrimonio. Una tendenza legata all’aumento dei rendimenti sui titoli di stato, che si è accentuata dopo la chiusura del primo trimestre e potrebbe protrarsi con ulteriori impatti sulla patrimonializzazione.

Situazione analoga per quanto riguarda il possibile aggravarsi della rischiosità degli asset verso la Russia e, in generale, della gravità degli effetti collaterali della guerra sull’economia nel suo complesso. Ciò dovrebbe consigliare maggiore prudenza riguardo a decisioni su dividendi e buy-back.

Rispetto al primo trimestre del 2021 prosegue l’incremento dei ricavi core: gli interessi netti aumentano del 3,1%, le commissioni nette del 2,9%. Dinamiche che, associate alla ulteriore riduzione del numero degli addetti (- 3,9%) e delle filiali (-11,4%), portano ad un aumento del margine primario per dipendente del 7,2%.

Per la prima volta il cost/income scende sotto al 50%. Cala l’incidenza dei costi del personale sui proventi operativi, che passa dal 32,5% al 31,2%. Va segnalato che il cost/income medio dei primi diciassette gruppi bancari europei è del 58%. La divisione Italia di Unicredit si ferma al 44,2% (46,7% il dato a livello di gruppo), Intesa Sanpaolo al 46,3%. L’aumento dei ricavi e la riduzione dei costi operativi sono alla base della crescita del risultato di gestione (+6,3%) e del suo valore per dipendente (+ 10,7%).

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