Ansaldo Energia, è pronto il salvataggio targato Cdp-banche

Ore decisive per il rilancio di Ansaldo Energia: questa sera dovrebbe riunirsi il cda della Cdp, seguito da quello di Cdp Equity, per varare una manovra finanziaria da 1 miliardo che passa da un aumento di capitale nell’ordine di 250-300 milioni.

I dettagli della manovra sono stati anticipati nel fine settimana dal quotidiano il Messaggero. Ansaldo Energia è controllata all’88% da Cdp Equity, che nei giorni scorsi aveva rassicurato i lavoratori scesi in piazza a Genova per protestare contro la situazione di crisi. Il gruppo, che è uno dei maggiori produttori di centrali elettriche, lamenta la carenza di ordini, scontando l’attuale congiuntura economica e geopolitica.

La manovra, secondo le indiscrezioni di stampa, si articola in una ricapitalizzazione di 250-300 milioni, un intervento sul debito (400 milioni per cassa e 600 di firma) e sulla definizione di un nuovo piano industriale già in cantiere e che sarà pronto per il 10 novembre. Al lavoro c’è l’advisor Lazard.

“E’ stato avviato un percorso per il rilancio” di Ansaldo, è scritto nella lettera inviata da Cdp al prefetto di Genova Renato Franceschelli, “sulla base di due iniziative: nuovo piano industriale e ricapitalizzazione”.

Sabato pomeriggio, scrive il Messaggero, ci sarebbe stata una riunione da remoto con le principali banche (Intesa Sp, Unicredit, Mps, Carige-Bper) per concordare i termini dell’operazione a supporto dell’iniezione di mezzi freschi che dovrebbe prevedere la conversione in capitale del prestito soci da 200 milioni erogato tre anni fa.

A questa operazione prese parte Shanghai Electric che ha il 12% e avrebbe fatto sapere all’azionista pubblico di maggioranza di volersi defilare. E’ possibile quindi che la cintura di sicurezza bancaria possa prevedere la garanzia anche sulla tranche di circa 40 milioni che sarebbe riservata al socio orientale, in attesa di trovare un nuovo socio. Lazard avrebbe sondato tre fondi di private equity anglosassoni.