Finanzareport.it | Borsa italiana oggi: 9 aprile 2025 - Finanza Report

Mer 23 Aprile 2025 — 11:29

Borsa italiana oggi: 9 aprile 2025



Ancora volatilità, in serata svolta di Trump sui dazi

Borsa italiana oggi

Borsa italiana oggi nuovamente alle prese con la volatilità, mentre in serata a mercati europei chiusi la Casa Bianca ha annunciato una tregua di 90 giorni sui dazi (Cina esclusa) che ha innescato il più grande rally di Wall Street degli ultimi 5 anni. In questo periodo i dazi reciproci saranno sostituiti da “una tariffa universale del 10%”, mentre i negoziati “sono in corso”. La decisione è stata presa poiché il presidente Trump vuole essere “personalmente coinvolto” nelle trattative. La tregua non si applica però alla Cina, che vedrà invece i dazi statunitensi sui suoi prodotti aumentare fino al 125%. Tutto ciò al culmine di una giornata di tensione soprattutto tra Washington e Pechino. Oggi infatti erano entrate in vigore le cosiddette tariffe reciproche su 86 Paesi, e la Casa Bianca aveva deciso di applicare dazi complessivi fino al 104% sulle merci cinesi (ora appunto aumentati al 125%). Decisa inoltre una tariffa del 90% sulle importazioni di basso valore (pacchi da meno di 800 dollari provenienti per esempio da Temu, Shein che finora godevano di un regime di esenzione). Pechino nel pomeriggio ha reagito con un nuovo piano di contro-tariffe all’84%. Da parte sua la Commissione Ue ha approvato un primo pacchetto di contro-dazi, di cui non si conoscono i dettagli, che dovrebbe essere operativo dal 15 aprile. Il Canada invece ha imposto a partire da oggi tariffe di ritorsione del 25% sui veicoli provenienti dagli Stati Uniti non conformi all’accordo Usa-Messico-Canada, o Usmca, nonché sulle parti dei veicoli che non provengono da questi Paesi. Trump ieri nel corso di una cena repubblicana ha intanto rilanciato l’idea di “un’importante tariffa sui prodotti farmaceutici” per far rientrare la produzione dalla Cina.

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Ore 22:00 – Wall Street chiude in forte rally

Chiusura spumeggiante a Wall Street dopo una storica rimonta: Dow Jones +7,87% a 40.607,46 punti; S&P 500 +9,51% a 5.456,76 punti; Nasdaq +12,16% a 17.124,97 punti.

Ore 21:00 – Wall Street vola

Gli indici americani si abbandonano a un rally sfrenato dopo la decisione dell’amministrazione Trump di congelare i dazi reciproci con tutti i partner commerciali (fuorché la Cina). A un’ora dal termine delle contrattazioni il Dow Jones sale del 6%, S&P 500 +7%, mentre il Nasdaq segna circa +9% con punte sopra il 10%. Fra i singoli titoli: Tesla +19%, Nvidia +15%, ne approfitta anche Apple (+8%) nonostante l’esposizione alla Cina, che resta nel mirino delle barriere doganali Usa.

Ore 17:30 – Ftse Mib finale -2,75% a 32.730 punti

Piazza Affari torna a chiudere in forte calo, assieme al resto d’Europa, mentre Wall Street tenta un rimbalzo, peraltro allineandosi al “consiglio” dello stesso presidente Usa Donald Trump, secondo cui dopo il sell-off dei giorni scorsi, a causa delle turbolenze innescate dalle politiche commerciali, “questo è il momento migliore per acquistare!”, come ha scritto l’ex tycoon sul social Truth.

A Milano si salva invece solo Iveco, in frazionale rialzo (+0,04%) mentre i realizzi si abbattono sui petroliferi in scia alla nuova discesa del greggio: fanalino di coda Saipem a -7,4%, con Eni e Tenaris intorno a -5,5%. Pesante inoltre Recordati (-5,5%) assieme al comparto europeo, dopo l’avvertimento di Trump che lavora a tariffe sui farmaceutici con l’obiettivo di riportare la produzione dalla Cina agli Stati Uniti. Sul valutario, continua a indebolirsi il dollaro, con l’euro che scambia a 1,1061 (da 1,1055 in avvio e 1,0915 ieri). In deciso calo il petrolio, con il Wti maggio a 56 dollari al barile (-5,5%) e il Brent giugno a 59,4 dollari (-5,2%).

Ore 15:40 – Wall Street tenta un rimbalzo

Gli indici americani aprono tutti in rosso ma poi tentano una risalita con il Nasdaq che dopo pochi minuti si porta ben sopra la parità (+1%), mentre l’S&P 500 e il Dow Jones trattano in moderato rialzo. Gli operatori citano il mercato ipervenduto che fa da spunto a ricoperture. In Europa il Ftse Mib cede il 3% con lo Stoxx 600 a -3,4%; Francoforte -3,1%. Parigi -3,2%, Zurigo -4,6% zavorrata dai farmaceutici che potrebbero finire al centro della prossima tornata di dazi Usa.

Ore 13:45 – Future WS in netto calo

Future di Wall Street in forte calo sulle incertezze relative a una guerra commerciale Usa-Cina, con ribassi di oltre il 3% sui principali listini. Fra i singoli titoli, in pre-market:

  • Delta Air Lines: il titolo contiene le perdite dopo che la compagnia ha superato le stime degli analisti nel primo trimestre, con eps pari a 0,46 dollari (consensus 0,44 dollari) su ricavi per 14 miliardi (attesi 13,11 miliardi).
  • Ford Motor -3,5%: Bernstein taglia il rating da market perform a underperform e il prezzo obiettivo da 9,40 a 7 dollari, citando un impatto dei dazi sul free cash flow di oltre il 35% e sull’utile rettificato fino al 41,2% nel 2025/26.
  • Apple -2,2% paga l’esposizione alla Cina. Intanto Jefferies ha alzato il giudizio da underperform a hold con un target di 167,88 dollari, seppure tagliando le stime di vendita di iPhone nel 2025-2027 a causa del rischio di recessione e della debole domanda.

Ore 12:20 – Bce verso taglio dei tassi il 17 aprile: Bnp Paribas

Lo spread Btp Bund risale a 128 da 122 punti della vigilia, in parte per effetto di acquisti sul titolo tedesco in qualità di rifugio, mentre il rendimento del decennale italiano si amplia oggi di 4 punti a 3,89%. Intanto è partito il conto alla rovescia in vista del meeting Bce della prossima
settimana. Secondo Markets 360, la divisione di Bnp Paribas dedicata all’attività di ricerca e analisi sui mercati, “la continua disinflazione e i rischi al ribasso per la crescita dell’eurozona e globale potrebbero spingere la Bce a tagliare i tassi di interesse di 25 pb il 17 aprile. Sebbene l’aumento della spesa fiscale, l’aumento dei dazi commerciali e i dati positivi sui prestiti bancari possano essere argomenti per perorare una pausa, riteniamo che l’incertezza sulle prospettive e il recente inasprimento delle condizioni di finanziamento risolvano qualsiasi dilemma politico. Prevediamo ancora che la Bce tagli il tasso di deposito al 2% entro giugno. Il percorso successivo è più incerto e dipenderà dall’entità e dalla durata dei dazi reciproci e dalla potenziale risposta dei decisori politici europei”.

Ore 11:45 –
Aople, per Jefferies è da tenere

Apple +1,3% in pre-market a Wall Street all’indomani di un -5% sulle preoccupazioni per l’esposizione della società di Cupertino alla Cina. Il titolo cede da inizio anno un -31%,.
Jefferies oggi alza il rating su Apple da underperform a hold con un prezzo obiettivo di 167,88 dollari, ma abbassa le previsioni di vendita di iPhone per gli anni fiscali 2025-2027 a causa del rischio di recessione e della debole domanda. Il broker prevede anche un aumento dei prezzi per i modelli iPhone 18 e 19 a causa dell’aumento dei costi dell’hardware.

Ore 10:35 – Recordati giù con farmaceutici

Recordati fra i peggiori stamattina a Piazza Affari sfiora un calo del 5%, in linea con l’indice Stoxx Europe 600 Health Care. Il presidente degli Stati Uniti Trump ha rilanciato l’ipotesi di dazi sui prodotti farmaceutici con l’obiettivo di rimpatriare gran parte della produzione dalla Cina agli Stati Uniti. Il settore, spiegano dalle sale operative, non è più considerato un porto sicuro nella guerra commerciale, le speranze delle case farmaceutiche di schivare i dazi sono svanite.

Ore 10:15 – Moncler, per Deutsche Bank vale 60 euro

Moncler -1,75% a 50,50 euro. Come anticipato in preapertura, Deutsche Bank ha tagluato il target price sull’azienda del piumino da 67 a 60 euro, confermando la raccomandazione hold. Per il broker la ripresa del lusso nel quarto trimestre appare ora come “anomalia e non il trend”. L’incertezza economica e dei mercati dovrebbe frenare la domanda, secondo la banca tedesca che riduce a +2% le previsioni di crescita del settore a cambi costanti nel 2025 e a +5% quelle sul 2026. Kering e Richemont vengono tagliate a hold, mentre Hermès passa a buy. Lvmh resta hold con target rivisto da 695 a 580 euro.

Ore 9:30 – Ftse Mib -2,52% a 32.809 punti

Piazza Affari torna nel mirino delle turbolenze, cancellando in sostanza il rimbalzo della vigilia (+2,4%). Sul listino principale pesa il comparto petrolifero con Saipem (-5,1%), Eni (-4,1%). In forte calo Stm (-4,7%): come da noi anticipato in preapertura, TD Cowen ha tagliato il prezzo obiettivo sul titolo da 22 a 16 euro, confermando hold; il titolo inoltre si muove in scia ad Apple che ha ceduto un altro 5% ieri a Wall Street pagando l’esposizione alla Cina. La questione dazi penalizza anche Stellantis (-3,7%) e Recordati (-3,8%) tra i farmaceutici. Nessun titolo in rialzo, mentre Poste limita i danni a un punto percentuale.

Borsa italiana oggi: le azioni in primo piano

Sulla Borsa di Milano, i future sul Ftse Mib scambiano in netto calo.

Fra le raccomandazioni di Borsa, gli analisti di Deutsche Bank hanno tagliato il target price su Moncler da 67 a 60 euro, confermando il rating hold.

Kepler Cheuvreux ha avviato la copertura su Unipol con raccomandazione buy e target a 16,50 euro.

TD Cowen ha tagliato il prezzo obiettivo su Stmicroelectronics (Stm) da 22 a 16 euro, confermando hold.

Fra gli altri spunti su Borsa italiana oggi, petroliferi sorvegliati speciali alla luce del nuovo crollo del greggio.
Mps ha comunicato il via libera della Bce all’aumento di capitale per l’ops su Mediobanca.

Preapertura

L’apertura delle Borse europee è attesa oggi in netto calo, all’indomani di una seduta di ricoperture che ha visto Piazza Affari chiudere in recupero (Ftse Mib +2,44% a 33.657 punti) dopo il crollo delle ultime tre sedute. La Borsa italiana è stata trainata da un acuto di Leonardo, bene anche assicurativi (Unipol) e risparmio gestito (Fineco); ancora deboli Eni e Stellantis.

Wall Street invece ha cambiato nuovamente direzione e ha chiuso in territorio negativo, sopraffatta dall’incertezza sui dazi, e sulla possibilità di accordi fra gli Stati Uniti e le sue controparti commerciali, nonostante alcuni segnali di apertura arrivati nelle ultime ore dall’amministrazione Trump. Ul focus è soprattutto sul braccio di ferro con la Cina: oggi entrano in vigore le cosiddette tariffe reciproche su 86 Paesi, e la Casa Bianca ha confermato che verranno applicati dazi complessivi fino al 104% sulle merci cinesi (Apple ieri -5%). Decisa inoltre una tariffa del 90% sulle importazioni di basso valore (pacchi da meno di 800 dollari provenienti per esempio da Temu, Shein che finora godevano di un regime di esenzione).

Da parte sua il presidente Trump ha annunciato che rappresentanti del Giappone e della Corea del Sud voleranno negli Stati Uniti “per concludere un accordo”. Il Canada invece imporrà da oggi tariffe di ritorsione del 25% sui veicoli provenienti dagli Stati Uniti non conformi all’accordo Usa-Messico-Canada, o Usmca, nonché sulle parti dei veicoli che non provengono da questi Paesi. L’Ue conferma di essere disposta a trattare, ma di essere pronta a introdurre un suo programma di contro-dazi. Trump nel corso di una cena repubblicana ha intanto rilanciato l’idea di “un’importante tariffa sui prodotti farmaceutici” per far rientrare la produzione dalla Cina.

I future Usa trattano stamattina in calo.

A Tokyo intanto il Nikkei ha chiuso con un -3,93% a 31.714 punti; nel resto dell’Asia, giornata negativa per Seul e Hong Kong, bene a sorpresa Shanghai.

Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,1050; il petrolio arretra con il Brent a 60 dollari e il Wti a 57 dollari al barile.

Wall Street aveva chiuso ieri sera negativa: Dow Jones -0,84% a 37.645 punti, S&P 500 -1,57% a 4.982 punti, Nasdaq -2,15% a 15.267 punti.

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