Finanzareport.it | Borsa italiana oggi: 7 aprile 2025 - Finanza Report

Mer 23 Aprile 2025 — 10:39

Borsa italiana oggi: 7 aprile 2025



Occhi puntati sugli sviluppi delle guerre commerciali

borsa italiana oggi

Borse oggi nuovamente turbolente sui timori di recessione dopo il maxi piano di dazi annunciato la scorsa settimana dal presidente Usa Donald Trump. Dopo il sell-off dei giorni scorsi (-10,5% il bilancio della scorsa ottava per Piazza Affari, -13,7% per l’S&P500 negli Stati Uniti) tutti gli occhi sono puntati sugli sviluppi del dossier dazi, e su possibili trattative che potrebbero rassicurare il mercato e innescare un rimbalzo. Tuttavia nel fine settimana il presidente Trump non ha voluto concedere segnali di cedimento alle sue controparti, con il risultato di premiare ancora i ribassisti: sui mercati azionari internazionali è in corso un sell-off per il terzo giorno di fila. “Non voglio che nulla scenda, ma a volte bisogna prendere delle medicine per risolvere le cose”, ha dichiarato Trump nella serata di domenica, aggiungendo: “Abbiamo un deficit commerciale di trilioni di dollari con la Cina, centinaia di miliardi di dollari all’anno che perdiamo. E se non risolviamo questo problema, non farò un accordo”. I dazi “base” del 10% sono in vigore da sabato scorso, mentre mercoledì prossimo 9 aprile entreranno in vigore le tariffe reciproche che prevedono ad esempio un’imposizione complessiva del 20% sui Paesi Ue (fra cui l’Italia); per il Regno Unito i dazi si fermano al 10%; stangata invece per diversi Paesi asiatici fra cui Cina (34%), Vietnam (46%), Cambogia (49%) mentre sul Giappone i dazi americani si attestano al 24%. L’agenda macro non prevede oggi dati particolarmente rilevanti, mentre giovedì uscirà l’inflazione Usa di marzo. Al via la earnings season: spiccano in particolare i conti delle big bancarie, a partire da venerdì con Jp Morgan, Wells Fargo e Morgan Stanley.

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Ore 17:30 – Ftse Mib finale -5,18% a 32.853 punti

Piazza Affari oggi chiude con un nuovo tonfo, in linea con il resto d’Europa e l’andamento volatile di Wall Street.

Sul listino principale milanese le vendite sono diffuse e non risparmiano alcun titolo. Solo Stm prova a contenere i danni (-0,8%) nel giorno in cui Jefferies conferma il buy con un target a 34 euro, più del doppio rispetto agli attuali corsi azionari (dopo un -30% da inizio anno). Fra le banche Mps (-4,9%) e fra le utilities Enel (-7,5%) pagano i downgrade da parte rispettivamente di Barclays e Citi. Fanalino di coda però è A2a con -8,5%. Fra i petroliferi Eni (-7,7%) soffre la continua discesa del greggio. Nel settore auto non trova pace Stellantis (-5,5%), complice il taglio delle stime da parte di Mediobanca. Sul valutario, l’euro vale 1,0924 dollari da 1,0980 venerdì in chiusura. Il petrolio al momento riduce le perdite con il Wti che cede l’1,24% a 61,22 dollari al barile e il Brent in discesa dell’1,28% a 64,73 dollari.

Ore 16:20 – Mediobanca rivede stime sull’auto

In un report gli analisti di Mediobanca hanno tagliato il target di prezzo su Stellantis (-2,48% a 8,558 euro) da 12,20 a 8,60 euro, confermando il rating underperform; il broker di Piazzetta Cuccia inoltre ha alzato il target price su Ferrari (-4,1% a 371,50 euro) da 420 a 430 euro, confermando l’indicazione neutral. I dazi del 25% imposti su auto e componenti importati negli Stati Uniti “dovrebbero avere un impatto generale sul settore auto, portando ulteriore volatilità nelle prossime settimane”, prevedono gli esperti. A livello di singoli operatori, Porsche e Stellantis sarebbero quelli più colpiti dalle tariffe a livello di Ebit, mentre Renault è al sicuro poiché non ha un’esposizione diretta al mercato americano.

Ore 15:30 – Apertura Wall Street in forte calo

I principali indici di Wall Street aprono nuovamente fra le turbolenze, con ribassi fino al 4% sul Nasdaq, quest’ultimo già entrato venerdì in mercato orso (ha perso cioè oltre il 20% dai più recenti massimi) mentre anche l’S&P 500 dopo l’apertura odierna segue lo stesso destino. Sul tema si registra il primo commento di un super banchiere di Wall Street, il ceo di Jp Morgan Jamie Dimon, secondo cui i dazi di Trump probabilmente faranno aumentare i prezzi sia sui beni nazionali che su quelli importati, appesantendo un’economia statunitense che era già in rallentamento. “Qualunque cosa pensiate delle legittime ragioni per le tariffe appena annunciate – e, naturalmente, ce ne sono alcune – o dell’effetto a lungo termine, buono o cattivo, è probabile che ci siano importanti effetti a breve termine”, ha detto Dimon nella sua lettera annuale. ”È probabile che assisteremo a risultati inflazionistici, non solo sui beni importati ma anche sui prezzi nazionali, poiché i costi di input aumentano e la domanda di prodotti nazionali aumenta”. Dimon ha affermato che resta da stabilire se i dazi causeranno una recessione, ma senza dubbio rallenteranno la crescita. Fra i singoli titoli:

  • Tesla -8% fra i peggiori durante i primi scambi.
  • Caterpillar -6% paga l’esposizione alla Cina, mentre Ubs ha tagliato il titolo a sell argomentando che la domanda di macchinari potrebbe subire un contraccolpo da una potenziale guerra commerciale e prezzi più alti.
  • Dollar Tree tenta invece un recupero sopra la parità beneficiando di un upgrade di Citi a buy nella convinzione che il titolo sia calato troppo.

Ore 13:40 – Listini riducono le perdite

La Borsa di Milano tratta sopra i minimi ma ancora sotto pressione, con il Ftse Mib in calo di 4,95% a 32.935 puhti al giro di boa, mentre lo Stoxx 600 europeo segna -4%. Piazza Affari sconta anche oggi il maggiore peso delle banche su listino. Anche a Wall Street i future evidenziano un timido tentativo di recupero, con cali intorno al 2% sui principali listini. Gli operatori si interrogano su quando sarà toccato il fondo e se ci siano opportunità di acquisto a prezzi stracciati. Nel Cio Daily di oggi Mark Haefele, direttore degli investimenti di Ubs Global Wealth Management, segnala che, dopo i forti cali di mercato nelle due sedute successive al “Giorno della Liberazione”, la volatilità è destinata a perdurare nelle settimane a venire. Lo scenario di base prevede un iniziale aumento delle tariffe, seguito da una loro riduzione a partire dal terzo trimestre, quando le crescenti pressioni legali, aziendali e politiche, insieme agli accordi con singoli Paesi e settori, dovrebbero favorire un allentamento delle misure. Inoltre, prosegue l’esperto, si prevede che la Federal Reserve riduca i tassi di interesse di 75-100 punti base per stimolare l’economia. In questo contesto, l’S&P 500 potrebbe risalire fino a 5.800 entro la fine dell’anno. Nel breve termine, Ubs ritiene che i mercati, attualmente privi di fiducia, necessiteranno di ulteriori segnali che confermino lo scenario di base prima di assistere a un cambiamento significativo. “Sebbene non si ritenga che i mercati abbiano ancora completamente prezzato l’ipotesi di una recessione negli Stati Uniti, si intravede un potenziale rialzo entro la fine dell’anno. Nel breve termine, si ritiene che i mercati, attualmente privi di fiducia, necessiteranno di ulteriori segnali che confermino lo scenario di base prima di assistere a un cambiamento significativo. Sebbene non si ritenga che i mercati abbiano ancora completamente prezzato l’ipotesi di una recessione negli Stati Uniti, si intravede un potenziale rialzo entro la fine dell’anno. Storicamente, i periodi di stress del mercato hanno offerto ricompense a lungo termine per gli investitori diversificati che mantengono la propria strategia o decidono di investire nuovi capitali. In tutte le classi di attività, infine, si prospettano numerose opportunità per gestire, monetizzare e guardare oltre l’attuale volatilità”.

Ore 11:45 – Eni, Saipem, Tenaris giù con il petrolio

Petroliferi zavorrati dalle quotazioni del greggio: Eni, Saipem e Tenaris accusano cali nell’ordine del 6-7%. Il petrolio cede altro terreno con il Brent a 62 dollari e il Wti a 59 dollari al barile: entrambi i benchmark hanno perso circa l’11% nell’ultima settimana sui timori di una recessione innescata da guerre commerciali. Alcune banche d’affari stanno abbassando significativamente le loro previsioni sul prezzo del greggio. Goldman Sachs prevede che il Brent chiuderà l’anno a 62 dollari, mentre Morgan Stanley prevede 65 dollari per il trimestre in corso.

Ore 11:05 – Mps, per Barclays non è più da sovrappesare

Mps -7,91% a 5,754 euro, in una nuova giornata di passione per le banche italiane, su aspettative di recessione e tagli dei tassi. Il Ftse Italia Banche segna un calo di circa il 7,3%, il Ftse Mib perde il 6,4%. Intanto, come da noi anticipato in preapertura, gli analisti di Barclays hanno tagliato il giudizio sulla Banca Monte dei Paschi di Siena da overweight a equal-weight, con prezzo obiettivo rivisto da 8 a 7,40 euro. Per il broker, con riferimento all’offerta su Mediobanca (-7,27% a 13,775 euro), la banca senese potrebbe spendere di più per convincere la maggioranza dei soci istituzionali di Piazzetta ad aderire all’Ops, ruducendo così potenzialmente l’eccesso di capitale.

Ore 10:15 – Enel -5% dopo downgrade Citi

Enel -4,86% a 7,059 euro. Come da noi anticipato in preapertura, Citi ha tagliato il rating sul titolo da buy a neutral, con prezzo obiettivo invariato a 7,40 euro. Per la banca americana Enel “continua a scambiare a uno dei multipli più bassi nel settore delle utilities integrate, ma l’azione ora riflette correttamente la normalizzazione dei prezzi dell’energia e dei margini retail da noi ipotizzata nei prossimi 3 anni”.

Ore 9:30 – Ftse Mib -6,31% a 32.463 punti

A Milano come nel resto d’Europa le Borse si abbandonano a un nuovo crollo. A questi livelli il Ftse Mib ha ampiamente azzerato i guadagni da inizio anno, che al termine della scorsa settimana si attestavano ancora a +1,35%. Nessun titolo in rialzo stamattina, mentre le vendite prendono di mira soprattutto le banche. Pesante soprattutto Mps: come da noi anticipato in preapertura, Barclays ha tagliato la raccomandazione sulla banca senese da overweight a equal-weight, con prezzo obiettivo limato da 8 a 7,40 euro; il titolo con -10% scambia sotto 6 euro. Fra gli altri titoli, Prysmian cede a sua volta circa il 10% dopo il -18% della scorsa settimana. Ma i realizzi sono ampiamente diffusi, al punto che Terna è la meno pesante con -2,5%. Sempre fra le utilities, Enel -5% dopo che Citi, come da noi segnalato, ha tagliato la raccomandazione da buy a neutral, con target a 7,40 euro.

Borsa italiana oggi: le azioni in primo piano

Sulla Borsa di Milano, i future sul Ftse Mib scambiano nuovamente in profondo rosso.

Fra le raccomandazioni di Borsa, gli analisti di Barclays hanno tagliato il rating su Mps da overweight a equal-weight con target price limato da 8 a 7,40 euro.

Barclays inoltre ha ritoccato il tp su Intesa Sanpaolo da 4,60 a 4,80 euro, confermando overweight.

Citi ha tagliato Enel da buy a neutral, con prezzo obiettivo a 7,40 euro.

Mediobanca ha tagliato la raccomandazione su De’Longhi da neutral a underperform, con target 25 euro.

Kepler Cheuvreux ha tagliato il prezzo obiettivo su Brunello Cucinelli da 120 a 110 euro, confermando il giudizio hold.

Fra le altre notizie su Borsa italiana oggi, Fincantieri e Carnival Corporation & plc hanno firmato un accordo per la progettazione e costruzione di due nuove navi da crociera destinate ad Aida Cruises, la compagnia leader nel mercato crocieristico di lingua tedesca. Il valore dell’accordo, soggetto a finanziamento e ad altri termini e condizioni tipici di questo tipo di contratti, è stato definito come molto importante.

Preapertura

L’apertura delle Borse europee è attesa oggi ancora turbolenta, alla ripartenza dopo un venerdì nero che ha visto Piazza Affari chiudere a sua volta con un tonfo (Ftse Mib -6,53% a 34.649 punti), sui timori di recessione dopo il maxi piano di dazi annunciato la scorsa settimana dal presidente Usa Donald Trump. La Borsa italiana ha archiviato l’ottava con un bilancio di -10,5%, riducendo così i guadagni da inizio anno a un +1,35%. Solo due titoli sono saliti nel corso della settimana: Snam +0,7% e Terna +0,2%; i peggiori sono stati Bper, Mps e Prysmian con ribassi di oltre il 18% nelle cinque sedute.

Dopo il sell-off dei giorni scorsi tutti gli occhi sono puntati sugli sviluppi del dossier e su possibili trattative che potrebbero rassicurare il mercato e innescare un rimbalzo. Tuttavia nel fine settimana il presidente Trump non ha voluto concedere segnali di cedimento alle sue controparti, con il risultato di premiare ancora i ribassisti: per il momento anche i future americani prevedono il terzo giorno di sell-off.

Wall Street era crollata nuovamente venerdì scorso, ignorando i dati sul lavoro di marzo complessivamente incoraggianti, e concentrandosi sui rischi economici di una potenziale guerra commerciale, dopo che la Cina ha pareggiato i dazi di Trump con un proprio programma di tariffe di ritorsione.

L’S&P 500 ha lasciato sul terreno nella settimana un -13,7%; il Nasdaq il 19,3%; il Dow Jones un -9,9%. Fra i titoli più colpiti: Nvidia -14% nelle cinque sedute, Apple -13,5%, Tesla -9%, Nike -9,5% ma in recupero venerdì (+3%) sulle notizie di negoziati tra Usa e Vietnam.

I dazi “base” del 10% sono in vigore da sabato scorso, mentre il 9 aprile entreranno in vigore le tariffe reciproche che prevedono ad esempio un’imposizione complessiva del 20% sui Paesi Ue (fra cui l’Italia); per il Regno Unito i dazi si fermano al 10%; stangata invece per diversi Paesi asiatici fra cui Cina (34%), Vietnam (46%), Cambogia (49%) mentre sul Giappone i dazi americani si attestano al 24%.

L’agenda macro non prevede oggi dati particolarmente rilevanti, mentre giovedì uscirà l’inflazione Usa di marzo.

Al via la earnings season: spiccano in particolare i conti delle big bancarie, a partire da venerdì con Jp Morgan, Wells Fargo e Morgan Stanley.

I future Usa trattano stamattina in forte calo.

A Tokyo intanto il Nikkei ha chiuso con un -7,83% a 31.136 punti; sell-off in tutta l’Asia, con Hong Kong in calo a doppia cifra.

Sul forex, l’euro/dollaro, volatile, torna sopra quota 1,10; il petrolio cede altro terreno con il Brent a 63 dollari e il Wti a 60 dollari al barile.

Wall Street aveva chiuso venerdì sera in profondo rosso: Dow Jones -5,5% a 38.314 punti, S&P 500 -5,97% a 5.074 punti, Nasdaq -5,82% a 15.587 punti.

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