Borsa italiana oggi: Intesa svela i conti, nuovi target per Enel, Ferrari e Unicredit
Ste. Ne.
06-02-2024 — 08:38
DIRETTA NEWS / L’agenda macro oggi è scarna, mentre prosegue la carrellata di trimestrali
Borse oggi generalmente ben intonate, con le scommesse sui prossimi tagli dei tassi che lasciano il posto ai conti societari, soprattutto in Europa e in particolare a Piazza Affari. Da segnalare anche una carrellata di raccomandazioni aggiornate degli analisti. (Scorrere verso il basso per vedere tutti gli aggiornamenti della diretta news)
Ore 17:30 – Ftse Mib finale +0,53% a 31.116 punti
Altro fieno in cascina per Piazza Affari, con l’indice delle blue chip che termina sopra quota 31.000 punti, sui massimi da giugno 2008, in linea con l’intonazione positiva europea, mentre Wall Street procede poco mossa e in ordine sparso.
Fra i singoli titoli, prosegue la corsa di Leonardo (+3,7%) dopo il memorandum of understanding siglato in Arabia Saudita. Rimbalzo di Pirelli in cima al Ftse Mib a 4,2% dopo le perdite delle sedute precedenti. Chiude in buon progresso anche Amplifon (+4%), rinvigorito dai conti della danese Demant (+8,8% a Copenaghen) che ha registrato un 2023 migliore delle attese e buone prospettive per il 2024. Effetto conti per Intesa Sanpaolo (+1,27%), in rosso invece Fineco (-1,9%) che paga soprattutto i dati deboli della raccolta di gennaio. Positiva anche Bper (+0,75%) alla vigilia della trimestrale. Tonfo di Interpump che lascia sul terreno il 6,9% dopo il downgrade degli analisti.
Ore 15:15 – Future Ws in verde
Piazza Affari in moderato rialzo (Ftse Mib +0,27% a 31.036 punti) ancora al traino di Leonardo +3,85% e Amplifon +2,8%, mentre i realizzi prendono di mira Fineco -4,2% e Interpump che sfiora un -6% dopo il downgrade targato Intermonte.
Milano si muove in linea con il resto d’Europa e i future di Wall Street, ieri in vena di prese di beneficio.
Spread poco mosso a 155 punti base in una seduta tranquilla per il comparto obbligazionario.
L’euro/dollaro si conferma debole a 1,0730 euro. Ben intonato il petrolio con i future sul Brent a 78 dollari e il Wti a 73 dollari al barile.
Ore 13:30 – Intesa Sanpaolo, Fineco, Anima Holding: il mercato reagisce a trimestrali
Intesa Sanpaolo (+0,6%) ha chiuso il 2023 con un utile netto di 7,7 miliardi, in crescita del 76,4% rispetto al 2022 e leggermente superiore alla guidance di almeno 7,5 miliardi. Intesa pagherà un saldo dividendi da 2,8 miliardi dopo l’acconto da 2,6 distribuito a fine 2023. La cedola complessiva è quindi pari a 29,6 centesimi per azione, “quasi doppia” rispetto ai 16,39 relativi al bilancio 2022. Intesa prevede inoltre di eseguire un buyback pari a “circa 55 centesimi di punto di Cet 1 al 31 dicembre 2023” da avviare a giugno dopo l’ok di Bce e assemblea.
Finecobank (-2,3% a Piazza Affari) ha riportato un utile 2023 a 609 mln (+42%) su ricavi per 1,24 mld (+30,5%). Proposta cedola di 0,69 euro per azione da 0,49 euro un anno fa. La raccolta di gennaio gennaio totalizza 580 mln, di cui gestito a 79 mln.
Anima (+0,7%) chiude il 2023 con un utile netto normalizzato a 184,7 milioni di euro, in rialzo del 19% rispetto ai 155,7 milioni del 2022 e del 17% a parità di perimetro. Il dato non tiene conto di costi o ricavi straordinari e/o non monetari fra i quali gli ammortamenti di intangibili a vita utile definita. Il cda, riunito per l’approvazione dei conti, ha deliberato di proporre ai soci la distribuzione di un dividendo, a valere sull’utile netto 2023, pari a 0,25 euro per ogni azione ordinaria, al lordo delle ritenute di legge. Il dividendo sarà pagabile a partire dal 22 maggio 2024, con stacco cedola il 20 maggio 2024 e record date 21 maggio 2024.
Tassi, titoli growth pronti a cavalcare onda (NS Partners)
Secondo Giacomo Calef, country head di NS Partners, “gli operatori finanziari hanno dovuto ricredersi sui tassi di interesse. Risulta chiaro, quindi, che lo scorso dicembre, le aspettative su una rinormalizzazione del costo del denaro erano decisamente troppo ottimistiche. I trader stimavano infatti il primo taglio per Fed e Bce già a marzo e aprile rispettivamente”. Nonostante ciò, “le previsioni non erano del tutto fuori luogo. L’inflazione è in continuo calo”. Le condizioni per un allentamento della stretta monetaria “restano valide – prosegue il gestore – , anche se rimane l’incertezza sul momento esatto in cui scatterà. Alcuni analisti sostengono che le banche centrali preferiscano ritardare di qualche mese il tanto atteso pivot piuttosto che tagliare e poi rialzare di nuovo, a causa di un’eventuale ripresa dell’inflazione, atteggiamento, quest’ultimo, che avrebbe un effetto psicologico devastante sulla mente degli investitori”.
“A far credere che i tagli dei tassi saranno spostati più avanti è stata anche la riunione della Bce la scorsa settimana – prosegue Calef -. Francoforte ha mantenuto il suo tasso di rifinanziamento al 4,5%, come ampiamente previsto. Nella consueta conferenza stampa, tuttavia, Christine Lagarde ha attentamente evitato qualsiasi tipo di riferimento ad una riduzione dei tassi. Nonostante l’atteggiamento cauto, però, gli analisti si aspettano che la Bce sarà una delle più aggressive su questo fronte, a causa delle condizioni macroeconomiche dell’Eurozona, in continuo deterioramento. Al momento, infatti, i tagli previsti nel 2024 sarebbero ben 5, il che porterebbe il tasso di riferimento al 2,5%. A seguire, per la Bank of England sono stimati 4 tagli, fino al 4,15%, mentre per la Bns (Banca Nazionale Svizzera) sono stati scontati tra le 2 e le 3 riduzioni. Intanto, mercoledì scorso, la Federal Reserve ha agito in modo simile, mantenendo il costo del denaro stabile tra il 5,25% e il 5,50% ma indicando che un taglio a marzo è improbabile”.
“Le aspettative del consensus, però, scontano che i tassi di interesse scenderanno entro la metà dell’anno, e questo porterà molti benefici soprattutto sul mercato azionario, ma in special modo a quei titoli sensibili a questo fattore, come quelli growth – conclude il gestore -. Tra questi, i tecnologici, che hanno già intrapreso una risalita straordinaria, restano i favoriti, sostenuti anche dalle prospettive di crescita degli utili legate al macro-trend dell’intelligenza artificiale”.
Ore 10:55 – Leonardo +3% ancora grazie a Mou in Arabia Saudita
Leonardo, già ieri in discreto rialzo (+1,6%), beneficia anche oggi del Memorandum of Understanding siglato ieri in Arabia Saudita. L’intesa è finalizzata a sviluppare investimenti e opportunità di collaborazione nei settori dell’aerospazio e della difesa – inclusa manutenzione nelle aerostrutture, localizzazione per sistemi di guerra elettronica, radar ed elicotteri. Secondo gli analisti di Equita “non ci sono ipotesi sul fatturato generabile e relativa tempistica, ma riteniamo che potenzialmente possa essere significativo data l’ampiezza dell’accordo”.
Ore 10:00 – Ftse Mib +0,31% a 31.048 punti
Ftse Mib sopra quota 31.000 al traino di nuovi acquisti su Leonardo (+2%), e Amplifon (+2%): il produttore di apparecchi acustici finisce sotto la lente di Jefferies che apprezza l’accelerazione delle vendite sul mercato americano e conferma il giudizio buy con target a 33 euro.
Sul fondo Interpump (-4,9%): pesa un downgrade di Intermonte che ha tagliato il rating sul titolo da outperform a neutral con target price a 51,5 euro; da parte sua Equita Sim ha ridotto il prezzo obiettivo da 54 a 53 euro, confermando il buy.
Borsa italiana oggi: le azioni in primo piano
Sulla Borsa di Milano, da seguire Intesa Sanpaolo nel giorno dei conti 2023 che saranno commentati in conference alle ore 15 dal ceo Carlo Messina. Il consensus prevede un utile 2023 a 7,7 miliardi, appena sopra la guidance di almeno 7,5 miliardi; nel solo quarto trimestre atteso un utile netto di 1,55 miliardi su ricavi per 6,34 miliardi.
A metà giornata risultati e conference di Finecobank.
Si riuniscono inoltre per approvare i dati contabili i cda di Anima Holding, Banca Mps, Popolare Sondrio, The Italian Sea Group.
Fra le raccomandazioni di Borsa, Bernstein ha alzato il target
price su Ferrari dopo i recenti dati di bilancio da 310 a 340 euro, confermando il rating market perform.
Goldman Sachs ha limato il prezzo obiettivo su Enel da 8,80 a 8,70 euro, confermando il buy.
Gli analisti di Berenberg hanno alzato il prezzo obiettivo su Unicredit all’indomani dei risultati da 34 a 38 euro, confermando il buy; stessa raccomandazione da Ubs, con target che passa da 39,80 a 42,50 euro; Barclays alza il prezzo obiettivo da 33,50 a 35,90 euro, confermando overweight; stesso giudizio d Jp Morgan con target price rivisto da 32 a 35 euro.
Da segnalare il ritorno all’utile di Risanamento dopo la cessione di Milano Santa Giulia. Il gruppo ha chiuso l’esercizio con un risultato netto consolidato pari a 10,6 milioni, rispetto alla perdita pari a 53,8 milioni registrata nel precedente esercizio. Anche la pfn risulta positiva per 50,2 milioni da 567,4 milioni. L’utile netto della spa si attesta a 11,9 milioni, da un rosso di 59,9 milioni nel 2022. Il patrimonio netto cresce a 52,6 milioni da 42 milioni. Visti i dati del 2023, il management prevede che l’esercizio 2024 possa registrare “un risultato di segno negativo ma comunque coerente con quello dell’esercizio 2023” senza tener conto degli effetti dell’operazione Project Starfighter e “di correlate partite di carattere straordinario” né degli effetti negativi derivanti “dagli oneri finanziari contabilizzati nel primo semestre 2023 (pari a 7 milioni di euro) che non saranno sostenuti a seguito della totale esdebitazione intercorsa”.
Preapertura
L’apertura delle Borse europee è attesa oggi positiva, all’indomani di una seduta contrastata che ha visto Piazza Affari chiudere in discreto rialzo (Ftse Mib +0,76% a 30.952 punti). La Borsa italiana è stata sostanzialmente trainata dalle banche, tradizionalmente fra i titoli più “pesanti” del listino, dopo la forte trimestrale di Unicredit.
In frenata ieri Wall Street, dopo le parole del presidente Fed Powell che hanno ulteriormente ridimensionato le aspettative di tagli dei tassi a breve. L’allentamento è comunque confermato.
L’agenda macro oggi è scarna, mentre prosegue la carrellata di trimestrali.
I future Usa trattano stamattina sopra la parità.
A Tokyo intanto il Nikkei ha chiuso con un -0,53% a 36.160 punti.
Sul forex, l’euro/dollaro consolida a 1,0760; il petrolio è poco mosso con il Brent a 78 dollari e il Wti a 72 dollari al barile.
Wall Street aveva chiuso ieri sera negativa: Dow Jones -0,71% a 38.380 punti, S&P 500 -0,32% a 4.942 punti, Nasdaq -0,20% a 15.597 punti.
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