Borsa italiana oggi: 4 aprile 2025
Ste. Ne.
04-04-2025 — 08:45
I mercati crollano sui timori di recessione, la Cina pareggia i dazi di Trump

Piazza Affari oggi nuovamente nel mirino di violenti realizzi, assieme all’azionario internazionale, sui timori di recessione legati al potenziale impatto dei dazi americani e dopo che la Cina ha annunciato tariffe di ritorsione nei confronti degli Stati Uniti, facendo temere un’escalation globale. La reazione del mercato alle cosiddette tariffe reciproche, che prevedono un’aliquota base del 10% e un meccanismo che penalizza alcuni partner asiatici in particolare, è stata commentata ieri da Trump con un’esortazione a negoziare: “I mercati stanno per esplodere. E il resto del mondo vuole vedere se c’è un modo per raggiungere un accordo”, ha dichiarato il presidente Usa. L’Unione europea dovrebbe puntare a dimezzare le nuove tariffe dal 20% al 10%, in linea con quelle imposte alla Gran Bretagna, secondo quanto ha rivelato in un’intervista il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic dovrebbe avere colloqui con le controparti statunitensi nel corso della giornata odierna. Pechino invece ha annunciato le proprie tariffe di ritorsione: il ministero del commercio cinese ha dichiarato venerdì che il Paese imporrà un’imposta del 34% su tutti i prodotti statunitensi, pareggiando così la tariffa svelata dal presidente Donald Trump mercoledì. Gli investitori intanto si sono rifugiati nei bond e nei titoli azionari considerati anticiclici, mentre prosegue il crollo delle banche. A Wall Street le vendite si sono accanite sui titoli più esposti alla supply chain globale, da Nike a Apple, e nelle ultime ore sui maggiori esportatori verso la Cina, fra cui Tesla e Nvidia. Nike peraltro oggi recupera terreno dopo che Trump ha affermato nel pomeriggio che il Vietnam sta negoziando un accordo. L’oro consolida dopo nuovi massimi storici; prosegue il forte calo del petrolio. Intanto, fra i dati odierni, negli Stati Uniti sono stati creati a marzo 228.000 nuovi posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione cresciuto a 4,2%, mentre il salario orario medio è salito dello 0,3%; il consensus stimava 137.000 nuovi posti di lavoro, tasso di disoccupazione stabile al 4,1%, inflazione salariale a +0,3%.
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Ore 17:30 – Ftse Mib finale -6,53% a 34.649 punti
Piazza Affari chiude in forte calo un’altra seduta di passione sui timori di una recessione globale innescata dalla guerra di dazi. La Cina ha risposto oggi alle tariffe Usa con un proprio pacchetto di misure di ritorsione, mentre il Vietnam ha deciso di negoziare un accordo. I listini europei vengono zavorrati dalle banche, soprattutto Milano che sconta il peso del comparto sul listino. Wall Street procede in netto calo con ribassi nell’ordine di oltre il 3% sui principali listini.
Sul Ftse Mib, che nel corso della seduta arriva quasi ad azzerare i guadagni da inizio anno, a guidare i ribassi sono Mps (-12,2%) e Azimut (-12,6%). Male anche gli industriali, con Leonardo in ultima fila (-12,4%), complice anche un downgrade di Citi. Resiste in positivo solo Diasorin (+1,3%).
Sul valutario, l’euro frena leggermente a 1,0980 dollari (da 1,1060 ieri). Ancora in caduta il prezzo del petrolio, che tratta ai minimi da marzo 2021: il Wti si attesta a 61,99 dollari al barile (-7,4%) e il Brent a 65,59 (-6,5%). L’oro spot segna -2,5% a 3.033 dollari l’oncia, e il bitcoin +1,1% a 83.322 dollari.
Ore 16:30 – Borse giù con Wall Street
Piazza Affari dopo un timido tentativo di recupero si riavvicina ai minimi di seduta, con il Ftse Mib che a un’ora dalla chiusura cede un -7,2% a 34.391 punti, zavorrato dalle banche. A questi livelli il rialzo da inizio anno si assottiglia a poco meno di 1 punto percentuale. Lo Stoxx 600 europeo segna -5%.
A Wall Street prosegue il crollo della vigilia, con i principali indici in flessione di oltre il 3%. Le vendite fanno capolino sui titoli più esposti alla Cina e che potrebbero pagare il conto dei contro-dazi di Pechino. Fra questi: Nvidia -7%, Tesla -9%, Apple -4%, Boeing -10%, Caterpillar -6,6%; anche Nike resta sotto pressione con un -3,3% dopo il 14,4% di ieri.
Ore 15:00 – Future WS in calo
Future di Wall Street in deciso calo, con ribassi nell’ordine del 2% sui principali listini, dopo i dati sul mercato del lavoro di marzo e ancora sulle preoccupazioni per l’impatto dei dazi. In Europa prosegue l’ondata di realizzi con lo Stoxx 600 a -4%, mentre a Piazza Affari il Ftse Mib segna -5,8%, zavorrato dalle banche che pagano i rischi di recessione e l’esposizione a settori potenzialmente colpiti dalle tariffe americane.
Nuovo tonfo del petrolio con il Brent a 65 dollari al barile e il Wti a 62 dollari. Prosegue inoltre la corsa ai bond, con il rendimento del decennale Usa tornato sotto il 4%. Sul valutario, l’euro/dollaro consolida a 1,1020. Fra le criptovalute, Bitcoin in ripresa sopra 83.000 dollari.
Ore 13:15 – Borse europee, è panic selling
Borse europee tutte in picchiata: a Milano il Ftse Mib arriva a cedere il 7,4% a 34.338 punti. Nel resto del Vecchio Continente, Francoforte perde il 4,9%, Parigi il 4%, Londra il 3,8%, Zurigo il 4 9% e Madrid il 5,9%. Piazza Affari paga il peso dei bancari sul listino, con ribassi fino all’11% su titoli come Bper e Mps. Secondo gli analisti di Jefferies le banche italiane sono fra le più esposte ai settori più colpiti dalle tariffe. In controtendenza a Milano solo Diasorin (+2,9%) e Amplifon (+0,7%), con il settore sanitario che conta di scampare per il momento alla scure dei dazi.
Ore 11:45 – Unicredit, per Goldman Sachs vale 62,50 euro
Unicredit resta nel mirino delle vendite (-8,46% a 44,405 euro) in una nuova giornata di passione (Ftse Mib -4,76%) per il mercato azionario globale scosso dal tema dei dazi. Intanto Goldman Sachs ha limato il prezzo obiettivo sul titolo da 63 a 62,50 euro, confermando la raccomandazione buy. Il target è stato rivisto dal brokerdopo aver limatole stime di Eps 2025-2027 in vista dei risultati trimestrali che saranno diffusi il 7 maggio.
Ore 11:00 – Ubs taglia azionario Usa
Future Usa in moderato calo all’indomani di un violento sell-off che ha visto l’S&P 500 lasciare sul terreno circa il 5%. In seguito alla nuova situazione sui dazi gli analisti di Ubs hanno rivisto alcune previsioni. Fra queste, il giudizio sull’azionario Usa passa a neutral da attractive, mentre il target sull’Sp500 viene tagliato da 6.400 a 5,800 punti a fine anno. Ubs prevede un’accelerazione dell’inflazione Usa ma vede comunque tagli dei tassi Fed per 75-100 punti base nel prosieguo del 2025 a sostegno della crescita, e subirà un rallentamento con la possibilità di una leggera recessione. Per l’area euro secondo Ubs l’impatto sarà complessivamente disinflazionistico. Il target sull’indice EuroStoxx 50 passa da 5,700 a 5,200 punti, mentre il giudizio resta neutral.
Ore 10:40 – Banche italiane, per Jefferies sono fra le più esposte ai dazi
Le preoccupazioni sulla crescita globale pesano sul settore bancario europeo: l’indice Stoxx Europe 600 Banks è sceso finora di circa il 10% in due giorni e a metà mattina segna -4,9%. A Piazza Affari
il Ftse Italia Banche cede un -6,4%. Unicredit in fondo al listino perde il 7,2%, Pop Sondrio il 6,5%. Secondo Jefferies, le banche italiane e la tedesca Commerzbank (-5% a Francoforte) sarebbero particolarmente sensibili al rischio dazi in virtù dell’esposizione ai settori più colpiti dalle tariffe.
Ore 9:45 – Ftse Mib -2,70% a 36.068 punti
Fuga dalla Borsa. Le speranze di un pur cauto recupero vanno per il momento in fumo, con Piazza Affari che cede ancora bruscamente terreno dopo il -3,6% della vigilia. In fondo al listino principale le banche con Mps la più colpita a -6,3%, Bper -5,9%, Popolare Sondrio -5,8%, Unicredit -5,6%.
Soffrono Iveco -4%, Prysmian e Stellantis in calo di oltre il 2%, realizzi anche su Leonardo a circa -3% dopo il downgrade di Citigroup a neutral.
Svetta invece Campari (+2,4%) che risfodera le sue caratteristiche difensive in tempi di crisi, mentre fra le utilities si mette in luce l’accoppiata Snam Terna con le società delle reti in rialzo di un punto percentuale.
Borsa italiana oggi: le azioni in primo piano
Sulla Borsa di Milano, i future sul Ftse Mib scambiano in frazionale calo.
Fra le raccomandazioni di Borsa, gli analisti di Morgan Stanley hanmo tagliato il rating su Generali da overweight a equal-weight con un target price di 33,80 euro.
Citi ha declassato Leonardo a neutral con prezzo obiettivo alzato da 28,60 a 48,40 euro.
Goldman Sachs ha limato il target su Unicredit da 63 a 62,50 euro, confermando il giudizio buy.
Barclays ha avviato la copertura su Technogym con equal-weight e un prezzo obiettivo di 13 euro.
Barclays ha inoltre avviato la copertura su De’Longhi con underweight e target di 23 euro.
Fra le altre notizie su Borsa italiana oggi, il cda di Eni ha deliberato la distribuzione della quarta tranche del dividendo 2025 a valere su 2024 di 0,25 euro per azione, in pagamento il 21 maggio; e la convocazione dell’assemblea il 14 maggio chiamata a votare su un buyback da 1,5 miliardi, incrementabile fino a 3,5 miliardi, come previsto nel piano Eni.
Fitch ha declassato il rating di credito a lungo termine (Issuer Default Rating – Idr) e il rating senior unsecured di Stellantis da BBB+ a BBB. L’outlook è stabile. Il declassamento riflette il peggioramento delle condizioni di mercato in Nord America e l’aumento delle pressioni sui costi dovuto ai nuovi dazi nel settore automobilistico.
Morningstar DBRS ha alzato in area investment grade a BBB (low) il Long-Term Issuer rating, il Long-Term Senior Debt rating e il rating standalone Intrinsic Assessment di Mps; contestualmente, il Long-Term Deposit rating è stato portato a BBB. L’Outlook è stato confermato positivo.
Preapertura
L’apertura delle Borse europee è attesa oggi debole, all’indomani di una seduta di forti vendite che ha visto Piazza Affari chiudere a sua volta in netto calo (Ftse Mib -3,60% a 37.070 punti), sulle rinnovate incertezze dopo il programma di dazi annunciato dal presidente americano Trump. La Borsa italiana è stata zavorrata da realizzi diffusi, che hanno preso di mira in particolare petroliferi e banche, a partire dalle big Unicredit e Intesa Sanpaolo; in controtendenza le utilities e Leonardo.
Wall Street ha messo in scena un sell-off in piena regola, con vendite “da panico” che si sono accanite sui titoli più esposti ai commerci globali, in particolare
con i Paesi asiatici, come Nike (-14,4%) e Apple (-9,2%). Il comparto tecnologico è stato zavorrato dai realizzi su Nvidia, in calo di circa l’8%, mentre Tesla ha ceduto oltre il 5%. La reazione del mercato ai dazi reciproci, che prevedono un’aliquota base del 10% e un meccanismo che penalizza alcuni partner commerciali in particolare, è stata commentata da Trump con un’esortazione a negoziare: “I mercati stanno per esplodere. Le azioni stanno per esplodere. Il Paese sta per esplodere. E il resto del mondo vuole vedere se c’è un modo per raggiungere un accordo”, ha dichiarato il presidente Usa. La Cina potrebbe, ad esempio, accettare un accordo su TikTok in cambio di tariffe più basse, ha spiegato Trump. Alla domanda se ci fossero state discussioni in merito, ha risposto: “No, è solo un esempio”. I dazi “ci danno un grande potere negoziale. Lo hanno sempre fatto”.
I timori di recessione hanno spinto gli investitori a rifugiarsi nei bond, con il rendimento del treasury a 10 anni
sceso ieri fino al 4%. Il petrolio invece è crollato, sia per l’avversione al rischio sia per l’aumento dell’offerta da parte dei Paesi Opec+.
L’agenda macro prevede oggi i dati sull’occupazione di marzo negli Stati Uniti: il consensus stima 137.000 nuovi posti di lavoro, tasso di disoccupazione stabile al 4,1%, inflazione salariale a +0,3%.
I future Usa trattano stamattina sotto la parità.
A Tokyo intanto il Nikkei ha chiuso con un -2,75% a 33.780 punti; la Cina è chiusa per festività.
Sul forex, l’euro/dollaro si rafforza ulteriormente a 1,1080; il petrolio cede altro terreno con il Brent a 69 dollari e il Wti a 66 dollari al barile.
Wall Street aveva chiuso ieri sera in profondo rosso: Dow Jones -3,98% a 40.545 punti, S&P 500 -4,84% a 5.396 punti, Nasdaq -5,97% a 16.550 punti.
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