Finanzareport.it | Borsa italiana oggi: 3 aprile 2025 - Finanza Report

Mer 23 Aprile 2025 — 10:48

Borsa italiana oggi: 3 aprile 2025



Mercati spiazzati dai dazi annunciati da Trump

Borsa italiana oggi

I dazi di Trump scuotono le Borse. Il presidente Usa ha svelato nella notte un’aliquota di base del 10% su tutti i Paesi, che entrerà in vigore il 5 aprile. Saranno applicati dazi più alti ai Paesi che impongono aliquote più elevate sugli Stati Uniti. Saranno invece esentati Canada e Messico (su cui grava già un dazio del 25%). Quanto agli altri Paesi, “faremo pagare loro circa la metà di quanto stanno facendo e hanno fatto pagare a noi”, ha spiegato Trump in una conferenza stampa dal Rose Garden della Casa Bianca. “Quindi, le tariffe non saranno completamente reciproche”. Per la Ue ciò si traduce in un’imposizione del 20%; per la Cina si stima il 34% (entrambi studiano contromisure). Particolarmente colpiti alcuni Paesi asiatici fra cui Vietnam, Taiwan, Thailandia, Indonesia. Trump inoltre ha confermato che la sua amministrazione imporrà tariffe del 25% sulle importazioni di auto a partire da oggi. Al termine del suo discorso il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo. Secondo Trump le nuove politiche commerciali stimoleranno una maggiore produzione interna che “porterà più posti di lavoro e significherà una maggiore concorrenza e prezzi più bassi per i consumatori. Torneremo molto forti”. Il timore del mercato è legato però a un impatto sull’inflazione che nell’immediato potrebbe mettere in discussione il percorso di tagli dei tassi da parte della Fed. Inoltre pesano le incertezze legate a una maxi guerra commerciale. Le vendite in particolare si concentrano sui titoli più esposti alla supply chain globale, ma prendono di mira anche le banche su timori legati all’outlook economico, mentre vengono premiati i titoli difensivi come le utilities. Fra i dati macro, pochi gli spunti rilevanti dai Pmi europei dei servizi, mentre l’Ism non manifatturiero Usa di marzo è calato oltre attese a 50,8 punti (consensus 53 da 53,5); le richieste settimanali di sussidio sono uscite a 219.000 contro 225mila delle previsioni.

(Scorrere verso il basso per vedere tutti gli aggiornamenti della diretta news)

Cliccare qui per le principali raccomandazioni dei broker di oggi 3 aprile 2025.

Ore 17:30 – Ftse Mib finale -3,60% a 37.070 punti

Borse mondiali in piena modalità risk-off dopo il via libera al programma di dazi dell’amministrazione Trump, e sul potenziale impatto di una guerra commerciale sull’economia, mentre c’è incertezza sulla possibile reazione delle banche centrali, al punto che le previsioni delle banche d’affari sul percorso dei tassi vanno in ordine sparso. Piazza Affari, che in mattinata aveva limitato le perdite a poco più di un punto percentuale, chiude in forte ribasso, in linea peraltro con il resto d’Europa e sulla scia del sell-off di Wall Street. I mercati sembrano scontare lo scenario peggiore, mentre i possibili negoziati nin rimuovono per il momento l’incertezza.

Le vendite a Milano risparmiano pochi titoli, fra cui una pattuglia di utilities guidate da Terna, Italgas, A2a e Snam tutte sopra il 3%, bene anche Enel con +2,7%. Gli acquisti premiano inoltre Leonardo (+3,3%) grazie anche a un upgrade degli analisti di AlphaValue. Sul fondo Tenaris -9,8% e Saipem -9% in scia al tonfo del greggio. Forti vendite inoltre su Stm (-8,3%), Stellantis (-8%), che solo stamattina era riuscita a guadagnare oltre il 2%. Anche le banche “pagano dazio” con le big Intesa Sanpaolo e Unicredit a -7%, scontando i timori sull’outlook economico.

Ore 17:00 – Piazza Affari sui minimi

Dopo l’apertura in profondo rosso di Wall Street, anche Piazza Affari, che stamattina limitava i danni, è in caduta libera con il Ftse Mib di Milano in calo del 3,6%, appena sopra 37.000 punti. A pesare per i listini europei sono anche le incognite legate alle mosse della Bce, dopo che dai verbali dell’ultima riunione è emersa preoccupazione per l’impatto dei dazi sia in termini di crescita sia sul fronte dell’inflazione, anche se il mercato continua a scommettere su un nuovo taglio dei tassi di un quarto di punto al meeting in calendario il 16 aprile. Crolla anche il prezzo del petrolio con il Wti a 66 13 dollari al barile (-7,7%) e il Brent a 69,63 dollari (,7,1%).

Ore 15:35 – Wall Street, apertura in netto calo

Indici di Wall Street in forte calo poco dopo l’apertura con ribassi nell’ordine del 3% per Dow Jones e S&P 500, mentre il Nasdaq lascia sul terreno oltre il 4%. Fra i singoli titoli:

  • Crollano le multinazionali più esposte al commercio globale e in particolare ai Paesi asiatici, da Nike (-11%) ad Apple (-8%).
  • Stesso discorso per le catene retail che vendono merce importata: Gap -15%, Dollar Tree -9%.
  • Fra le auto; Tesla -2,8%, Stellantis -3,2%, Gm -0,7%, Ford Motor -0,2%.
  • Le azioni tecnologiche sono scese in un clima generale di avversione al rischio, con Nvidia in flessione del 5%: sul titolo pesa anche il downgrade di Hsbc a hold con target tagliato da 175 a 125 dollari.

Ore 13:15 – Dazio sul Vietnam affossa le sneakers

Nike -9,8% in pre-market a Wall Street, Adidas -10,7% e Puma -10,2% a Francoforte. A pesare è il super dazio Usa del 46% sul Vietnam, il Paese asiatico da cui proviene gran parte dell’abbigliamento e calzature sportive. “I marchi di abbigliamento sportivo saranno colpiti in modo sproporzionato dall’aumento dei dazi sul Vietnam”, avvertono gli analisti di Bryan Garnier. Secondo Ubs, le aziende potrebbero non compensare completamente le tariffe, poiché per contrastare l’impatto dei sovrapprezzi sul Vietnam sarebbe necessario un aumento dei prezzi compreso tra il 10% e il 12%. L’anno scorso la Nike ha prodotto metà delle sue scarpe e il 28% dei suoi vestiti in Vietnam. Da parte sua, Adidas ha prodotto il 39% delle sue scarpe e il 18% dei suoi indumenti nel Paese asiatico. Secondo un report di Jefferies, nel 2024 gli Stati Uniti hanno importato dal Vietnam prodotti tessili e di abbigliamento per un valore di oltre 15 miliardi di dollari, pari a circa il 10% delle esportazioni del Vietnam verso gli Usa.

Ore 12:10 – Tim resiste sopra la parità

Azioni Telecom Italia (Tim) in verde (+0,1% a 0,3153 euro) con il Ftse Mib in peggioramento a -1,9%. Il titolo beneficia delle indiscrezioni di stampa secondo cui il governo starebbe sondando con Bruxelles la possibilità di dare vita a una rete unica tra Fibercop, cui è passata la ex rete Tim, e Open Fiber. In questo modo, ricordano gli analisti di Equita Sim, scatterebbe l’earn-out negoziato da Tim nell’operazione di vendita della rete. Equita conferma buy’con prezzo obiettivo a 0,36 euro. Second Intermonte (buy su Telecom con target a 0,38 euro) l’earn-out potrebbe arrivare a circa 2,5 miliardi, con un impatto aggiuntivo di 0,05 euro per azione sul prezzo obiettivo calcolato dagli esperti.

Ore 10:45 – Leonardo in controtendenza, upgrade da AlphaValue

Leonardo +1,01% a 45,07 euro. AlphaValue, come da noi anticipato in preapertura, ha migliorato la raccomandazione sul titolo da sell ad accumulate con un target price alzato da 33,20 a 55,10 euro. Il broker promuove l’ex Finmeccanica “nonostante la valutazione del titolo sia aumentata più rapidamente del previsto. Le crescenti tensioni geopolitiche, gli sforzi dell’Europa verso l’autonomia nella difesa e l’aumento della spesa della Nato sono tutti fattori che determinano questa accelerazione. Il piano industriale aggiornato di Leonardo prevede un aumento della redditività, in particolare nei settori dell’elettronica per la difesa e degli elicotteri. Con i bilanci della difesa in forte crescita, Leonardo è nella posizione ideale per trarre vantaggio da questo cambiamento. La nostra revisione al rialzo riflette questo rapido cambiamento e le prospettive più solide dell’azienda”.

Ore 10:20 – A Piazza Affari impatto dazi temporaneo: Equita

Ftse Mib -1,49% in linea sostanzialmente con l’azionario europeo.

“Dopo una fase di debolezza dei mercati, che potrebbe protrarsi per qualche giorno, è probabile che si inizino a vedere margini di ripresa, sostenuti dalle prospettive di negoziazione e dalle risposte delle banche centrali. La maggior parte delle banche centrali, infatti, potrebbe vedere questa situazione come un ulteriore incentivo a tagliare i tassi d’interesse, ma non in maniera rilevante considerando i piani di stimoli in Unione europea e Germania”. E’ il commento di Luigi De Bellis, head of Ufficio Studi Equita, in merito alla reazione dei mercati finanziari ai dazi lanciati dagli Usa.

“A livello settoriale, i consumi sono chiaramente il segmento più impattato, a causa dei dazi elevati sui paesi asiatici e dell’introduzione del 20% sulle importazioni dall’Europa. Per Campari, tariffe al 20% da Ue sono leggermente migliorative rispetto alle simulazioni iniziali – osserva – I semiconduttori sono stati esplicitamente esentati dai dazi reciproci più alti e dunque, a nostro avviso, saranno soggetti solo al dazio base del 10%. Al margine si tratta di uno scenario meno negativo delle attese, che pensiamo rifletta la valenza strategica del settore e gli impegni di investimento di lungo termine presi da alcuni player di rilievo come Tsmc. Per il settore, resta comunque un impatto negativo indiretto sulla domanda finale, in particolare nei settori dell’elettronica di consumo (supply chain largamente integrata con forniture cinesi) e nei settori più esposti al ciclo economico (auto/industrial)”.

Sulle auto, per le quali è stata confermata l’applicazione di dazi del 25% su tutte le auto importate in Usa restano “da chiarire le esenzioni USMCA per Messico e Canada. L’esenzione per componenti e auto prodotte in Messico e Canada che rispettino i criteri USMCA renderebbe l’impatto meno negativo per le società più esposte (Stellantis +0,1%, Eurogroup +1,7%, Brembo-0,1% e Pirelli -1,1%)”. Per il settore energy, l’impatto “risulta marginalmente negativo per la combinazione di due effetti: l’esclusione dei prodotti energetici dal nuovo round di dazi e l’impatto negativo sul Gdp globale dalle nuove misure che ridurrebbe la domanda di prodotti energetici”. Tenaris (-3,7% in scia al calo odierno del petrolio) è, secondo Equita, “al margine quella meno impattata, grazie alla sua significativa produzione negli Usa”. Il settore farmaceutico (Recordati -0,4%) “è stato per il momento escluso dalle tariffe e sarà oggetto di una negoziazione a parte. Tenuto conto dell’esperienza passata, riteniamo che il segmento della strumentalizzazione medica, sia stata inclusa nei settori oggetto di una negoziazione separata”.

Ore 9:30 – Ftse Mib -1,42% a 37.908 punti

A Piazza Affari oggi nel day after dei dazi di Trump le vendite fanno capolino su alcuni titoli come Prysmian, fanalino di coda a -4,6%.

L’avversione al rischio colpisce duramente le banche con ribassi nell’ordine del 4% per Bper, Sondrio e Unicredit.

Giù inoltre i petroliferi con Saipem e Tenaris a circa -3%, in scia alle quotazioni del greggio, mentre Eni limita i danni (-1%) dopo che il gruppo del Cane a sei zampe avrebbe ricevuto manifestazioni di interesse per il 15% di Plenitude con una valutazione complessiva tra 12 e 13 miliardi.

Riparte invece Stellantis (+1,3%) su cui intanto Jefferies lima il target price da 12 a 11 euro, sopra gli attuali corsi azionari,
confermando la raccomandazione hold.

Gli acquisti premiano inoltre i titoli difensivi come le utilities, guidate da A2a a +2,4%, la stessa Campari con +2%.

Borsa italiana oggi: le azioni in primo piano

Sulla Borsa di Milano, i future sul Ftse Mib scambiano in deciso calo.

Fra le raccomandazioni di Borsa, gli analisti di AlphaValue hanno alzato il rating su Leonardo da sell ad accumulate con un target price che passa da 33,20 a 55,10 euro.

Jefferies ha limato il prezzo obiettivo su Stellantis da 12 a 11 euro,
confermando la raccomandazione hold.

Fra le altre notizie su Borsa italiana oggi, Eni avrebbe ricevuto manifestazioni di interesse per il 15% di Plenitude con una valutazione tra 12 e 13 miliardi di euro. Lo riporta Bloomberg.

Da segnalare un aggiornamento di Mfe-MediaForEurope in merito all’offerta pubblica di acquisto volontaria su ProSiebensat. Il gruppo televisivo ha comunicato che il prezzo stabilito dalla Bafin, l’autorità di Borsa tedesca, valutando la media ponderata per i volumi degli ultimi tre mesi del titolo, è pari a 5,74 euro, che è il corrispettivo minimo per legge. In particolare, ogni azione viene valutata 4,47 euro in denaro e 0,4 azioni Mfe A. Il prezzo medio di chiusura delle azioni Mfe A fino al 25 marzo 2025 corrisponde a 3,18 euro, quindi sulla base del prezzo medio il valore della componente azionaria prevista è pari a 1,27 euro.

Preapertura

L’apertura delle Borse europee è attesa oggi in netto calo, all’indomani di una seduta fiacca che ha visto Piazza Affari chiudere sotto la parità (Ftse Mib -0,27% a 38.454 punti). La Borsa italiana è stata zavorrata da prese di profitto su Leonardo; giù anche Recordati assieme al comparto farmaceutico in vista degli annunci sui dazi; bene invece Campari e Buzzi.

Wall Street ha messo in scena un nuovo tentativo di rimbalzo, riuscendo a chiudere in discreto rialzo.

A mercati americani chiusi sono arrivati gli attesissimi annunci del presidente Usa Donald Trump sulla maxi tornata di dazi a carico dei partner commerciali degli Stati Uniti. La Casa Bianca ha svelato un’aliquota di base del 10% su tutti i Paesi, che entrerà in vigore il 5 aprile. Saranno applicati dazi più alti ai Paesi che impongono aliquote più elevate sugli Stati Uniti. Saranno invece esentati Canada e Messico (su cui grava già un dazio del 25%). Quanto agli altri Paesi, “faremo pagare loro circa la metà di quanto stanno facendo e hanno fatto pagare a noi”, ha detto Trump in una conferenza stampa dal White House Rose Garden. “Quindi, le tariffe non saranno completamente reciproche”. Per la Ue ciò si traduce in un’imposizione del 20%; per la Cina si stima il 34% (entrambi studiano contromisure). Particolarmente colpiti alcuni Paesi asiatici fra cui Vietnam, Taiwan, Thailandia, Indonesia. Trump inoltre ha confermato che la sua amministrazione imporrà tariffe del 25% sulle importazioni di auto a partire da oggi. Al termine del suo discorso il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo. Secondo Trump le nuove politiche commerciali stimoleranno una maggiore produzione interna che “porterà più posti di lavoro e significherà una maggiore concorrenza e prezzi più bassi per i consumatori. Torneremo molto forti”. Il timore del mercato è legato però a un impatto sull’inflazione che nell’immediato potrebbe mettere in discussione il percorso di tagli dei tassi da parte della Fed. Inoltre pesano le incertezze legate a una maxi guerra commerciale.

La reazione nelle contrattazioni after hours è stata immediatamente volatile, con vendite che hanno fatto capolino sui titoli maggiormente esposti ai mercati globali come Nike (-7%), la stessa Apple (-7%). Stellantis ha limitato le perdita a-1,8%, Tesla ha ceduto un -8% dopo aver guadagnato il 5% nella sessione ordinaria su voci di dimissioni di Elon Musk dal suo incarico governativo per tornare a guidare l’azienda.

Le indicazioni sui dazi dell’amministrazione americana dovranno essere oggi digerite dai mercati internazionali.

L’agenda macro prevede alcuni dati fra cui una carrellata di Pmi dei servizi, l’Ism non manifatturiero Usa di marzo e le richieste settimanali di sussidio.

I future Usa trattano stamattina in forte calo.

A Tokyo intanto il Nikkei ha chiuso con un -2,77% a 34.735 punti; sotto pressione anche Hong Kong, in più moderato calo Shanghai.

Sul forex, l’euro/dollaro si rafforza a 1,0940; il petrolio cede terreno con il Brent a 73 dollari e il Wti a 69 dollari al barile.

Wall Street aveva chiuso ieri sera positiva: Dow Jones +0,56% a 42.225 punti, S&P 500 +0,67% a 5.670 punti, Nasdaq +0,87% a 17.601 punti.

Potete seguire le nostre news con gli ultimi aggiornamenti anche sul canale Telegram Finanza Report</

raccomandazioni trading 23-04-2025 — 10:36

Raccomandazioni dei broker del 23 aprile 2025

Ecco i rating e target price aggiornati

continua la lettura
Telegram Finanza Report