Finanzareport.it | Pagare meno tasse: volo sola andata Italia-Dubai - Finanza Report

Sab 20 Aprile 2024 — 02:45

Pagare meno tasse: volo sola andata Italia-Dubai



La città degli Emirati Arabi Uniti offre un sistema fiscale molto conveniente, senza tasse sul reddito personale e aliquote molto basse per le società. Inoltre, le tasse sulle attività commerciali sono inesistenti e non ci sono imposte sulle successioni e sul patrimonio

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I dati preoccupanti sulla pressione fiscale italiana

Il Centro Studi di Unimpresa ha condotto un’operazione di fact checking sul DEF, il Documento di Economia e Finanza presentato dal governo italiano, e ha scoperto dati preoccupanti sulla pressione fiscale. Secondo i numeri, la pressione fiscale reale, che tiene conto del rapporto tra il totale delle entrate nelle casse dello Stato e il prodotto interno lordo, raggiungerà il 49% nel 2023 e si avvicinerà al 48% nel 2024, livelli superiori rispetto a quelli dichiarati dal governo. Il problema sembra derivare dalla differente modalità di calcolo adottata dal DEF, che esclude una parte delle entrate catalogate alla voce “altre entrate correnti” per 88,1 miliardi di euro, ottenendo così un risultato finale meno preoccupante ma non veritiero. La presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, ha dichiarato che è necessario che il governo avvii un percorso volto alla riduzione del carico fiscale. Inoltre, anche negli anni successivi al 2023, la pressione fiscale reale sarà più alta dei dati ufficiali dichiarati dal governo, raggiungendo il 47,6% nel 2025 e il 47,1% nel 2026. Il gettito totale sarà di 1.035,3 miliardi e 1.055,1 miliardi nel 2025 e nel 2024, rimanendo costantemente oltre la soglia dei mille miliardi. In sintesi, la previsione non è rassicurante per le imprese e le famiglie italiane, che dovranno pagare più tasse e contributi del previsto nei prossimi anni.

La pressione fiscale italiana è destinata ad aumentare: tutti i numeri

Una previsione tutt’altro che rincuorante quella emersa dall’operazione Fact Checking sul DEF realizzata dal Centro studi di Unimpresa.

Secondo i dati, la pressione fiscale reale, che tiene conto del rapporto tra il totale delle entrate nelle casse dello Stato e il prodotto interno lordo, sfiorerà il 49% nel 2023 e si avvicinerà al 48% nel 2024, livelli superiori rispetto a quanto inserito nell’ultimo Documento di economia e finanza.

La differente modalità di calcolo adottata dal Def sembra essere la principale causa della forbice tra i dati ufficiali e la pressione fiscale reale.

Il governo esclude dal conteggio una parte delle entrate catalogate alla voce “altre entrate correnti” (per 88,1 miliardi), considerando un ammontare ridotto del gettito tributario rispetto a quello reale – 986,1 miliardi nel 2023 e 1.002,8 miliardi nel 2024 – ed ottenendo così un risultato finale in termini percentuali meno preoccupanti, ma non veritieri, per i contribuenti.

Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, afferma che è necessario che il governo avvii seriamente un percorso volto alla riduzione del carico fiscale.

Anche gli anni successivi al 2023 vedranno una pressione fiscale reale sempre più alta dei dati ufficiali: 47,6% nel 2025 (42,9% nel Def) e 47,1% nel 2026 contro il 42,7% annunciato dal governo.

Inoltre, il gettito totale si attesterà a 1.035,3 miliardi e 1.055,1 miliardi nel 2025 e nel 2024, restando stabilmente oltre la soglia dei mille miliardi.

La precaria situazione fiscale italiana: i risparmiatori schiacciati dalle tasse

L’Italia è nota per avere una delle pressioni fiscali più alte d’Europa, e questo spesso disincentiva la crescita delle imprese.

Tuttavia, la situazione economica del Paese è difficile anche per altri motivi: la spesa pubblica è molto alta e la burocrazia inefficiente e corrotta comporta uno spreco di risorse e una cattiva gestione dei fondi pubblici. A causa di questo, sempre più imprenditori italiani decidono di spostarsi altrove, in cerca di territori che non gravino troppo sulle loro risorse e avvantaggino i loro slanci economici.

Già prima della pandemia, l’Istat aveva evidenziato come, negli ultimi dieci anni, ben 816.000 imprenditori italiani abbiano cercato rifugio fiscale all’estero. Aprire un’attività in Italia oggi significa affrontare enormi spese fin dal principio e limitare le proprie ambizioni. I numeri parlano chiaro: gli italiani vogliono investire all’estero, in cerca di un luogo meno pressante per i loro portafogli.

Questa situazione preoccupante è causata in gran parte dalle tasse elevate, che rappresentano un tema controverso e dibattuto in Italia. Il sistema fiscale è complesso e spesso poco trasparente, con diverse categorie di contribuenti e aliquote fiscali molto elevate rispetto ad altri Paesi europei.

Dubai: l’unico vero Paradiso Fiscale del 2023

Appare evidente, dunque, perché ogni giorno il numero di imprenditori che scappano dall’Italia sia destinato a crescere.

Tuttavia, anche la ricerca di un territorio che offra ai risparmiatori maggiori certezze e protezione non è così scontato. Anche i Paesi che tradizionalmente vengono considerati Paradisi Fiscali, infatti, sono sotto i riflettori da parte delle autorità internazionali fiscali, che li controllano costantemente.

Ecco, dunque, perché per coloro che cercano un luogo dove poter investire i propri capitali senza essere gravati da pesanti tasse, Dubai rappresenta al momento l’unica soluzione possibile.

La città degli Emirati Arabi Uniti offre infatti un sistema fiscale molto conveniente, senza tasse sul reddito personale e aliquote molto basse per le società. Inoltre, le tasse sulle attività commerciali sono inesistenti e non ci sono imposte sulle successioni e sul patrimonio.

Oltre a tutto ciò, Dubai ha un sistema fiscale semplice e trasparente, creato appositamente per attirare investimenti e stimolare la crescita economica.

Inoltre, il dato più confortante per gli innumerevoli italiani che si trasferiscono ogni giorno negli Emirati Arabi Uniti è che la riservatezza è massima per quanto riguarda i dati finanziari e le informazioni personali dei residenti.

Ecco, dunque, perché per pagare meno tasse la soluzione è Dubai.

Lo sa bene Daniele Pescara, della Daniele Pescara Consultancy, che da oltre un decennio accompagna i più illustri imprenditori italiani, e non solo, ad investire a Dubai.

Il suo servizio a 360 gradi permette a chiunque desideri trasferirsi a Dubai di essere seguito spalla a spalla in tutto l’iter burocratico necessario per spostarsi negli EAU e per aprire il proprio business a Dubai.

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