Finanzareport.it | Open Banking e Compliance. Un passo nell'era moderna - Finanza Report

Ven 19 Aprile 2024 — 15:47

Open Banking e Compliance. Un passo nell’era moderna



La condivisione dei dati come step evolutivo importante per il sistema finanziario, dove il rispetto delle normative, il controllo del rischio e le esigenze del cliente dovranno trovare una risposta comune

open banking

In un contesto bancario in continua evoluzione, il concetto dell’Open Banking sta diventando sempre più importante e inevitabile. La crisi sanitaria da Covid19 ha accelerato alcuni passaggi tecnologici obbligati del sistema, ha attivato alcune esigenze senza precedenti e ha reso possibile la nascita di nuovi player del mercato.

Nel prosieguo, analizzeremo la reale portata dell’Open Banking nella banca tradizionale e, come questa innovazione, possa impattare sul risk management e sulla compliance delle imprese finanziarie. Cercheremo, infine, di comprendere come questo cambiamento possa influire sulle esigenze e i bisogni espressi dai clienti.

Le innovazioni dell’Open Banking: banca e cliente

Prima di affrontare i temi legati alla Compliance e al Risk Management dedichiamo alcune righe per fornire una definizione approfondita dell’Open Banking e delle diverse spinte all’origine del concetto.

L’apertura dell’ecosistema bancario non è altro che la condivisione, autorizzata dai clienti, dei dati in possesso dall’istituto di credito verso altri protagonisti del settore, per la creazione di nuovi prodotti e servizi altamente personalizzati.

Questo processo, che trova le sue origini nella normativa PSD2 (Payment Services Directive 2), direttiva europea sui pagamenti digitali del 2018, nasce con il preciso obiettivo di rendere più efficienti e meno dispendiose le transazioni bancarie, attraverso l’utilizzo di particolari interfacce o API (Application Programming Interface), che permettono la condivisione delle informazioni con soggetti terzi player Fintech. Come detto in precedenza, niente di tutto questo, può avvenire senza la preventiva autorizzazione del cliente.

Nel momento in cui le banche forniranno tali informazioni all’esterno, si innescheranno diverse problematiche tra cui, in primis gli aspetti di sicurezza e di compliance e successivamente le nuove sfide offerte dalla concorrenza sul mercato, con conseguente diminuzione dei ricavi per i player tradizionali.

Le società di Fintech utilizzeranno i dati per costruire prodotti e servizi personalizzati e volti a soddisfare le esigenze dei singoli clienti. Si potrà quindi procedere a far coincidere le necessità con i prodotti offerti.

Ma le esigenze che hanno condotto alla nascita dell’Open Banking non sono state solo di carattere normativo. Si possono identificare anche degli specifici bisogni legati alla domanda della clientela, all’evoluzione tecnologica e alla nascita di nuovi protagonisti.

I principi legislativi sono quelli che probabilmente hanno mosso maggiormente i paesi del Vecchio Continente, ma in altri contesti le scelte sono state dettate da motivazioni differenti.

La nascita di nuove banche digitali e di nuovi attori hanno spinto diverse realtà ad affrontare l’Open banking come soluzione per reggere l’urto della concorrenza. L’impatto di questo è già visibile nell’eco-sistema inglese, dove la spinta competitiva ha aperto le porte all’innovazione.

Un diverso impulso si è sviluppato invece dall’elaborazione di nuove tecnologie. In questo caso si tratta delle Api. Attraverso la creazione di Api standardizzate, le banche tradizionali hanno cercato di mettersi al passo con i tempi, facendo proprie queste applicazioni e i nuovi sistemi. Questo gli ha permesso di aumentare il valore dei servizi, la user experience del cliente e di evitare di essere cannibalizzati dal mercato in crescita.

Il sistema bancario italiano ed europeo e l’Open Banking

Ma come sta reagendo l’ecosistema bancario a questa spinta innovativa supportata dall’ambito normativo?

Una ricerca del 2020 effettuata nell’area europea da Tink, piattaforma di Open Banking svedese, ha mostrato che un quarto dei partecipanti al sondaggio conferma di aver attivato una collaborazione con una società fintech, per poter applicare la nuova tecnologia a proprio vantaggio.

Alcune realtà attestano di avere più partner all’attivo con il quale sviluppare canali di collaborazione e, più dei due terzi degli intervistati, afferma di avere aumentato le sinergie nel 2019 e di tenere il focus sul tema anche per il 2021.

In Italia la situazione invece si presenta diversa, con il Paese indietro rispetto all’eurozona. Tink, dopo un’analisi approfondita del tessuto bancario della penisola, ha evidenziato che solo il 17% delle imprese del settore è attiva sul fronte delle collaborazioni per lo sviluppo dell’Open Banking e della creazione di sinergie con aziende fintech, anche se il 60% si è dimostrato favorevole.

Nonostante sia riconosciuta l’esigenza di questo cambiamento, anche nel rispetto delle normative, sono pochi gli attori che hanno realmente compreso, non solo gli obblighi e i rischi dell’innovazione, ma anche l’opportunità di migliorare il business e andare incontro alle richieste di miglioramento della user experience da parte del cliente.

Queste hanno modificato il loro modo di pensare, cercando di sviluppare nuovo know how, competenze e diversi segmenti di attività dedicati. Tra questi possiamo annoverare i casi di IntesaSanpaolo, Banca Sella e Poste Italiane.

Intesa Sanpaolo è entrata nel capitale di Oval Money, una società fintech che fornisce un’applicazione collegata a un conto corrente bancario. I suoi servizi saranno inseriti in Banca 5, l’ente creditizio creato per raggiungere un target diverso e più giovane. Da Banca Sella invece nasce Fabrick, una piattaforma dedicata all’Open Banking, mentre Poste Italiane, in particolare Postepay, ha lanciato una collaborazione con Volante Technologies, società che opera nel settore dei pagamenti digitali, con l’intento di costruire una piattaforma di Open Banking dedicata.

Innovazione e Risk Management

L’attuazione di questa normativa potrebbe portare all’ecosistema bancario alcuni vantaggi, come abbiamo visto in precedenza. Gli istituti di credito, che non vedono solo l’aspetto di compliance e di gestione del rischio, potrebbero trarne diversi benefici in termini di fatturato e potrebbero uscire vincenti dalle nuove sfide che si prospettano in futuro.

I nuovi rischi, che dovrà invece gestire la funzione di controllo e la compliance all’interno della banca, non sono comunque trascurabili. Il costo dell’implementazione continua dei flussi per restare in linea con gli aggiornamenti legislativi e i maggiori pericoli in cui incorre il sistema, ogni volta che si è costretti ad effettuare una modifica, non si possono non citare.

Un ulteriore problema sarà la minaccia connessa alle frodi e agli attacchi hacker che, se il sistema tradizionale è abituato a contrastare, le nuove startup fintech potrebbero non essere così preparate a fronteggiare. I dati dei clienti restano quindi l’oggetto più desiderato del mercato e per questo è necessario proteggerli in ogni modo.

In entrambi i casi saranno fondamentali delle piattaforme tecnologiche e delle infrastrutture IT che possano sostenere la pressione e i rischi delle nuove attività, rendendo più efficiente e sicuro il lavoro svolto dal personale nel rapporto con il cliente.

Save Consulting, società di innovazione tecnologica, si pone sempre all’avanguardia, come fornitore di strumenti dedicati alla gestione del rischio e della compliance. Le soluzioni fornite dalla suite Tigre Arm sono molteplici e tutte rivolte a rendere l’intermediario in linea con i nuovi aggiornamenti normativi.

Per questo possiamo affermare che, nell’era contemporanea, dove le evoluzioni sono in crescita e le innovazioni sono quotidiane, è necessario mantenere sempre una visione strategica d’insieme. Se la parte produttiva svolge un ruolo chiave nel business aziendale, il controllo del rischio, il monitoraggio dei flussi, le segnalazioni di vigilanza nei confronti delle authority, avranno sempre maggiore peso e saranno sempre più interconnesse nel ciclo offerta – monitoraggio – gestione.

Le istituzioni finanziarie dovranno quindi sempre restare aggiornate e adeguarsi ai cambiamenti repentini utilizzando la Business Intelligence e le soluzioni tecnologiche più innovative.

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