Il gioco pubblico è uno dei punti fermi dell’economia italiana: i dati
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27-08-2023 — 09:45
Ad oggi il gettito erariale garantito allo Stato è di 11 miliardi di euro. Il 2022 è stato l’anno della grande risalita
>Il settore del gioco pubblico, in Italia, è sempre di un certo interesse. Un settore esploso negli anni, che oggi caratterizza la vita e il quotidiano di milioni di individui. Peraltro avviato, ad oggi, sulla via di una storica riforma anticipata già in qualche modo dalla Delega alla Riforma Fiscale.
Un percorso che renderà il gioco sempre più centrale per l’economia italiana, oltre che per il PIL, già rimpinguato a dovere dalla passione degli italiani per il gambling. I dati della filiera in questo senso sono eloquenti e li ha riferiti il numero uno dell’Associazione dei concessionari di giochi pubblici (ACADI), Geronimo Cardia.
L’importanza del gioco per il fiscoper l’economia italiana
Ad oggi il gettito erariale garantito allo Stato è di 11 miliardi di euro. Il 2022 è stato l’anno della grande risalita del settore gioco: 136 miliardi di euro, 20,3 di spesa. Il gettito erariale derivato è stato pari ad 11,2 miliardi, il 91% generato solo dal retail. Il settore del gioco, così, è strategico per l’economia del Paese.
2Il gioco è un supporto, per tutti i settori strategici: occupazione, benessere, sanità pubblica ad oggi dipendono anche dal gioco” – sostengono gli esperti di Gaming Insider. Ciò rende quella del gioco un’industria da tutelare a tutti i costi. E per tutelare s’intende, giocoforza, anche chi permette il funzionamento corretto del sistema, ovverosia gli operatori”.
Qui entra in gioco il mondo politico a cui sostanzialmente si chiede di risolvere la questione territoriale, che nel futuro piano di riforma dovrà essere un punto da trattare a tutti i costi: “I prodotti da gioco hanno necessità di essere uniformati, non è più funzionale un pacchetto di regole divergenti da regione a regione, a volte ance da provincia a provincia. Una situazione da risolvere perché troppo generalista”, – concludono da Gaming Insider.
Se si parla di riforma, significa che il gioco continuerà ad avere una funzione strategica. Anche a fronte dell’emergenza: il Covid-19 è stato un esempio, in questo caso. Poiché dalla pandemia esiste un fondo per il gioco gestito dal Ministero della Salute: 50 milioni di euro alle regioni per cura, prevenzione e riabilitazione dal disturbo da gioco. Che assume, a questo punto, anche un forte valore sociale e civile.
Più in generale il gioco garantisce lavoro: 150.000 occupati, 140.000 dal retail, 40.000 nel settore apparecchi. Intorno ruotano coloro che garantiscono concessioni, tecnologia e distribuzione. Un settore proficuo anche in termini occupazionali, da difendere dalle insidie sempre presenti. In primis quella del gioco illegale, fenomeno in crescita e con ampi margini di futuro.
Avere un’offerta di Stato significa poter garantire un presidio di legalità a difesa di milioni di giocatori. Ed in futuro sarà sempre così, con buona pace di quanti credono ancora in certi vecchi stereotipi.