L’economia di Dubai prospera
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13-10-2023 — 14:35
Anche secondo le ultime previsioni gli Emirati si confermano un potenziale antidoto alle sfide economiche globali

L’Italia, una terra rinomata per la sua cultura, la sua cucina e il suo patrimonio artistico, si trova costantemente ad affrontare nuove sfide assai preoccupanti e, tra tutte, quella dell’economia. Infatti, il recente annuncio del Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha gettato un’ombra cupa sul futuro economico del Paese.
Il FMI ha deciso di tagliare le stime del Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano per gli anni 2023 e 2024: questo non è certo un buon segno per un Paese che cerca di riprendersi da una serie di sfide economiche e globali. Nel rapporto World Economic Outlook presentato a Marrakech, il FMI ha previsto che l’Italia registrerà una crescita dello 0,7% nel 2023, una cifra che rappresenta una cesura significativa rispetto alle precedenti previsioni.
Non molto tempo fa, le aspettative erano state rialzate al 1,1%, ma ora il Paese deve affrontare una riduzione dello 0,4%. Anche per il 2024, il FMI prevede una crescita dello 0,7%, ma con un ulteriore taglio dello 0,2% rispetto alle stime precedenti. Questi tagli alle previsioni fanno emergere una serie di interrogativi sul futuro economico dell’Italia e sulla sua capacità di affrontare le difficoltà globali.
La mancata crescita del PIL italiano è parte di una generale frenata dell’economia globale che sta colpendo in particolare i Paesi sviluppati. Le economie di tutto il mondo stanno affrontando il peso delle sfide come la pandemia di COVID-19, l’invasione russa dell’Ucraina e l’inarrestabile inflazione. Nonostante il rallentamento, l’FMI sottolinea che non siamo in presenza di una recessione, ma di un rallentamento generalizzato.
L’economia mondiale è in un delicato equilibrio tra la speranza di un “atterraggio morbido” e il timore di una recessione. La lotta all’inflazione, guidata dalle principali banche centrali attraverso una stretta monetaria, sta causando una frenata nei prezzi globali. Questo passo è stato necessario per contrastare l’inflazione che aveva raggiunto livelli preoccupanti (dal 9,2% a livello mondiale al 5,2% quest’anno). Ma la grande domanda è se questa misura avrà un impatto negativo sull’economia reale, causando una reale recessione.
Il rallentamento è più evidente nei Paesi sviluppati, con l’eccezione notevole degli Stati Uniti, che prevedono una crescita positiva del PIL. Tuttavia, questo non può fare a meno di mettere in evidenza la disparità economica tra le nazioni sviluppate e quelle in via di sviluppo. Uno dei punti più preoccupanti è il brusco rallentamento dell’economia cinese, una delle potenze economiche mondiali. Le previsioni per il PIL cinese sono state abbassate al 5% nel 2023 e al 4,2% l’anno successivo. Questo ha un impatto significativo sulla stabilità economica globale.
Tuttavia, vi è un Paese che non ha mai vissuto difficoltà economiche, distinguendosi così da tutto il resto del globo: gli Emirati Arabi Uniti sono e rimangono oggigiorno una delle potenze economiche più posizionate e inscalfibili, tanto da essere la destinazione preferita da chi cerca sicurezza e stabilità.
Lo confermano i dati dello stesso FMI: proprio in questi giorni, infatti, il governatore della Banca centrale degli Emirati Arabi Uniti (CBUAE), Khaled Mohamed Balama, ha incontrato una delegazione del Fondo monetario internazionale (FMI) guidata da Ali Al-Eyd. Durante la visita degli esponenti del FMI negli Emirati Arabi Uniti, sono stati discussi gli sviluppi economici e finanziari del Paese. La missione del FMI ha avuto incontri con diverse parti interessate e responsabili politici di vari dipartimenti governativi al fine di esaminare l’andamento del sistema monetario e finanziario, nonché le prospettive e le priorità della politica monetaria degli Emirati Arabi Uniti. Al termine degli incontri, il FMI ha elogiato il dialogo aperto con le autorità e le parti interessate e ha rilasciato una dichiarazione sulle proprie conclusioni.
Il FMI ha apprezzato gli sviluppi sociali e favorevoli alle imprese che continuano a attrarre investimenti esteri e talenti, contribuendo alla crescita economica. Secondo il FMI, l’economia degli Emirati Arabi Uniti beneficia di una solida attività interna e si prevede che la crescita del PIL non legata al settore petrolifero supererà il 4% quest’anno, mantenendosi su un ritmo simile nel 2024.
Inoltre, il FMI ha accolto con favore gli sforzi continuativi degli Emirati Arabi Uniti nel rafforzamento dei quadri macroprudenziali e delle politiche di risoluzione e recupero, nella promozione della gestione efficace dei prestiti in sofferenza e nell’avanzamento del piano d’azione nazionale contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Il governatore del CBUAE ha commentato il successo dell’incontro affermando che si apprezza la collaborazione continua e trasparente con i principali stakeholder internazionali come il FMI. Il CBUAE si impegna a sostenere le migliori pratiche internazionali per garantire la stabilità del sistema finanziario e contribuire alla crescita economica globale sostenibile.
Ecco, dunque, perché gli Emirati Arabi sono sempre più scelti per gli investimenti esteri. In particolare, Dubai è la meta prediletta da famiglie e imprese che vogliono tutelare il loro patrimonio. La Daniele Pescara Consultancy è la società di riferimento per chi desideri investire a Dubai: grazie ai suoi studi a Padova e nel DIFC di Dubai, il team di fiscalisti, commercialisti, avvocati e consulenti accompagna a 360 gradi la committenza nel suo investimento a Dubai.
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