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Gio 18 Aprile 2024 — 13:02

Destinazione del TFR: la scelta di destinazione migliore del tuo TFR



Si tratta di una scelta fondamentale perché in base all’opzione scelta potremmo avere dei benefici o degli svantaggi, anche molto rilevanti

Destinazione del TFR

Quando si tratta di decidere la destinazione del TFR tendiamo a trovarci spesso in uno stato confusionale. C’è chi ti consiglia una soluzione e chi ti consiglia l’esatto opposto.

Alla fine le domande si accumulano e diventano dubbi difficili da districare. Intanto il tempo passa e non sappiamo nemmeno se abbiamo fatto la scelta giusta.

Questo articolo è rivolto a tutti quei lavoratori dipendenti che desiderano fare chiarezza su dove destinare il TFR.

Iniziamo subito dalle basi!

Destinazione del TFR: prima capiamo cos’è il TFR

La definizione più semplice di TFR può essere questa: “il TFR è una parte dello stipendio”.

Infatti, è il 7,41% della retribuzione lorda, dalla quale bisogna sottrarre lo 0,5% che spetta al fondo di garanzia dell’INPS. Quindi il TFR è il 6,91% del tuo stipendio lordo.

Volendo essere più precisi, possiamo dire che il TFR è l’acronimo di Trattamento di Fine Rapporto, ossia una somma di denaro che l’azienda mette da parte, nell’ottica di versartela quando cessa il rapporto di lavoro.

Il TFR spetta al lavoratore qualunque sia il motivo della cessazione del rapporto di lavoro, quindi sia che tu venga licenziato o che decidi di licenziarti, otterrai il TFR, anche detto liquidazione.

Il problema si pone quando iniziamo a lavorare come dipendenti, poiché dovremo scegliere la destinazione del TFR. Si tratta di una scelta fondamentale perché in base all’opzione scelta potremmo avere dei benefici o degli svantaggi, anche molto rilevanti.

Come lavoratore dipendente, puoi scegliere tra queste 2 opzioni:

  1. mantieni il TFR in azienda
  2. lo versi in un fondo di previdenza integrativa (anche detto fondo pensione)

Dove destinare il TFR? Le regole del gioco

Intanto iniziamo a chiarire alcune regole sulla scelta di destinazione del TFR, perché solo conoscendo le “regole del gioco” puoi prendere la decisione più adatta a te.

  1. Quando vieni assunto, hai 6 mesi di tempo per decidere dove destinare il TFR
  2. Se decidi di lasciarlo in azienda (e poi vediamo nel dettaglio cosa implica) puoi sempre decidere di cambiare idea successivamente
  3. Le regole sono un po’ diverse a seconda se la tua azienda ha più o meno di 50 dipendenti

In entrambi i casi puoi scegliere dove destinare il TFR, se in un fondo o se lasciarlo in azienda. Ciò che cambia è che, se sei dipendente di un’azienda con più di 50 dipendenti e decidi di lasciare il TFR in azienda, allora il tuo TFR viene trasferito al fondo di tesoreria dell’INPS.

Ma è importante anche sapere come effettuare la comunicazione della tua scelta!

Infatti, una volta trascorsi i 6 mesi dalla tua assunzione, se non hai espresso la tua volontà di versarlo in un fondo pensione, allora si applica la norma del “silenzio assenso” e il tuo TFR viene versato nel fondo di categoria previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) o in mancanza di un fondo verrà spostato nel fondo di tesoreria, se l’azienda ha più di 50 dipendenti.

Se invece ha meno di 50 dipendenti allora il TFR resta proprio all’interno dell’azienda.

Invece, se entro 6 mesi dalla tua assunzione comunichi esplicitamente la tua volontà di aderire a un fondo pensione, allora il tuo TFR verrà versato nel fondo che scegli.

ATTENZIONE!

Devi considerare che una volta che hai scelto di aderire a un fondo pensione, questa scelta non è più revocabile, al contrario dell’altra opzione che ti permette di cambiare idea successivamente.

Ma questo non deve spaventarti perché in realtà, oggi, è molto più conveniente versare il TFR in un fondo pensione, invece di lasciarlo in azienda. E nei prossimi paragrafi scoprirai anche tutti i motivi che ci inducono a fare questa affermazione.

Destinazione del TFR in azienda: ecco ciò che devi sapere

Lo scopo del TFR, dal punto di vista del lavoratore, è quello di ricevere un certo capitale una volta che termina il rapporto di lavoro.

Ma poiché la pensione pubblica ormai non è più la stessa di 20 anni fa, i lavoratori di oggi possono provvedere autonomamente alla propria previdenza sfruttando il potere del fondo pensione, insieme a quello del TFR. Scopriremo tutti i dettagli nel paragrafo dedicato al TFR nei fondi pensione.

Se, invece, decidi di lasciare in TFR in azienda, tutto questo progetto per la tua pensione potrebbe non avere le stesse solide basi.

Tuttavia occorre precisare che il TFR lasciato in azienda può essere percepito in un’unica soluzione al termine del rapporto di lavoro, mentre il TFR versato nel fondo pensione segue altre regole particolari che bisogna conoscere.

Ovviamente ogni scelta dovrebbe essere preceduta da un’attenta analisi del caso individuale, ecco perché ti suggeriamo di richiedere questa consulenza previdenziale.

Ma intanto possiamo vedere insieme i vari svantaggi di lasciare il TFR in azienda.

Gli svantaggi del TFR in azienda

1# Non colleghi il TFR al tuo piano pensionistico privato

Lo stato non garantisce più al lavoratore di andare in pensione mantenendo lo stesso tenore di vita a causa del cosiddetto GAP pensionistico. Perciò è importante per i lavoratori dipendenti creare una forma integrativa di pensione e, magari, collegarla anche al proprio TFR per ottenere più agevolazioni.

2# Non hai le agevolazioni fiscali!

Quando versi il TFR in un fondo puoi accedere a delle agevolazioni fiscali che, invece, lasciando il TFR in azienda non avresti.

3# L’azienda è davvero sicura?

Quando lasci il tuo TFR in azienda per tanti anni, è come se stessi sostenendo un  rischio legato alla sopravvivenza dell’azienda.

Praticamente stai scommettendo che l’azienda esisterà ancora quando andrai in pensione e quindi potrà darti la tua liquidazione.

Va detto che questo rischio riguarda solo le aziende con meno di 50 dipendenti poiché in quelle che hanno almeno 50 dipendenti il TFR dei dipendenti viene spostato nel fondo di tesoreria dell’INPS.

4# I rendimenti sono minori

Quando lasci il TFR in azienda si rivaluta del 1,5% + il 75% dell’inflazione annua.

Ad esempio, con l’inflazione al 1%, il 75% dell’inflazione sarebbe lo 0,75% al quale va sommata l’aliquota fissa del 1,5% ottenendo un rendimento totale del 2,25%.

Invece, scegliendo il fondo pensione, ma facendo molta attenzione su quale fondo pensione sia il migliore per te, potresti avere dei rendimenti migliori (poi li vedremo nel dettaglio tra poco).

5# Tasse molto più alte!

Quando ricevi la liquidazione dall’azienda (il TFR), al termine del rapporto di lavoro, la somma che ricevi viene tassata come qualsiasi altro reddito attraverso l’IRPEF.

L’IRPEF prevede una tassazione minima del 23% che sale in base alla fascia di reddito a cui appartieni e può arrivare fino al 43%.

Al contrario, la tassazione dei fondi pensione è molto più bassa (a breve scopri tutti i dettagli).

Ora che abbiamo visto gli svantaggi di lasciare il TFR in azienda, andiamo a scoprire i benefici di versare il TFR in un fondo pensione.

Perché conviene versare il TFR in un fondo pensione?

1# Puoi decidere in qualunque momento di aderire a un fondo pensione

Qualunque lavoratore dipendente può scegliere in ogni momento di aderire a un fondo pensione versandovi il proprio TFR.

Lo può fare entro i primi 6 mesi dall’assunzione in azienda, e lo può fare anche dopo che sono passati 6 mesi.

Certamente, farlo negli ultimi anni prima della pensione potrebbe non essere più così conveniente.

Ma ogni caso è a sé e va valutato accuratamente in maniera specifica con una consulenza previdenziale.

2# La tua pensione può beneficiarne

Oltre a percepire la pensione pubblica potrai effettuare adesso una pianificazione previdenziale nella quale può rientrare anche un versamento del TFR in un fondo pensione.

In questo modo godrai di alcuni benefici particolari e alla fine ti ritroverai a ricevere un assegno vitalizio grazie alla previdenza complementare.

3# Sfrutti le agevolazioni fiscali

Come abbiamo detto, lasciando il TFR in azienda alla fine dovrai pagare tra il 23% e il 43% di tasse.

Mentre scegliendo di versarlo in un fondo pensione pagherai solo tra il 9% e il 15% di tasse!

4# I rendimenti dei mercati finanziari (e l’interesse composto)

Quando scegli di versare il TFR in un fondo pensione, i rendimenti che otterrai saranno dovuti all’andamento dei mercati finanziari.

Detto così potrebbe spaventare, ma in realtà considerando che si tratterebbe di una scelta di lunghissimo periodo, i rischi sarebbero molto più bassi di quanto potresti aspettarti.

Infatti, si tratta di effettuare versamenti per tutta la durata della tua vita lavorativa (20, 30 o 40 anni) e sappiamo che più l’orizzonte temporale è lungo, meno sono i rischi, a parità di condizioni.

Inoltre, sappiamo che anche una minima differenza di rendimenti, nel lungo periodo porta a una grande differenza sul capitale finale che ricevi.

Questo accade grazie all’interesse composto che permette di moltiplicare i rendimenti in maniera esponenziale.

5# La sicurezza del fondo pensione

Quando versi il TFR nel fondo, il fondo investe quei soldi in tantissimi strumenti finanziari diversi e questa grande differenziazione permette di abbassare notevolmente il rischio.

A differenza di quanto avviene con il TFR lasciato in azienda, che non lo investe nei mercati ma lo usa per finanziare le proprie attività, sempre con il rischio che l’azienda non esista più quando dovrai andare in pensione.

6# I versamenti del datore di lavoro

Esistono delle situazioni grazie alle quali, versando il TFR in un fondo pensione, potrai beneficiare dei versamenti del datore di lavoro nel tuo fondo pensione!

Hai capito bene, oltre ai tuoi versamenti, potrai godere anche dei versamenti del datore di lavoro.

Perciò, come puoi vedere, destinare il TFR in un fondo pensione, può essere un’opzione davvero allettante.

Destinazione del TFR in un fondo pensione: quale fondo scegliere?

I benefici di destinare il TFR in un fondo pensione sono molteplici, tuttavia occorre effettuare un’attenta analisi per scegliere il miglior fondo pensione per te.

Infatti, ne esistono 3 tipologie, che analizziamo nel dettaglio:

  • Fondi pensione chiusi
  • Fondi pensione aperti
  • Piani Individuali Pensionistici (che però non sono dei veri fondi pensione)

1# Fondi pensione chiusi per destinare il TFR

I fondi pensione chiusi sono chiamati anche “fondi di categoria” perché sono destinati solo a una specifica categoria di lavoratori.

Ad esempio, ai fondi di categoria per i metalmeccanici, possono aderire solo i metalmeccanici.

Il grande beneficio di questi fondi di categoria è che prevedono, in molti casi, il versamento del datore di lavoro, che si va ad aggiungere al tuo normale versamento del TFR.

2# Fondi pensione aperti per destinare il TFR

Si tratta di fondi pensione aperti a tutti, anche ai lavoratori autonomi, e sono caratterizzati da costi discreti e buoni rendimenti.

Il problema con questo tipo di fondi pensione aperti è che ne esistono tanti, forse anche troppi.

Perciò impara a scegliere il fondo pensione migliore per te.

3# Piani Individuali Pensionistici

I cosiddetti PIP a differenza dei due precedenti, sono prodotti assicurativi, quindi molto diversi dai fondi pensione.

Generalmente sono caratterizzati da costi enormi e rendimenti molto scarsi, perciò sono altamente sconsigliati.

Destinazione del TFR: le conclusioni

In questo articolo abbiamo analizzato e fatto chiarezza sulle possibilità di destinazione del tuo TFR.

Abbiamo visto le regole del gioco, abbiamo fatto chiarezza spiegando cosa sia il TFR, le differenze tra i fondi chiusi e i fondi aperti, abbiamo elencato gli svantaggi di lasciare il TFR in azienda e alla fine abbiamo visto come puoi migliorare drasticamente la tua futura pensione grazie al versamento del TFR nel giusto fondo pensione per te.

Ora sta a te prendere in mano la tua situazione senza più sperare di affidarti alla pensione pubblica, che da sola difficilmente potrà darti molte soddisfazioni.

Per questo ti offriamo il nostro aiuto con la nostra consulenza previdenziale.

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