Finanzareport.it | Unicredit snobba Mps ma non le filiali in Toscana e Nord Est - Finanza Report

Gio 18 Aprile 2024 — 08:09

Unicredit snobba Mps ma non le filiali in Toscana e Nord Est



Torna in auge l’ipotesi spezzatino. Confermata la possibile proroga del dossier a metà 2022

mps bond

La partita Unicredit-Mps resta sotto i riflettori e si arricchisce ogni settimana di nuove indiscrezioni, spesso contrastanti e da verificare, ma destinate a fare discutere.

Unicredit-Mps, altre indiscrezioni

Gli ultimi rumors vengono citati dal quotidiano la Repubblica e fanno seguito alle recenti ipotesi di una proroga fino a metà 2022 del processo di vendita della quota del Tesoro (64%).

La proroga, che va concordata con la Ue,
coinciderebbe con quella relativa agli incentivi fiscali per le fusioni, che porteranno ad alzare ulteriormente la dote pubblica per un potenziale acquirente di Mps.

Il fatto però di alzare la dote e di prendere altro tempo rivela le difficoltà incontrate dal Mef a trovare un compratore.

E la stessa Unicredit, a lungo corteggiata, e attualmente guidata dal nuovo ceo Andrea Orcel , non sarebbe per ora interessata a rilevare il Monte dei Paschi di Siena.

Unicredit e le filiali Mps in Toscana e Nordest

Nelle sue prime interlocuzioni, secondo la ricostruzione di Repubblica, Orcel avrebbe chiarito che per Unicredit comprarsi tutta la banca non è una prospettiva desiderabile.

Ai dirigenti del Tesoro sembra invece che il banchiere romano abbia dato disponibilità a valutare l’acquisto delle attività Mps in Toscana e nel Nordest. Due regioni dove si concentra buona parte dei 146 miliardi di attivi, e che forse, scrive il giornale, Unicredit potrebbe coprire con il capitale derivante dalle “Dta”. In cambio, l’acquirente potrebbe impegnarsi a tener vivo, almeno in Toscana e per un periodo, il marchio Mps e il quartier generale a Siena, mitigando le eccedenze di personale in un tentativo di placare le preoccupazioni dei sindacati.

Spezzatino Mps

Unicredit non ha invece interesse per le filiali del Sud, anche perché la sua rete dell’ex Banco di Sicilia unita a quella di Mps violerebbe le soglie Antitrust.

Per queste filiali potrebbe intervenire Mcc, la banca pubblica già dotata di 900 milioni a fine 2019 dal governo Conte per salvare la Popolare di Bari e creare un polo bancario nel Sud. Tuttavia Mcc, che ha circa 350 milioni di capitale libero, andrebbe nuovamente “dotata”.

Resta anche il nodo su come smaltire i rischi legali di Siena per quasi 10 miliardi.

Mps, tensioni tra Bastianini e Grieco

Infine emergono nuovi retroscena sul presunto braccio di ferro all’interno della banca tra la presidente Patrizia Grieco (gradita a Pd e Iv) e l’ad Guido Bastianini (indicato dal M5s).

A quanto pare, benché il cda senese abbia votato all’unanimità tutte le delibere maggiori, dietro le quinte non si contano esposti tra fazioni e sgambetti di vario tipo. A fronte delle voci su un’uscita di Grieco, che il 17 giugno sarà nominata presidente di Assonime, fonti di Mps citate da Repubblica informano che “la presidente non intende assolutamente lasciare l’incarico prima della scadenza di mandato”.

Intanto in Borsa alle ore 9,31 le azioni Unicredit segnano +0,54% a 10,062 euro; Banca Mps +0,38% a 1,1975 euro.

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