Finanzareport.it | Unicredit chiude porta a fusioni, incognite per Banco Bpm e Mps - Finanza Report

Sab 20 Aprile 2024 — 00:49

Unicredit chiude porta a fusioni, incognite per Banco Bpm e Mps



L’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi, con la prima banca che toglie dal mercato la quarta, ha riacceso i motori del consolidamento bancario, ma anche scombinato piani su possibili altre fusioni

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L’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi, con la prima banca che toglie dal mercato la quarta, ha riacceso i motori del consolidamento bancario, ma anche scombinato piani su possibili altre fusioni, al punto che a rimanere sole fra le principali banche restano Banco Bpm e Mps (con importanti incognite e in discontinuità territoriale). Da parte sua Bper dovrà fare i conti con l’aggregazione di 400-500 filiali escluse dal deal Intesa-Ubi, mentre Unicredit attraverso il suo ceo Jean Pierre Mustier ha smentito possibili manovre di risiko.

Unicredit, fusioni non all’ordine del giorno

Unicredit infatti intende restare fedele ai propositi insiti nel piano Team 2023 ed esclude fusioni. Le trame che hanno visto Unicredit accostata più volte a Société Générale e più recentemente a Commerzbank non sembrano più di moda.

E il ceo Mustier in una lettera ai dipendenti oggi ha chiarito: “Cari colleghi, in questo messaggio ci tengo a condividere con ognuno di voi che, come già annunciato al lancio di Team 23 a dicembre 2019, siamo un gruppo solido e sappiamo come raggiungere gli obiettivi in ogni contesto macroeconomico. Con l’occasione, riconfermo di non aver alcun interesse a fare operazioni di fusione e acquisizione e che non verremo coinvolti in alcuna transazione”.

Intesa resta “ambiziosa”

Per il manager francese “siamo, e rimarremo, una banca paneuropea vincente che offre alle aziende italiane accesso alla nostra rete, unica nel suo genere, in Europa occidentale, centrale e orientale, accompagnando i loro progetti ma anche i loro sogni e la loro crescita internazionale e locale”.

Una posizione, quella di Unicredit, ben diverso da quello di Intesa Sanpaolo, che dopo la sua offerta “non ostile, ma non concordata”, non esclude di valutare ulteriori opportunità: “Siamo una banca ambiziosa”, ha risposto il presidente di Intesa Gian Maria Gros-Pietro, a chi chiedeva se, in questo scenario di consolidamento del sistema bancario, il suo istituto potesse fare altre mosse nel risiko dopo quella su Ubi.

Banco Bpm, Mps e il dossier fusioni

Intesa Sanpaolo, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe “soffiato” Ubi Banca a un istituto francese che preparava una propria offerta: si parla di Bnp Paribas e Crédit Agricole, a conferma del ruolo che potrebbero avere gli istituti transalpini nella nuova fase di M&A.

Ma di certo sembra sfumare l’operazione più gettonata dai rumors negli ultimi mesi ossia la fusione tra Banco Bpm e Ubi.

Quanto all’ipotesi Mps, l’ad di Banco Bpm Giuseppe Castagna ha già escluso una combinazione: “Siamo ben strutturati nelle quattro regioni più industrializzate: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e un’ottima presenza su Roma. Se dovessimo pensare ad altre operazioni vorremmo considerarle nei nostri territori d’elezione”, ha spiegato recentemente in un’intervista.

Mps, ancora incognite

Inoltre Mps, prima di candidarsi a un matrimonio, dovrà rimuovere i due macigni che impediscono al Tesoro di programmare la sua uscita dal capitale. Il primo riguarda i crediti deteriorati: la trattativa tra il Mef e la Commissione Ue per trasferire almeno 10 miliardi di Npl ad Amco (ex Sga) non si è ancora conclusa.

Il secondo ostacolo è rappresentato dalle causa legali, con un petitum (ossia richieste complessive) nell’ordine dei 5 miliardi.

L’offerta di Intesa su Ubi Banca ha “sorpreso tutti”, ha commentato oggi la presidente di Banca Mps, Stefania Bariatti, rispondendo con un “no comment” a chi le chiedeva se la mossa di Intesa restringesse le opzioni di consolidamento per il Monte dei Paschi di Siena. Nessuna novità dal Tesoro e dalla Ue sulle modalità di cessione degli npl di Mps ad Amco. “No, attendiamo notizie”, ha detto Bariatti.

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