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Mer 04 Dicembre 2024 — 22:03

Unicredit Bpm, governo in pressing. Il ruolo di Crédit Agricole



Dura reazione del cda all’operazione trattata come ostile. L’esecutivo prova a difendere il progetto di un terzo polo bancario italiano, ma per farlo potrebbe doversi affidare all’istituto francese, primo azionista di Piazza Meda

I riflettori restano puntati sulle banche all’indomani dell’offerta di Unicredit per Banco Bpm che ha sparigliato le carte del risiko di settore. Se il mercato si aspetta quanto meno un rilancio, visto il premio risicato allo 0,5%, l’operazione è stata accolta con dura freddezza dal governo, il quale si è visto mandare all’aria la potenziale operazione di sistema per creare un terzo polo bancario con Mps.

Unicredit-Bpm, governo in pressing

Oggi il cda di Banco Bpm ha fornito i primi commenti all’offerta, trattandola alla stregua di un’operazione ostile. Il Sole 24 Ore intanto ha citato indiscrezioni secondo cui il Crédit Agricole, primo socio di Banco Bpm con il 9%, avrebbe costruito una posizione in derivati pari al 10% per salire fino al 19%. Il paradosso è che il governo, per difendere il progetto di un terzo polo bancario italiano, potrebbe doversi affidare all’istituto francese. Un portavoce di Agricole, tuttavia, ha precisato oggi che la banca non ha fatto richiesta alla Bce per superare la soglia del 9,9% in Banco Bpm.

La banca guidata da Giuseppe Castagna, ricordiamo, è da poco entrata nel capitale di Mps con una quota del 9%, compresa la partecipazione detenuta da Anima, su cui Bpm ha già lanciato un’opa.

In seguito all’ultima vendita di azioni Mps da parte del Tesoro, nella nuova compagine di Siena oltre a Banco Bpm sono entrati anche la Delfin della famiglia Del Vecchio e Caltagirone. Lo stesso ministero guidato da Giancarlo Giorgetti ha mantenuto una quota. Ed è a partire da questo nocciolo duro di azionisti di Siena, compreso Banco Bpm, che secondo il governo si potrebbe realizzare l’agognato terzo polo.

Cda Banco Bpm

Il cda di Piazza Meda oggi ha diffuso un comunicato al termine dell’operazione in cui precisa che “l’Offerta non è stata in alcun modo preventivamente concordata con la Banca. Fermo restando che BBPM si esprimerà sull’Offerta con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge, dall’analisi del Comunicato il Consiglio di Amministrazione all’unanimità rileva, in via preliminare e nel migliore interesse degli azionisti, che l’Offerta indica un corrispettivo unitario – interamente in azioni – che riflette un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale di BBPM del 22 novembre, e uno sconto implicito del 7,6% rispetto al prezzo ufficiale di ieri”.

Tali condizioni, prosegue il cda, “risultano del tutto inusuali per operazioni di questa tipologia, e, nell’opinione del Consiglio di Amministrazione, non riflettono in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco BPM; tale potenziale è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato”.

L’Offerta “espone peraltro gli stakeholders di Banco BPM all’alea connessa all’esito delle iniziative di espansione avviate da UniCredit in Germania nonché a una significativa diluizione dell’attuale esposizione geografica che, in luogo di un’attrattiva concentrazione di Banco BPM nelle regioni più dinamiche del Paese e dell’Eurozona, si riposizionerebbe su aree oggi caratterizzate da una minore crescita e un maggiore rischio geopolitico. Al contempo, nel Comunicato è indicato che, nel minor tempo possibile, è prevista la fusione tra le due banche, facendo pertanto venir meno l’autonomia giuridica di BBPM, a discapito del brand e riducendo significativamente la concorrenza sul mercato bancario italiano sia per i clienti retail che per i clienti corporate, in particolare per le PMI ossia il tessuto produttivo a cui storicamente la Banca si rivolge. Infine, secondo quanto riferito nel Comunicato, le sinergie di costo lorde stimate sono pari a Euro 900 milioni, ossia più di un terzo della base costi di BBPM, destando forti preoccupazioni sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale. Peraltro tali sinergie, al pari di quelle di ricavo, non sono per nulla valorizzate nelle condizioni dell’Offerta”.

Passivity Rule

Oltre a tali considerazioni, “si evidenzia che la promozione dell’Offerta – pur in presenza delle sopra descritte, e come detto inusuali, condizioni di prezzo – comporta l’effetto di assoggettare BBPM alla c.d. passivity rule ai sensi dell’art. 104 del TUF; questo condizionerà la flessibilità strategica del gruppo, in particolare con riferimento alle condizioni dell’offerta pubblica di acquisto promossa lo scorso 6 novembre da Banco BPM Vita, società interamente partecipata dalla Banca, sulla totalità delle azioni Anima Holding  e al recente investimento da parte della Banca nel capitale sociale di Banca Monte dei Paschi di Siena, determinandosi così un quadro di elevata incertezza. Viene quindi limitato lo spazio di manovra su base autonoma del management, che in questi anni ha dato prova di un forte track-record in termini di crescita organica e di iniziative straordinarie”

La Banca “rimane focalizzata sull’implementazione del piano 2023-2026, sull’esecuzione dell’OPA su Anima e sul conseguente aggiornamento del piano industriale, non trascurando alcuna opzione strategica che possa ulteriormente contribuire all’obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli altri stakeholders del gruppo Banco BPM.”

Unicredit-Bpm, gli strali di Giorgetti

Il ministro Giorgetti ieri aveva messo in chiaro che la potenziale fusione Unicredit Banco Bpm, che darebbe vita al terzo colosso bancario europeo, non è gradita al governo. Fra l’altro il ceo di Unicredit Andrea Orcel ha affermato che Mps non gli interessa e non rientra nei suoi piani.

Golden Power

L’operazione Unicredit Bpm è stata “comunicata ma non concordata col governo. Come è noto esiste la golden power”, quindi l’esecutivo “farà le sue valutazioni e valuterà attentamente quando Unicredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso”, ha detto il ministro dell’Economia commentando l’offerta su Bpm. Riferendosi alle manovre di Unicredit su Commerzbank, Giorgetti ha affermato: “Citando Von Clausewitz il modo più sicuro per perdere una guerra è impegnarsi su due fronti”.

Azionista Delfin

Quanto alla Delfin, la “cassaforte” della famiglia Del Vecchio è anche azionista di Unicredit, e nella diluzione post fusione con Bpm potrebbe attestarsi al 2,4%, al pari di Crédit Agricole. La holding per il momento non si è pronunciata, ma è molto probabile che in ogni caso si comporterà secondo la propria convenienza in ottica di investitore finanziario.

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