Unicredit Bpm, golden power spariglia le carte
Redazione FR
19-04-2025 — 11:29
Il governo chiede di non tagliare sportelli e uscire dalla Russia, ma per la banca “prescrizioni non sono chiare”. L’operazione diverrebbe uleriormente
onerosa

Unicredit ha ricevuto dal governo un via libera condizionato all’ops su Banco Bpm ai sensi del golden power. Le prescrizioni tuttavia per la banca non sarebbero chiare.
Unicredit, golden power “non è chiaro”
Né il governo né Unicredit hanno svelato dettagli sui paletti imposti da Palazzo Chigi. Il governo, secondo indiscrezioni, chiederebbe a Unicredit di non tagliare sportelli e uscire dalla Russia entro 9 mesi. L’operazione diverrebbe uleriormente onerosa per Unicredit.
Le richieste per Unicredit non sono chiare. “Con riferimento all’offerta pubblica di scambio promossa ai sensi degli articoli 102 e seguenti del TUF sulla totalità delle azioni ordinarie di Banco Bpm, UniCredit informa di aver ricevuto in data odierna copia dell’approvazione Golden Power. L’Offerta è approvata con prescrizioni il cui merito non è chiaro. UniCredit si prenderà il tempo necessario per valutare la fattibilità e l’impatto delle prescrizioni sulla società, sui suoi azionisti e sull’operazione di M&A, relazionandosi, se del caso, con le autorità competenti”, si legge in una nota diffusa nella tarda serata di ieri dalla banca guidata da Andrea Orcel.
Unicredit-Bpm: golden power fa salire i costi
L’Ops di Unicredit su Banco Bpm avrà inizio il 28 aprile fra diverse incognite e il ceo Andrea Orcel ha messo in chiaro che non dovrà distruggere valore.
Stando alle prescrizioni, Unicredit nell’ambito della fusione non potrebbe tagliare filiali in eccesso (fatte salvo le decisioni dell’antitrust); per quanto riguarda gli asset in Russia la banca, che l’anno scorso aveva già impugnato alla Corte Ue la richiesta della Bce di accelerare l’uscita dal Paese, ha iscritto le quote a bilancio per 2,8 miliardi.
Golden power e banche italiane
I paletti del golden power dovrebbero rispondere agli interessi strategici nazionali. Gli istituti di credito sono stati inseriti fra i settori strategici con l’estensione della normativa (2019), mentre ha fatto discutere nei mesi scorsi la decisione del governo di applicarla a un’operazione fra due soggetti italiani. La decisione di ieri ha diviso la maggioranza: in particolare Forza Italia ha fatto mettere a verbale il suo dissenso. Il comitato del golden power fa capo alla Presidenza del Consiglio. Da parte sua alla Lega ha difeso lo stop alla cessione di sportelli per salvaguardare l’occupazione.
L’offerta di Unicredit va avanti ma potrebbe essere più in salita. I potenziali costi si aggiungono a quelli legati all’opa di Bpm su Anima, e al mancato riconoscimento del danish compromise (il mancato sconto sul capitale da parte delle autorità europee comporta 1 miliardo di dividendi in meno), oltre che all’andamento del mercato azionario. Unicredit dovrà inoltre venire a patti con Crédit Agricole che detiene circa il 20% di Bpm.