Unicredit: bocciata in Germania ma si rafforza ancora su Commerzbank
Stefano Neri
23-09-2024 — 09:50
Piazza Gae Aulenti ha chiesto anche l’autorizzazione alla Bce per salire fino al 30% e intanto ha acquisito strumenti finanziari per portarsi fino al 21%
Unicredit giù in Borsa dopo lo stop alle ambizioni in Germania, dove lo Stato ha deciso di bloccare la vendita di altre quote pubbliche di Commerzbank. La banca italiana tuttavia, secondo quanto comunicato in tarda mattinata, ha richiesto alla Bce l’autorizzazione a portarsi fino a ridosso del 30%; e intanto ha acquisito strumenti finanziari per rafforzarsi fino al 21%.
Unicredit, Germania dice nein
Nei giorni scorsi Unicredit era salita al 9% di Commerzbank, rilevando il 4,5% dallo Stato tedesco e tramite acquisti sul mercato, con l’ambizione (dichiarata) di rafforzarsi ulteriormente.
Il governo guidato da Olaf Scholz dopo la prima mossa di Unicredit si era già detto colto di sorpresa, mentre i sindacati bancari tedeschi, rappresentati in Consiglio di Sorveglianza, avevano alzato un muro (ma anche quelli italiani avevano acceso i radar).
Unicredit aveva preventivamente informato il governo italiano. Il ceo di Unicredit Andrea Orcel peraltro aveva svelato la sua intenzione di scommettere sul rafforzamento in Germania e non in Italia. Poi Orcel aveva rilasciato alcune interviste. Dal governo italiano è stato recapitato al manager un monito: Unicredit dovrà mantenere la sede in Italia.
Unicredit non si ferma su Commerzbank
Gli ultimissimi sviluppi sono arrivati oggi a fine mattinata “Coerentemente con quanto annunciato in data 11 settembre 2024, UniCredit ha presentato istanza regolamentare per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29.9% in Commerzbank”, ha spiegato l’istituto di credito in un comunicato. “Nel frattempo, UniCredit ha sottoscritto in data odierna strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale sociale di Commerzbank. Il relativo regolamento in azioni (physical settlement) può avvenire solo subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni. La posizione complessiva di UniCredit, unitamente alla partecipazione del 9% circa comunicata in precedenza, pertanto ha raggiunto circa il 21% .
La maggior parte dell’esposizione economica di UniCredit è oggetto di copertura, al fine di assicurare piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania. UniCredit ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank, sia in uno scenario standalone che in UniCredit, a beneficio dell’intera Germania e di tutti i suoi stakeholders. Ciononostante, come avvenuto per UniCredit stessa, lo sviluppo di tale potenziale richiede l’adozione di azioni concrete”.
Commerzbank “indipendente”
Venerdì era arrivato lo stop del governo tedesco alla vendita della partecipazione residua (circa il 12%) in Commerzbank, mossa che al momento frena le ambizioni di Unicredit in Germania. A prendere la decisione è stato il comitato direttivo del Fondo di stabilizzazione dei mercati finanziari (Fms), che ha precisato come il provvedimento includa anche le operazioni relative a eventuali riacquisti di azioni da parte della stessa banca.
“Commerzbank è un istituto stabile e redditizio. La strategia della banca è orientata all’indipendenza”, si legge nella nota, dove viene specificato che “il governo federale la accompagnerà fino a nuovo ordine mantenendo la sua partecipazione azionaria”.
Parole che, agli occhi del mercato, rappresentano uno stop al possibile incremento della propria quota da parte di Unicredit.
Italia Germania
Si tratta anche di uno stop al tentativo di costruire la prima maxi fusione bancaria europea sull’asse tra Italia e Germania. L’iniziativa era stata salutata positivamente dalla Bce, se non altro in via di principio, essendo proprio Francoforte a incoraggiare le fusioni transfrontaliere europee; la stessa Bundesbank, almeno pubblicamente, ha speso commenti positivi.
Critiche sono invece arrivate dal management di Commerzbank, circostanze peraltro frequente nei casi di potenziali ipo/fusioni. Particolarmente duro comunque l’appello rivolto al governo, in cui i vertici della banca, secondo il Financial Times, avrebbero avvertito che una potenziale fusione con Unicredit rappresenta una minaccia per le imprese che costituiscono la spina dorsale della Germania, la maggiore economia della zona euro.
Analisti
“Riteniamo che nel fare questo annuncio, per quanto non necessario vista l’esistenza di un lock-up di 90 giorni l’Agenzia tedesca delle Finanze abbia reso chiara la volontà di supportare l’indipendenza di Commerzbank”, osservano gli analisti di Rbc Capital Markets. Questo, secondo la casa di investimento, non fa perdere di attualità alla possibile combinazione con Unicredit ma probabilmente rallenta i tempi rispetto a quanto immaginato dal mercato.
Secondo Intermonte, la mossa difensiva di Berlino segue le turbolenze politiche innescate dal blitz a sorpresa di Unicredit ma resta il fatto che la combinazione tra i due gruppi bancari creerebbe valore per gli azionisti di entrambi e sarebbe di maggiore sostegno all’economia tedesca.
In Borsa a metà seduta le azioni Commerzbank recuperano la parità dopo le forti vendite della mattinata; Unicredit a Milano lascia sul terreno curca il 2,5%, sui minimi di giornata.