Finanzareport.it | Tim, scoppia la grana fra Cdp e Vivendi su valutazione rete - Finanza Report

Lun 13 Gennaio 2025 — 09:04

Tim, scoppia la grana fra Cdp e Vivendi su valutazione rete



Indiscrezioni di stampa su tensioni nel cda che rischiano di mandare all’aria l’operazione con Open Fiber. La Cassa punta il dito contro la scelta dall’advisor vicino ai francesi

tim

Azioni Telecom Italia (Tim) oggi su nuovi minimi storici intraday: a pesare è anche una nuova ricostruzione di stampa che evidenzia tensioni nel cda Tim fra i soci Cdp e Vivendi sul valore della rete.

Tim: Cdp e Vivendi ai ferri corti

Secondo Repubblica Cdp e Vivendi sono ormai ai ferri corti sulla valutazione della rete Tim in vista della potenziale fusione con Open Fiber. I mesi estivi, scrive oggi il giornale, non sono riusciti ad avvicinare le posizioni tra Tim, Open Fiber e i rispettivi azionisti per andare avanti sull’accordo preliminare firmato a fine giugno che prevedeva si arrivasse a un matrimonio già il prossimo ottobre.

Anzi, “alcuni accadimenti hanno fatto precipitare le cose e ora la strada è in salita”. Stando ai rumors, durante l’ultimo cda di Tim, il consigliere e presidente della Cassa Depositi e Prestiti Giovanni Gorno Tempini avrebbe sollevato dubbi sulle modalità con cui la società è giunta a una valutazione della propria rete che dovrebbe essere comprata da Cdp e Macquarie (che sono i soci di Open Fiber). Innanzitutto perché tale valutazione è stata affidata dall’ad Pietro Labriola alla banca d’affari Rothschild, consulente storico del primo azionista di Tim, Vivendi (24%). Ma Gorno nel suo intervento non è entrato nel merito della valutazione, 31 miliardi, una cifra che si confronta con 18-20 miliardi inizialmente stimati dagli analisti. Ma avrebbe fatto notare che seguendo questo percorso non si agevolano certo le trattative. Inoltre, il risultato del lavoro di valutazione è stato sbandierato sui giornali, e chi opera in questo modo non fa l’interesse
della società, avrebbe detto Gorno.

Conflitto di interessi

Tuttavia, prosegue la ricostruzione del quotidiano, nel corso del cda nessuno dei presenti ha replicato in alcun modo alle parole del consigliere. Salvo farsi sentire poco dopo, attraverso una lettera inviata dagli uomini di Vivendi alla società, e quindi a tutti i consiglieri Tim, nella quale i francesi hanno sostenuto che il conflitto di interessi non era della banca Rothschild ma semmai dello stesso Gorno che, essendo presidente di Cdp, la quale è azionista di sia di Tim (10%) sia di Open Fiber (60%), è seduto da due parti del tavolo.

Anche se Gorno, per la precisione, non è entrato nel cda Tim come rappresentante di Cdp ma è stato invitato a far parte della lista dal cda uscente all’inizio del 2021.

Tim, rete unica e il progetto Fratelli d’Italia

Un altro oggettodel contendere è il
perimento dell’infrastruttura che nell’accordo preliminare di fine giugno non è definito con precisione, ma è evidente che Cdp si è sempre aspettata di acquistare anche il backbone della rete primaria. Non è noto se questo sia incluso nei 31 miliardi della valutazione di Rothschild.

In tutto ciò s’inserisce il progetto sulla rete Tim targato Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni che i sondaggi danno vincente alle prossime elezioni. Secondo tale ipotesi la Cdp dovrebbe lanciare l’opa su Tim e poi procedere allo spezzatino tenendo per sè il controllo della rete. Un’idea che non sarebbe stata accolta a braccia aperte dalla stessa Cdp che teme il faro di Bruxelles e l’eventualità che un’operazione del genere la faccia rientrare nei conti della pubblica amministrazione. Anche se non ci sono precedenti al riguardo, anche guardando alla recente operazione su Autostrade.

Pietro Labriola

In uno scenario apparentemente teso a portare una ventata di positività sono arrivate ieri alcune dichiarazioni del ceo di Tim, Pietro Labriola, che recentemente ha acquistato a più riprese pacchetti di azioni. Labriola incontrando i manager del gruppo telefonico ha evidenziato come il “trend positivo” della semestrale sia “proseguito anche nei mesi di luglio e agosto”.

Per Labriola “diverse banche d’affari ci dicono che il valore medio della somma delle parti di Tim si attesta ben al di sopra di quanto ci dicevano in precedenza: vi invito quindi a non ascoltare i rumors e a concentrarvi sul grande lavoro che dobbiamo fare per mettere a terra il nostro piano”.

Per il top manager “il nostro titolo è ampiamente sottovalutato e proprio per questo di recente ho acquistato azioni Tim per dare un segnale di fiducia ai dipendenti e al mercato”.

In Borsa alle ore 9,50 Telecom -2,41% a 0,1981 euro.

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