Tim, anche le casse pronte a investire sulla rete

Tim nel mirino delle casse di previdenza, pronte a fare la loro parte nel progetto di Rete Nazionale caro al governo.

Lo ha affermato in un’intervista il numero uno dell’Enpam e dell’Adepp, Alberto Oliveti.

Tim, casse di previdenza interessate a rete

Tutto ciò mentre si attendono sviluppi dal tavolo tecnico organizzato dall’esecutivo, che nei giorni scorsi ha riunito allo stesso tavolo i grandi soci come Vivendi e Cdp e si ripromette di trovare un’intesa entro fine anno, obiettivo peraltro ambizioso.

Tornando al possibile ruolo delle casse della vicenda della rete Tim, il tema viene evocato in un’intervista del quotidiano Il Messaggero al presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti.

“Dalle grandi banche a Eni, da Enel a Bankitalia. Le casse di previdenza stanno diventando un investitore istitu zionale nevralgico e affidabile del sistema Italia convogliando i contributi dei loro iscritti in investimenti redditizi e sistemici. Un nuovo fronte che si potrebbe aprire riguarda la Rete nazionale di tlc, che il governo vuole co struire per assicurare la fibra ottica a tutto il paese. Infatti un tipo di investimento che piace agli enti sono le infrastrutture”, scrive il giornale romano.

A una precisa domanda su un possibile investimento in Tim da parte delle casse, Oliveti risponde che “la rete è fondamentale, si pensi alla telemedicina. Nessuno finora ci ha chiesto di entrare nella rete di tlc di cui si legge sui giornali. Se ci arrivasse una proposta, la valuteremmo con interesse”.

Investitori istituzionali

Nell’intervista, pubblicata nel fine settimana, Alberto Oliveti, presidente Enpam e Adepp, ammette che metà del patrimonio delle casse è investito all’estero, tuttavia aggiunge che “in una fase come questa vale la pena di riflettere sulle potenzialità del sistema-Italia”.

In Italia del resto le casse si stanno già qualificando come investitori istituzionali nelle grandi società quotate. Molte casse tra cui Enpam stanno acquistando azioni di alcune banche, da Mps a Bpm a Intesa Sanpaolo: con quali obiettivi? Si tratta di stoppare l’eventualità di scalate estere? “Non è certo questo il nostro compito specifico – risponde Oliveti -. Comunque l’Italia è il paese nel quale lavorano i professionisti iscritti alle Casse. Le banche rappresenta no le industrie del terzo millennio e di certo se i loro centri ne vralgici e decisionali si trasferis sero altrove, anche i professionisti ne risentirebbero”.

Quanto a possibili ambizioni di partecipare alla governance, “l nostro ruolo istituzionale è fare gli interessi dei professionisti che ci hanno affidato i loro contributi per pagare poi le loro pensioni”.

Per realizzare l’obiettivo “non tralasciamo nessuna opzione, neanche quella di entrare nella governance delle partecipate: se si presentasse l’occasione e lo ritenessimo opportuno, non ci tireremmo indietro”.