Finanzareport.it | Telecom, dalla rete a Sparkle: il nodo golden power e asset strategici - Finanza Report

Mer 24 Aprile 2024 — 18:43

Telecom, dalla rete a Sparkle: il nodo golden power e asset strategici



Attesa per il Comitato creato dal governo, venerdì cda straordinario per discutere nuovamente di strategie dopo i dati deludenti che vengono imputati all’attuale gestione

Tim Telecom News

La potenziale opa del fondo americano Kkr su Telecom Italia fa i conti anche con l’incognita legata agli asset strategici come la rete o i cavi sottomarini di Sparkle (una società leader del settore) che fanno capo a Tim. Intanto in Borsa il titolo ieri è balzato del 30%, essenzialmente festeggiando il ritorno dell’interesse da parte degli investitori, mantenendosi però ancora sotto il prezzo dell’ipotetica offerta, e questo nonostante le aspettative di un rilancio dopo la bocciatura arrivata dal primo socio Vivendi. Oggi le azioni consolidano.

Telecom e Golden power

L’opa a 0,505 euro per azione è contenuta per il momento in una manifestazione d’interesse pervenuta al cda guidato da Luigi Gubitosi. Il board peraltro tornerà a riunirsi venerdì prossimo 26 novembre in via straordinaria per discutere nuovamente di strategie dopo i dati deludenti che vengono imputati all’attuale gestione.

I piani di Kkr non sono stati ancora rivelati, mentre si guarda al governo e ai suoi poteri speciali (Golden Power). Inoltre la Cdp con una quota di circa il 10% è il secondo azionista di Telecom dopo Vivendi.

Il gruppo di lavoro creato dal governo per seguire la vicenda potrebbe riunirsi già nei prossimi giorni per un primo esame della situazione (ne dovrebbero fare parte i ministri dell’Economia Franco, dello Sviluppo Giorgetti e dell’Innovazione tecnologica Colao).

“L’obiettivo del Comitato è proprio quello di mettere in sicurezza la rete e i suoi dati, farà atti e avrà poteri proprio a questi fini, tutto il resto lo deciderà il mercato”, ha spiegato una fonte vicina a Palazzo Chigi citata oggi da Repubblica.

Telecom, rete non può passare in mani straniere

Da parte sua Sestino Giacomoni, parlamentare di Forza Italia vicino all’ex premier Silvio Berlusconi e presidente della Commissione di Vigilanza sulla Cdp, ha parlato di “operazione economicamente e politicamente rilevantissima che comporta valutazioni su più aspetti e a più livelli” L’interesse di fondi stranieri per Tim, ha detto Giacomoni in un’intervista a MF-Milano Finanza, “è comunque positivo”, ma occorre “guardare con estrema cautela all’evolversi della situazione”. Telecom “rappresenta la rete tlc italiana, un asset strategico per il Paese soprattutto in questa fase di transizione tecnologica”.

“Tim è soggetta ai poteri speciali del governo e da sempre è un argomento politicamente sensibile. È un crocevia di tanti snodi strategici per il Paese, tra cui cloud, rete fissa, spettro, data center, cavi sottomarini”. Perché, viene chiesto a Giacomoni, c’è ancora interesse per la rete Telecom se è saltata l’operazione rete unica? C’entrano i soldi del Pnrr? “L’Italia è sicuramente tornata a essere molto attrattiva per gli investitori. Alla credibilità ritrovata si sommano le ingenti risorse del Pnrr”, commenta il parlamentare.

Si può immaginare in Italia una rete gestita da un’azienda straniera? “Mentre Tim è una società quotata, la rete non può finire in mani straniere, dunque è bene che lo Stato ne entri in possesso. Penso che l’operazione possa preludere a uno scorporo tra rete e servizi che renderà anche più facile fare poi una fusione tra FiberCop e Open Fiber“.

In Borsa alle ore 11,32 le azioni Telecom segnano -0,22% a 0,4503 euro.

sanlorenzo borsa 24-04-2024 — 03:44

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