Per Carige un “testa a testa” tra Blackrock e Varde

Due fondi, entrambi americani, e come previsto nessuna banca in corsa per rilevare Carige. Il colosso Usa del risparmio gestito, Blackrock, e Varde, fondo che detiene il 33% di Guber Banca e particolarmente interessato al dossier Npl, sarebbero i due principali pretendenti in vista della scadenza di metà aprile per la presentazione delle offerte.

Per Carige un futuro americano?

Secondo le ultime indiscrezioni, riportate da diverse fonti di stampa, Blackrock lavora a un’offerta che poggia su un piano relativo a esposizioni deteriorate e soprattutto al private banking di Cesare ponti, l’istituto controllato da Carige che proprio nei giorni scorsi ha annunciato nuove aperture nel quadro del piano di rilancio firmato dai commissari Bce.

Varde Partners ha messo gli occhi a sua volta sul portafoglio di crediti deteriorati, anche se resta ferma l’offerta su 1,9 miliardi di Npl da parte della Sga del Tesoro.

Si sarebbe invece sfilato il fondo Apollo, che nel 2015 rilevò da Carige le assicurazioni e che si era fatto avanti per l’acquisizione, mentre anche il nome di Centerbridge sembra uscito dai radar.

I fondi avrebbero chiesto comunque garanzie sull’impegno da parte dei Malacalza, titolari di oltre il 27% circa del capitale, a sottoscrivere l’aumento di capitale da 630 milioni di euro indicato dai commissari straordinari. Ed è proprio con l’attuale socio forte che dovranno venire a patti.

Azionisti aspettano, sindacati contro banca “boutique”

Intanto, se azionisti e obbligazionisti attendono che i titoli Carige siano riammessi alle quotazioni, l’ipotesi di un interesse concreto del colosso Blackrock, con particolare riferimento a Cesare Ponti, ha messo in allerta i sindacati.

“Carige non può essere ripulita per fare una boutique ed essere ceduta a qualche fondo estero”, ha tuonato il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, a margine della presentazione ieri della piattaforma del contratto assieme a First-Cisl, Fisac-Cigil, Uilca-Uil e Unisin. “Diverso è il caso di Unipol e Bper, che hanno fatto l’operazione per scongiurare l’attacco di qualche fondo speculativo nei prossimi anni. Siamo contrari alla banca-boutique perché già oggi oltre il 50% del sistema bancario è in mano a fondi stranieri”.