Finanzareport.it | Nexi, esordio negativo in Borsa. Amundi, Azimut e Anima tra i nuovi soci - Finanza Report

Ven 29 Marzo 2024 — 07:43

Nexi, esordio negativo in Borsa. Amundi, Azimut e Anima tra i nuovi soci



L’ad Bertoluzzo: “Nexi non ha nemmeno due anni di età e alle spalle le banche popolari e società come Cartasì e Bassilichi”. Con l’Ipo è entrato un esercito di 340 investitori istituzionali

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(Articolo aggiornato dopo la chiusura di Borsa) – Esordio amaro per le azioni Nexi in Borsa. Al termine di una seduta segnata dalle vendite, il titolo protagonista dell’Ipo dell’anno (a Piazza Affari ma anche nel resto del mondo dove rappresenta per ora il maggiore collocamento del 2019) lascia sul terreno oltre il 6%.

Il gruppo dei pagamenti nato dall’Istituto Centrale delle Banche Popolari (Icbpi) e da CartaSì, scorporato nel 2018 dalle attività bancarie (Depobank) e rafforzatosi con numerose acquisizioni (Setefi da Intesa Sanpaolo, Bassilichi, per citarne un paio, oltre ad alcuni asset di Mps, Carige, Deutsche Bank) è approdato in Borsa con una capitalizzazione di 5,7 miliardi di euro. Il valore d’impresa, incluso il debito, si attesta a 7,3 miliardi. Il flottante si attesta al 35,6% (potrebbe salire al 40,9% in caso di esercizio dell’opzione greenshoe).

Per Nexi in Borsa un debutto non a sconto

Il prezzo dell’Ipo è stato fissato in 9 euro collocandosi, nonostante la domanda sostenuta, nella mediana inferiore di una forchetta di prezzo compresa tra 8,5 e 10,35 euro. Anche a questo prezzo però, è stato fatto notare, il titolo risulta più caro dei concorrenti in termini di price/earnings.

La domanda da parte degli investitori istituzionali ha totalizzato 5,4 miliardi di euro a fronte di un’offerta di circa 2 miliardi, che salirà a 2,3 miliardi nel caso in cui le banche del consorzio di collocamento esercitino la greenshoe. A questo prezzo la società è stata valutata 34,2 volte l’utile normalizzato del 2018 su base pro-forma e 17,2 volte il rapporto tra enterprise value ed ebitda.

La nuova mappa dei soci di Nexi

Stamani, alla cerimonia di quotazione, l’ad Paolo Bertoluzzo ha sottolineato fra l’altro che “Nexi non ha nemmeno due anni di età”, ma ha fondamenta solide e “alle spalle le banche popolari e società come Cartasì e Bassilichi”.

Il controllo resterà in mano ai fondi venditori Advent, Clessidra e Bain (riuniti in Mercury Uk che deterrà il 62,6% del capitale).   Ma con il collocamento la platea degli azionisti di Nexi si è arricchita di ben 340 investitori istituzionali italiani ed esteri. “E’ importante vedere che ci sono investitori stranieri che vogliono investire nel nostro Paese”, ha commentato l’amministratore delegato, aggiungendo che “l’ipo non è un punto di arrivo, ma un passaggio e un nuovo punto di partenza”.

Il fondo sovrano di Singapore Gic (3,2%) è l’unico a detenere una quota rilevante, seguito dal gestore francese Amundi che si attesta invece sopra il 2%. Inoltre figurano Dws, Marshall Wallace, Moneta, Azimut, Anima, Davide Leone & Partners e General Investment.

In Borsa le azioni Nexi cedono in chiusura il 6,22% a 8,44 euro.

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