Mps verso l’integrazione di Capital Services e Leasing & Factoring
Ste. Ne.
13-01-2023 — 09:47
Progetto sottoposto all’autorizzazione della Bce. Le fusioni nella controllante dovrebbero garantire sinergie in termini di costi e ricavi incrementali
Mps verso l’integrazione di Mps Capital Services e Mps Leasing & Factoring: dovrebbe essere questo il prossimo passo del rilancio firmato dal ceo Luigi Lovaglio, il cui fine ultimo resta quello di trovare un partner per l’istituto senese controllato dal Tesoro.
Banca unica
Nei giorni scorsi lo stesso ceo Lovaglio ha ribadito la ferma intenzione di condurre Mps a una fusione entro la metà del 2024, come richiesto dalla Commissione europea.
Un compito che negli ultimi anni si è rivelato arduo per i manager che si sono avvicendati alla guida di Rocca Salimbeni. La banca senese è stata esaminata e scartata da Unicredit dopo una due diligence, mentre fino in tempi recenti l’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha preso le distanze dai rumors che accostano Siena a Piazza Meda, dove peraltro da alcuni mesi il primo socio è il francese Crédit Agricole.
Tuttavia, almeno secondo quanto scrive oggi MF-Milano Finanza, “quel che è certo è che sul mercato arriverà una banca molto diversa da quella che nel 2021 il ceo di Unicredit Andrea Orcel voleva comprare gratis e con una dote di 7 miliardi. Il Monte ricapitalizzato e rilanciato dal ceo Luigi Lovaglio sarà valutato ai multipli di una normale banca commerciale e l’aggregazione si preannuncia come un vero e proprio deal di mercato”.
Proprio secondo il giornale finanziario, Rocca Salimbeni intanto è “pronta per la banca unica”, in modo di accelerare sugli obiettivi del piano strategico e, in particolare, sul recupero di efficienza e sul controllo dei costi.
Mps Capital Services e Leasing & Factoring
In questa direzione andrà l’integrazione nella capogruppo delle due principali controllate, cioè la corporate bank Mps Capital Services e la fabbrica prodotto Mps Leasing & Factoring.
Il lavoro sul progetto, sottoposto all’autorizzazione della Bce, sarebbe partito con il nuovo anno e l’obiettivo sarebbe quello di arrivare alla fusione nella controllante entro il mese di giugno. L’assetto operativo è già stato impostato sul modello della banca unica e non ci dovrebbero essere ulteriori cambi di rotta nei prossimi mesi.
Anche sul fronte del personale, secondo la ricostruzione di stampa, l’assetto raggiunto con gli accordi dello scorso anno resterà stabile. Le fusioni avranno quindi effetti soprattutto sul fronte contabile visto che, come previsto dal piano Lovaglio, dovrebbero garantire sinergie in termini di costi e ricavi incrementali. Nei mesi scorsi è già andata in porto l’integrazione del consorzio operativo che Bce ha autorizzato in autunno, consentendo la finalizzazione entro fine 2022.
Quanto al futuro risiko, secondo Mf “le speculazioni sono molte, ma l’ipotesi favorita in ambienti finanziari rimane l’intervento di Banco Bpm, sostenuto da Credit Agricole. Il dossier comunque nel radar anche di Bper-Unipol che potrebbe muoversi in coppia con un altro gruppo, come avvenuto nell’operazione Ubi. Più defilata appare Unicredit che però, a determinate condizioni, potrebbe riaffacciarsi sulla partita senese”.
In Borsa alle ore 9,44 le azioni B.Mps segnano +3,36% a 2.275 euro, in una seduta brillante per l’intero comparto bancario.